15/04/2015  al 30/06/2015

Baran. Urbanita' fuggenti

Baran. Urbanita' fuggenti
Urbanità fuggenti è il titolo del nuovo ciclo di opere, realizzato in quei luoghi urbani ove è più presente l’opera dell’uomo. 
Gli scatti di Baran si potranno apprezzare dal 15 aprile nello studio Spazi Aperti di Adria, dove rimarranno fino al 30 giugno. 
Nella sua esperienza da architetto, Baran ha sviluppato un rapporto molto profondo, quasi simbiotico, con la dimensione urbana e con il territorio in cui l’uomo agisce e si confronta quotidianamente. Dalla sua analisi dei luoghi, egli è giunto alla conclusione secondo la quale l’uomo contemporaneo non è più in grado di percepire realmente il mondo in cui vive, abbagliato com’è dalla tecnologia e dal mondo virtuale della rete. 
Nel suo sguardo disincantato e razionale, Baran è convinto che l’uomo abbia difficoltà a percepire la dimensione spaziale della città, nelle sue più piccole sfumature, come la luce che filtra da un vicolo o le ombre che crea un portico. 
In queste fotografie, l’artista predilige la ripresa da terra e in movimento, trascinando con sé, nel suo tragitto urbano, la macchina fotografica. Con la ripresa fotografica, Baran esplora e fa proprio il soggetto per poi distaccarsene progressivamente. E’ nell’assenza di definizione del soggetto che l’artista scopre la vera essenza delle cose, che dovrà stimolare a sua volta lo spettatore ad un lavoro psicologico ed introspettivo, di analisi e riflessione sul proprio essere e sul proprio divenire. 
Queste immagini, prive di contrasti e di nitidezze, caratterizzate da colori privi di saturazione, avvolgono lo spettatore in una sorta di limbo dell’immaginario. 
Come spiega Baran in riferimento alla nuova serie di opere: “In questa società l’artista ha il compito di trovare una nuova dimensione e aiutare l’uomo ad uscire dalla condizione di passività in cui versa. L’artista dovrà quindi entrare in una condizione ascetica e spirituale per ricercare l’essenza della vita, quella sintesi che potrà stimolare il suo simile a guardarsi dentro, ad avere consapevolezza di sé, comprendendo che la sua vera natura è quella di vivere il presente”. 
Urbanità fuggenti non raccontano un luogo, stimolano piuttosto l’uomo a ritrovare l’essenza della propria dimensione urbana, rivelando micro tracce di un’architettura o di un luogo usuale, che tuttavia l’osservatore recepisce con estraneità, non avendolo fatto proprio attraverso l’intima conoscenza. In questo processo indotto di riappropriazione dei luoghi, l’artista fa intravvedere alcuni dettagli, concentrandosi maggiormente sulle sfumature degli oggetti, e conducendo l’osservatore verso un percorso introspettivo depurato da immagini precostituite e finite. In questo cammino verso la consapevolezza del rapporto uomo- architettura, Baran si annulla per favorire la comunicazione tra l’opera e il fruitore, arrivando ad affermare: “l’artista non sono io”. 

 

Luoghi

  • Studio Spazi Aperti - Corso Vittorio Emanuele, 20 - Adria - Italia
             0426 902033     0426 942684
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