Guidi Nedda

Nedda Guidi (1927-2015) sebbene abbia sempre rifugiato la ribalta del mercato e della notorietà è una delle più importanti ceramiste a livello internazionale. In una miscultura dove il termine ceramista (non peraltro meno dignitoso) è più il comune errato o riduttivo sinonimo di ‘vasaio’, Nedda Guidi, come Leoncillo o Lucio Fontana, afferma la sua figura di scultrice che usa il mezzo ceramico. Un linguaggio in continua evoluzione con cui costruisce il ponte ideale tra la scultura astratta degli anni ’50 alle grandi installazioni concettuali degli anni ’70, forse in anticipo su altri.Numerose sono le antologiche a lei dedicate, (Biennale della Scultura di Gubbio 1976 e 2016), ha esposto in Grecia, Corea, Turchia, Giappone, Canada. Sporadiche sono le apparizioni delle sue opere pittoriche, forse per lei talmente importanti da esserne gelosa; il segno è alla base della progettualità dell’opera finita come il concepimento e il parto. Questa è la prima vera esposizione incentrata sui suoi lavori pittorici. 
 

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Nedda Guidi nasce a Gubbio nel 1927. Conseguita la laurea in Filosofia presso l’Università degli Studi di Urbino, compie la sua formazione artistica da autodidatta. Si dedica in un primo momento alla pittura per poi avvicinarsi alla ceramica facendo esperienza presso alcune manifatture di Gubbio. La terracotta diviene da questo momento il suo principale mezzo d’espressione. Compie negli anni Cinquanta importanti sperimentazioni tecniche presso il Centro di Educazione artistica del Provveditorato agli Studi di Roma. Agli inizi degli anni Sessanta le sue opere rifiutano la terza dimensione per accamparsi alla superficie: sono i Fogli, lamine sottili di terracotta vibrate da rivestimenti polimaterici ed interventi di tipo gestuale che si avvicinano al lessico informale; sono queste le opere proposte alla sua prima personale tenutasi presso la Galleria Numero di Roma nel 1964. Negli anni a seguire la Guidi restituisce volumetria alle sue opere, dando avvio ad una lunga e complessa indagine sulla ceramica modulare; opera con l’intenzione di trascendere i caratteri fondamentali dell’impasto argilloso (malleabilità e porosità) e le calde tonalità della creta, qualità che avverte come limitanti della propria ricerca sulla materia. Tutto questo emerge nella serie Moduli, opere in cui sperimenta smalti dai colori artificiali. Le sperimentazioni seriali proseguono negli anni Settanta con le opere in terracotta e ossidi metallici, chiamate Tavole di campionatura. Dagli anni Sessanta partecipa a numerose ed importanti manifestazioni del settore, tra cui le Biennali di Ceramica di Gubbio e varie edizioni del Concorso di Ceramica Artistica di Gualdo Tadino; prende parte inoltre, con le sue creazioni, alla Prima Mostra del Multiplo d’artista tenutasi a Deruta e, nel 1976, a Gubbio all’antologica Quindici anni di ricerca in ceramica a cura di Crispolti. Seguono numerose altre personali e collettive, di cui si ricordano:L’informale in Italia a Bologna (1983); Scultura e ceramica nell’arte italiana del XX secolo a Bologna (1985); Nedda Guidi, sì ceramica a Roma (1989); Nedda Guidi: le terre e gli artifici a Roma (1990-1991); Terra plasmata a Firenze (1994); Quinta Biennale della Ceramica d’Arte a Savona (1992); Maestri della Ceramica a Faenza (1986); Ceramisti italiani a Castellamonte (1995). Vastissima è anche la sua presenza all’estero: Australia, Spagna, Francia, Stati Uniti, Germania, Giappone, Turchia, Corea del Sud. Negli ultimi anni l’artista si sta avvicinando alle poetiche legate all’Arte Povera e al Minimal. Attualmente vive e lavora a Roma. Nel 2013 l’ultima personale al Museo della Ceramica di Montelupo Fiorentino. 
 

Nedda Guidi "La Possibile Unione"
 18/10/2018  al 08/11/2018

Studio G.I.G.A. presenta una vasta selezione di sculture e opere su carta della ceramista eugubina Nedda Guidi (1927-2015), le quali spaziano in un ampio…

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