03/05/2017  al 22/07/2017

Maurizio Nannucci “What to see what not to see”

Maurizio Nannucci “What to see what not to see”
La Galleria Fumagalli ha il piacere di presentare la mostra personale di Maurizio Nannucci “What to see what not to see”, nel suo spazio milanese inaugurato a maggio 2016. 
 
Dopo più di quarant'anni Maurizio Nannucci espone nuovamente a Milano, in una galleria privata. L’ultima sua personale risale al 1971 al Salone dell’Annunciata, tra le partecipazioni recenti da segnalare le mostre: “Anni Settanta”, 2007 alla Triennale di Milano e “Fuori! Arte e Spazio Urbano 1968-1976”, 2011 al Museo del Novecento. La collaborazione tra la Galleria Fumagalli e Maurizio Nannucci inizia nel 2004 con la sua partecipazione alla mostra “AA.VV. 30”, del 2005 è la personale “Neon Words”, e del 2011 il progetto espositivo da lui presentato: “Giovanni Anselmo, Enrico Castellani, Maurizio Mochetti, Maurizio Nannucci”.
 
In occasione della personale “What to see what not to see” sono proposti al pubblico nuovi lavori al neon di grandi dimensioni e di colori diversi che dialogano con lo spazio della galleria fra parole, significati e immagini. In particolare, il progetto verte sulla reiterazione di frasi che contengono al loro interno alcune modifiche semiologiche (segno) e semiotiche (significato). Nonostante queste alterazioni, resta comunque rintracciabile un filo conduttore reso da alcuni concetti chiave come il dubbio, la ricerca, la scelta, il bivio: What to see what not to see… Un interrogativo esistenziale, amletico, che fa riflettere sulla condizione dell’uomo nella società in un duplice rapporto, con gli altri e con sé stesso. Anche se la soluzione potrebbe non esserci, va comunque posta la questione. L’urgenza che si presenta quotidianamente è quella di fare una scelta: cosa vedere, cosa dire, cosa amare, cosa trovare, come orientare le nostre decisioni. Il dubbio tormenta perché la soluzione è sfuggente e difficile da trovare, ma a differenza dell’interrogativo amletico, per definizione irrisolvibile, l’arte non pone mai davanti a questioni insolute, aprendo a riflessioni che presuppongono sempre nuove vie d’uscita.
 
Artista sperimentatore e pluridisciplinare, Maurizio Nannucci comincia a produrre le prime opere, scritte tridimensionali, verso la fine degli anni Sessanta, eleggendo il neon a suo materiale di espressione. Nel 1967, nella personale al Centro Arte Viva di Trieste, presenta i primi testi al neon, evidenziando la temporalità della scrittura e la non materialità degli oggetti. Le sue prime sperimentazioni monocrome di parole (Dattilogrammi) e immagini (fotografia) vengono trasferite in installazione spaziali, espandendo le linee e i segni grafici con la luce del neon colorato, creando uno spazio intenso, trasparente e senza confini. Punto di riferimento per generazioni di artisti, architetti, musicisti, critici e curatori, la ricerca di Maurizio Nannucci si è sempre caratterizzata per un dialogo interdisciplinare, come dimostrano le collaborazioni con Renzo Piano, Massimilano Fuksas, Mario Botta, Nicolas Grimshaw, Stephan Braunfels e altri.
 
Nel suo lavoro Maurizio Nannucci restituisce un valore simbolico alle singole parole, lui stesso dice: "credo che l'immagine trascenda i limiti della rappresentazione, diventando un'immagine mentale, virtuale, un'immagine che nasce da un sogno o da un sogno a occhi aperti, un’immagine visualizzata e relativa, che può essere evocata da una sola parola, un suono o un profumo... “. Con la riduzione dei mezzi visivi al linguaggio e alla scrittura Maurizio Nannucci persegue una pratica artistica che evoca la percezione sensoriale, che trasmette nuove esperienze spaziali e allo stesso tempo provoca processi cognitivi di riflessione, motivando lo spettatore a riflettere sulle sue percezioni visive. L'intensità del colore non ha lo scopo di sopraffare visivamente ed emotivamente chi osserva ma, come valore empirico, vuole inserirsi per sensibilizzare la capacità percettiva. Sempre l’artista afferma: "Il colore diventa un elemento integrante nella scrittura, che non è solo un insieme di parole ma il materiale attraverso il quale mi esprimo. Tuttavia, il colore rimane un fatto primario. Si tratta, dopo tutto, della prima cosa che uno vede.”
 
 

Luoghi

  • Galleria Fumagalli - Via Bonaventura Cavalieri, 6 - 20121 Milano
             +39 0236799285    348 8905781

    Orari: Da Martedì a Sabato dalle ore 15.00 alle 19.00

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