19/11/2018  al 14/12/2018

Mauro Staccioli "La poetica dei contesti"

A cura di: Testi di: Emilia Ametrano, Carlo Franza, Francesca Pensa

Mauro Staccioli  "La poetica dei contesti" Nel piano annuale delle mostre, è la volta di una monografica su un artista, scultore di chiara fama internazionale, che è stato a suo tempo docente di scultura del Liceo e che con la sua scultura monumentale ha varcato i confini italiani, innervando il suo lavoro con gli spazi circostanti.

Scrive Emilia Ametrano
Nel piano annuale delle mostre, e soprattutto delle mostre storiche che il nostro Liceo Artistico Statale di Brera da anni va portando avanti con intellettualità e professionalità, è la volta di una monografica su un artista, Mauro Staccioli, scultore di chiara fama internazionale, che è stato a suo tempo docente di scultura del nostro Liceo. 
Onore e vanto per il nostro Istituto, che ha vissuto da vicino l’artista ottantenne, che con la sua scultura monumentale ha varcato i confini italiani grazie alla sua “poetica dei contesti”, innervando il suo lavoro con gli spazi circostanti
Quasi in concomitanza con la sua mostra nel nostro Liceo, che si tiene a circa un anno dalla scomparsa - divenendo così tributo significativo - a Roma nelle Terme di Caracalla si è appena conclusa la sua retrospettiva dal titolo “Sensibile ambientale”. 
Non solo sculture e disegni - i disegni sono parte integrante del fare scultura - sono divenute delle coordinate di paesaggi e luoghi, ma tutte le sue opere e ognuna di esse sembrano divenute il centro del mondo. 
La nostra mostra, di portata internazionale, diventa un punto di riferimento sia per la città di Milano, capitale della cultura e dell’arte, che per gli allievi e i docenti del Liceo che avranno l’occasione di conoscere la sensibilità plastica e la memoria che mosse Mauro Staccioli. 

Scrive Carlo Franza
…Poi il suo percorso artistico, umile, colto, profondo, geometrico e razionale, minimale, monumentale pur sfuggendo all’effetto tutto effimero del monumentalismo, innervato sulle direzioni italiane, europee e internazionali, ha trovato conferma con capitoli di sensibile misura e di chiaro “exemplum”. Figura singolare dell’arte italiana, Staccioli con il suo lavoro e le sue sculture ha posto in relazione l’uomo e lo spazio, ed anche i luoghi, dove l’immagine e l’archetipo della scultura hanno trovato un luogo di identità; tanto che questi elementi primari sono diventati - secondo una definizione del collega Gillo Dorfles - “delle coordinate del paesaggio e del luogo in cui sorgono”. 
Ecco perche tutte le sue opere e ognuna di esse sono divenute il centro del mondo, una “mappa del mondo”; opere localizzate, contestualizzate, ricreate e messe in rapporto con l’esterno; archi rovesciati, cerchi, ellissi, dischi, sfere, triangoli, prismoidi, stele, covoni, portali, ecc. come monumenti del tempo. Le sue sculture, le sue installazioni in materie diverse, il cemento, il ferro e, in ultimo, l’acciaio corten, mirano a suscitare coinvolgimento e incanto, una nuova meraviglia al cospetto di primigeni spettacoli naturali, a rinverdire viaggi nella storia, luoghi, architetture, tracce, memorie. Opere nobilitate dal retaggio di una tradizione colta e assoluta, cariche di un respiro poetico palpabile, legato alle forme, ai contesti, ai vuoti e ai pieni, alle geometrie dell’universo, quasi a rivelare oltre ogni dato materiale uno scrigno esiodeo di occasioni del tempo, che fuoriesce da esse come peso di preziosa testimonianza. Sono opere, testimoniate anche dai disegni preparatori, cariche di un pathos che si rinnova quotidianamente, giacchè il profilo di esse e lo snodo finale concorrono a creare un’immagine percorsa da un fremito sottile, laico e mistico al contempo. La grandezza di Mauro Staccioli sta proprio nell’essere stato cronista di una bellezza primigenia, di un mondo che ingloba storie diverse, di una natura che ha fermato gesti antichi… 

Scrive Francesca Pensa
Una delle prime tappe del percorso intellettuale di Mauro Staccioli segna l'impegno nel campo dell'insegnamento, esercitato in Sardegna in provincia di Cagliari. Con il trasferimento dell'artista a Milano, dopo il soggiorno di alcuni anni a Lodi, nel 1971 lo scultore ottiene la cattedra di Figura e Ornato Modellato presso il Liceo Artistico di Brera, quando la scuola era ancora unita all'Accademia, ma già tre anni dopo, nel 1974, la sua posizione cambia, rivelando la forte volontà di partecipazione dell'artista alla vita dell'istituto. Il 1974 è infatti anno cruciale per la scuola italiana, perché è adesso che vengono approvati ed entrano in attuazione i Decreti Delegati che, per l'Istruzione Artistica, significano il distacco e l'autonomia dei Licei dalle Accademie. 
A Milano, protagonista di questo passaggio cruciale è senza dubbio Staccioli, come testimoniano in modo inequivocabile vari documenti dell'Archivio della nostra scuola; le carte raccontano lo sviluppo di questa vicenda, nella quale l'artista, dopo la constatazione del Direttore dell'Accademia di Brera Domenico Purificato della sua esaurita responsabilità rispetto al Liceo Artistico, riceve dal Ministero della Pubblica Istruzione il compito di realizzare compiutamente l'autonomia dell'Istituto, che i documenti descrivono diviso in tre sedi di “notevole popolazione scolastica” e lontane dal sito di Brera. E' probabilmente da questo incarico che deriva, nell'anno scolastico 1974-75, la nomina a Preside (il primo Preside) del Liceo Artistico di Brera, con il compito impegnativo di definire integralmente, sia sul piano amministrativo sia su quello didattico, l'autonomia e l'attuazione completa dei Decreti Delegati, con le prime elezioni delle diverse componenti scolastiche. Ma questo è anche il tempo, per lo scultore, di una intensissima attività artistica, nella quale egli mette a fuoco quegli elementi poetici e quella forma espressiva che risulteranno fondanti per tutto il suo itinerario creativo, allora concentrato primariamente su una dimensione cittadina e nazionale che, successivamente, si aprirà a uno scenario decisamente internazionale… 

Luoghi

  • Spazio Hajech - Liceo Artistico Di Brera - Via Camillo Hajech, 27 - Milano
              +39 02 70 10 20 93
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