Transiti. 1970-2011 - Quarantennale dell’Accademia di Belle Arti di Foggia

Con la mostra “Transiti – 1970-2011 Opere dei docenti in quarant’anni d’arte” l’Accademia di Belle Arti di Foggia celebra i quarant’anni dalla fondazione dell’istituzione, proponendo un intenso racconto visivo che testimonia la complessità del passato culturale dell’Accademia stessa. Un racconto suggestivo, segnato dal passaggio di tutti gli artisti transitati – per breve o per lungo tempo – nelle aule e nei laboratori, e influenzato dall’avvicendarsi fecondo delle vicende storico-artistiche degli ultimi decenni dell’arte italiana.

 
Di Maria Vinella
 
        Con la mostra “Transiti – 1970-2011 Opere dei docenti in quarant’anni d’arte” l’Accademia di Belle Arti di Foggia celebra i quarant’anni dalla fondazione dell’istituzione, proponendo un intenso racconto visivo che testimonia la complessità del passato culturale dell’Accademia stessa. Un racconto suggestivo, segnato dal passaggio di tutti gli artisti transitati – per breve o per lungo tempo – nelle aule e nei laboratori, e influenzato dall’avvicendarsi fecondo delle vicende storico-artistiche degli ultimi decenni dell’arte italiana. Nel ripercorrere il lunghissimo itinerario fatto di successive tappe caratterizzate dai desideri di innovazione e dai destini della tradizione, dal libero insegnamento e dalla progettualità collettiva, il “Progetto DecentrArte promosso con lungimiranza dal Presidente Nicola Delle Noci con il Direttore Piero Di Terlizzi, e da tutto il Comitato Scientifico delle celebrazioni del quarantennale dell’Accademia foggiana configura uno sguardo intrigante, destinato a fissare significativi punti di qualità nel vivace panorama illuminato dai fermenti dei linguaggi simbolici dell’arte contemporanea.
            Difatti, con la mostra “Transiti”, ospitata dallo spazio espositivo “ArteOra” (e in primavera dall’Accademia stessa), con i patrocini del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dalla Regione Puglia, dalla Provincia di Foggia, dal Comune di Foggia, dalla Fondazione Banca del Monte, e con il coordinamento generale della prof. Gigliola Fania, viene offerta visibilità alle poetiche espressive e alle problematiche stilistiche di tutte le ricerche estetiche che per quattro decenni hanno “abitato” tra le mura dell’Accademia.
            Attraverso le opere di pittura, di scultura, di grafica, e le opere fotografiche e installative degli artisti invitati è possibile riscoprire la solida tradizione del “mestiere” dei maestri storici così come è possibile ritrovare le connotazioni più sperimentali introdotte dagli artisti che hanno insegnato in questi ultimi anni, mostrando ai propri studenti nuove tecniche e nuove tecnologie, nuovi materiali e nuove procedure operative, tipiche della galassia complessa e globalizzata del presente. Le tendenze realistiche o quelle citazioniste, quelle figurative o più astratte, quelle visionarie o più surreali, le ricerche nel sociale e le intuizioni concettuali, hanno rappresentato un fertile terreno di confronto creativo per le giovani narrazioni, per le ri-contestualizzazioni spettacolari, per le proposte analitiche e di arte relazionale o di indagine ambientale.
            Tutto ciò – stratificandosi negli anni – è confluito negli insegnamenti delle cattedre accademiche, attente a veicolare le molteplici forme dell’originalità visiva nella didattica quotidiana. Lo dimostrano le opere del maestro Alfio Mongelli primo titolare della cattedra di scultura; di Felice Ludovisi, titolare della prima cattedra di pittura e primo direttore dell’Accademia foggiana; di Dario Damato, direttore e docente dal 1978 al 1988; di Corrado Terracciano, tra i primi insegnanti di anatomia artistica; di Igino Legnaghi, alla cattedra di scultura già dal 1973 e sino a fine degli anni ottanta, di Silvano Foglio, docente di plastica ornamentale e poi di design e di decorazione; di Gugliemo Longobardo, titolare della cattedra di anatomia artistica tra fine anni settanta e primi anni ottanta.
            In mostra, troviamo anche l’opera di Leon Marino, titolare tra il 1975 e i primi anni ottanta della cattedra di anatomia artistica e poi di decorazione; quella di Nunzio Solendo, della cattedra di decorazione nel biennio 1978-1980; di Vito Capone, alla direzione dell’Accademia dal 1988 al 1990; del compianto Luca Luchetti alla cattedra di decorazione agli inizi degli anni ottanta. Non mancano esempi del lavoro del napoletano Raffaele Canoro, dell’incisore Bruno Loporchio, di Cosimo Del Vecchio, di Filomena Stelitano, di Carmelo Marchese, di Giuseppe Capasso. E di Silvano Dario Pellegrini della cattedra di design.
            Ancora, negli spazi di “ArteOra” ritroviamo esemplari dell’opera di artisti come Luca Coser, Claudio De Paolis, Salvatore Vitagliano, Roberta Fanti, Isabel Martino. Scopriamo le sperimentazioni dell’artista e film-maker Giovanni Albanese, docente nel decennio degli anni ottanta; le tracce del passaggio del bravo Biagio Caldarelli; la ri-figurazione oggettuale proposta da Paolo Lunanova; l’opera visionaria di Giovanni Cella (sino al 2000 nel Gruppo Plumcake); la pittura concettuale di Nicola Maria Martino, docente di pittura ed esponente della Transavanguardia; gli interventi meditativi delle operazioni estetiche di Tarshito/Nicola Strippoli; il realismo visionario di Alberto Zamboni; le suggestive incisioni di Agnese Brusca o di Walter Cascio. Infine, testimonianza del valente lavoro degli scenografi italiani le possiamo ammirare nelle opere di Renato Lori, di Alessandro Zitkowsky, di Renzo Bellanca.
            Accompagna la mostra un ricco catalogo con numerosi testi, un contributo critico introduttivo, schede sugli artisti e apparato iconografico completo.