23/02/2019  al 31/03/2019

Siamo qui e stiamo facendo MYTHOS

A cura di: Francesco Gallo Mazzeo

Siamo qui e stiamo facendo MYTHOS
opere di Marilena Abbondanza, Roberto Basilide, Ennio Calabria, Corrado Delfini, Nino De Luca, Franco Ferrari, Ferruccio Gard, Franco Marrocco, Lillo Messina, Franco Mulas, Giulia Napoleone, Rita Piangerelli, Alessandro Piccinini, Pfingst Reinhard, Turi Sottile, Carlo Vigevani.
 
“Si dice che sia passato il tempo delle grandi narrazioni, quello dei trattati e delle generalità e sia venuto quello delle rapsodie, dei saggi e delle particolarità, ma questo non esime dall’esigenza di dover narrare gli avvenimenti, le raffigurazioni, le feste, ed è appunto questo che vogliamo fare per paragrafi e per capitoli, raccontando di opere e di imprese che testimoniano la vita del sogno e della fantasia, la vita...
 
Nella modernità odierna, tutto è precario, passa dal presente, al passato prossimo, al passato remoto, alla dimenticanza, con una folle rapidità, travolgendo, avvolgendo, modificando, a volte ripristinando, ma si tratta solo di somiglianze, non di sostanzialità e tutto è in un continuo travisamento. Abituarsi a questa, che ormai non è una novità, la continua ricerca del nuovo e dell’originalità, che deve fare i conti con l’accumularsi, in termini di massa di fisiche e metafisiche della moda e dello spettacolo. Rispetto a tutto questo le arti visive, eredi delle belle arti hanno sempre tre volti, uno presente passato, uno presente presente, uno presente futuro. (...)
 
Mithos, nel segno dell’eclettismo che è la vera cifra stilizzante del nostro tempo, non ha la possibilità di darsi uno stile di preminenza, ma si muove vorticosamente in cento direzioni, tutte   dedite alla originalità e alla sperimentazione, anche quando sono attratte dalla tradizione o addirittura dal tradizionalismo, perché devono corrispondere alla sollecitazione dell’emozione e dell’emozionante, che è fattore di poderosa instabilità, non solo umorale e gestuale, ma anche culturale e concettuale, perché è condizione dell’antisistema che governa le alternanze di  affermazioni e negazioni, che sono continue trasgressioni di tattica e di strategia. Per cui è gioco forza, una coesistenza, uno stare per affinità, ma anche per dissonanze, nell’idolatria dei punti di vista, che si credono dottrine e delle dottrine che sono nebulose perdite di coscienza e di senso del tempo e dello spazio. Fra questi artisti, possiamo dire di stare in un giardino, dove non ci può essere l’uniformità ma ci devono essere, come ci sono, le qualità e le eccellenze come gara di mille scuole e sboccio di mille fiori.”
(dal testo critico di Francesco Gallo Mazzeo)
 

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