Spiniello Giovanni

Spiniello Giovanni

Giovanni Spiniello è nato a Grottolella il 5 marzo 1944. Le sue opere affrontano, da sempre, il rapporto tra terra e mito, folclore e favola. La sincresia tra Tradizione (la rielaborazione dei temi folclorici) e Innovazione (le tecniche proprie dell’artista) è la sua caratteristica
distintiva. Alla fine degli anni ‘60 ha elaborato una nuova tecnica, la fossilizzazione oggettuale. Viene notato da Giorgio Trentin che lo propone alla Biennale di Venezia del 1968. Nel 1979 è segnalato da Enrico Crispolti nel catalogo Bolaffi con la seguente motivazione: “rinnova efficacemente   la   tecnica   incisoria   attraverso   l’impronta   rivolta   ad   accogliere   memorie oggettuali molteplici, con esito di intenso lirismo”.   Negli anni ’80 ha innovato la tecnica della   tempera   antica.   Fin   dagli   anni   ’60   ha   promosso   la   funzione   dell’arte   nel   sociale, attualizzandola nei ’90 tramite il gesto del contadino nella sua “Semina del colore” e poi con L’Albero Vagabondo. Ha partecipato, tra l'altro, a Roma, nel 1975 alla X Quadriennale "La Nuova Generazione"; nel 1990 alla Seduzione dell'Artigianato.
È presente presso: Museo di Civitanova Marche, Provincia di Avellino, Comune di Vicenza, Comune di Abbiategrasso (MI), Museo Pedrotti Cantoni in Guidizzolo (MN), Banca della Campania, Citibank Milano e Citibank Roma, Istituzione Teatro Carlo Gesualdo di Avellino (murales),   Museo   del   Duomo   (2000–2006),   Museo   Irpino   (2000–2004),   Ospedale   G. Moscati. Opere pubbliche si trovano presso i Comuni di Grottolella, Villamaina, Volturara Irpina, Stadio Partenio di Avellino, Cairano. Documentazione dell'attività artistica è depositata presso l'Archivio Storico della Biennale dell'Incisione Contemporanea di Venezia e presso il Centro Documentazione di Pavia. Maggiori informazioni su  www.giovannispiniello.it , presente su  www.wikipedia.