RIGOROSAMENTE LIBRI

Fili di fate tessute nella carta per Maria Lai, storie magiche per Elisa Montessori, virtuosismi di scritture visionarie per Alba Savoi, grovigli fotografici per Teresa Pollidori, timbri e collage per Eugenio Miccini, pastelli e spago per Fernando Rea, zoom di scritture per Marcello Diotallevi, architetture fugaci di velluti e specchi per Rosemarie Sansonetti, stratigrafie e collage per Rita Mele, impronte per Rosella Restante.
 
RIGOROSAMENTE LIBRI
Fondazione Banca del Monte, Foggia
di Maria Vinella
 
 
            Fili di fate tessute nella carta per Maria Lai, storie magiche per Elisa Montessori, virtuosismi di scritture visionarie per Alba Savoi, grovigli fotografici per Teresa Pollidori, timbri e collage per Eugenio Miccini, pastelli e spago per Fernando Rea, zoom di scritture per Marcello Diotallevi, architetture fugaci di velluti e specchi per Rosemarie Sansonetti, stratigrafie e collage per Rita Mele, impronte per Rosella Restante.
E ancora: ricco diario di immagini e scritture per Gino Gini, fitte grafie raccolte nel cartone telato per Vincenzo Accame, haiku per Lucilla Catania, terracotta nella carta per Beppe Sylos Labini, pericolosi tagli per Arrigo Lora Totino, cera e carta per Francesco Granito, richiami floreali per Sarah Bodman, innesti fotografici per Giancarla Frare, impronte di vetro-resine-scritte per Claudio Costa, racconti vegetali per Antonio Picardi, carta mirabilmente scolpita e arrotolata per Vito Capone … Libri che non sembrano libri, pagine che non sono solo pagine, scritture fatte non solo di segni.
Nell’itinerario progettuale di “TRACARTE - Rassegna Internazionale di Opere di Carta”, diventata oramai appuntamento biennale organizzato dalla Fondazione Banca del Monte di Foggia, si inserisce il percorso espositivo “Rigorosamente libri …”,mostra del Libro d’Artista ideata dall’artista Vito Capone e curata dal critico Loredana Rea. Ricollegandosi all’etichetta ‘Libro d’Artista’, utilizzata a partire dagli anni sessanta, la rassegna accoglie una multiforme e ampia produzione che cela nella preziosa forma-contenitore del pensiero e del sapere , dal grande valore simbolico, una realtà fatta di sperimentazione/innovazione/creatività di materie, volumi, forme, colori, figure, tecniche, segni. Difatti, in esposizione, con i lavori degli artisti invitati sono presenti opere provenienti da cinque diverse collezioni: Archivio Libri d’Artista di Milano, Archivio  e Centro Documentazione del Libro d’Artista di Cassino, Archivio dell’Associazione ‘Il Quartiere Ponticelli’ di Napoli, Archivio Internazionale del Libro d’Artista di Roma, Collezione La Tana – Spazio dal 1999.
Tale ricchezza di testimonianze di ricerca permette a Loredana Rea di costruire un prezioso e articolato percorso in grado di evidenziare la complessità delle soluzioni linguistiche legate alle singole scelte espressive. Come scrive in catalogo: “la pratica del libro d’artista rappresenta la possibilità di materializzare l’irregolare stratificazione di linguaggi differenti connessi al pensiero estetico e, soprattutto, la necessità di una continua contaminazione tra essi, in rapporto anche allo sviluppo dei nuovi media, che a partire dalla seconda metà del XX secolo rappresentano per l’arte un’importante occasione di confronto.”
Dunque, se possiamo affermare con certezza che oggi non esiste una definizione univoca di libro d’artista, ma che la dicitura racchiude una vastissima e difforme produzione, il progetto ci dimostra che la complessità dei processi operativi, l'uso di materiali ortodossi o inusuali, le implicazioni concettuali “rendono difficile la definizione dei confini, ma allo stesso tempo meglio suggeriscono il senso di una pratica diffusa, che, metabolizzando le radicali trasformazioni dei linguaggi artistici, affiorate e materializzatesi nel corso del XX secolo, si presenta ora come il paradigma delle mutazioni in corso”. Paradigma sempre più connesso alle narrazioni della contemporaneità, che diventa esperienza significativa per artisti sedotti dall’idea di destinare alle pagine di un ‘libro’ soluzioni stilistiche e linguistiche inusuali indirizzate ad un pubblico ancor più inusuale.
Pubblico-spettatore attivo e partecipe che non si accontenta più solo di guardare o di leggere, ma vuole stare dentro l’opera, dentro le storie e gli immaginari, dentro le visioni e le emozioni, dentro le relazioni e le reti. Il pensiero estetico contemporaneo, alimentato dalla continue contaminazioni testo/immagini, trova sicuramente in questo oggetto-opera una magnifica occasione per rallentare i ritmi dello sguardo, e per privilegiare i tempi benefici della lettura profonda, quella capace – veramente – di emozionarci per un tempo che duri più di qualche attimo.
 

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