SGUARDI D'ORIENTE Si è inaugurata la VII Edizione del Lucca Photo Fest

Per tre settimane, dal 19 novembre all'11 dicembre (ma alcuni eventi rimarranno aperti fino a gennaio), Lucca si trasforma nel salotto buono della fotografia italiana, calamitando l’attenzione di un vasto pubblico, interessato a scoprire le proposte espositive e le occasioni di approfondimento critico, ambientate tutte nell’incantevole centro storico.


di ngs
 
Per tre settimane, dal 19 novembre all'11 dicembre (ma alcuni eventi rimarranno aperti fino a gennaio), Lucca si trasforma nel salotto buono della fotografia italiana, calamitando l’attenzione di un vasto pubblico, interessato a scoprire le proposte espositive e le occasioni di approfondimento critico, ambientate tutte nell’incantevole centro storico.
Per la VII edizione del Lucca Photo Fest, festival internazionale dedicato alla fotografia e alla video arte, il tema Sguardi d’oriente si sviluppa lungo due direttrici a partire da un unico assunto con un denso programma, che ha reso negli anni l’appuntamento toscano uno dei più interessanti d’Europa. L’idea di partenza è che non esiste l'Oriente, ma infinite declinazioni di esso, mentre le linee guida sono in realtà due differenti punti di vista: quello dei fotografi occidentali e quello dei fotografi orientali.
Il LPF si propone quest’anno di suggerire possibili interpretazioni su un universo complesso, seducente, a tratti magico, ricco di contrasti talvolta stridenti, attraverso 20 mostre, alcune in anteprima assoluta, e più di 70 eventi collaterali tra workshop, letture e conferenze di grandi autori, proiezioni esclusive, presentazione di libri, incontri. Eventi diversi, ma progettati per ricomporre come in un caleidoscopio visioni talvolta tangenti e talvolta divergenti.
Ospite d'Onore è il fotografo giapponese Kenro Izu che, il 26 novembre al Teatro del Giglio, ha ricevuto il Lucca Photo Award, mentre il Premio Nikon Taf per la fotografia italiana è andato a Francesco Jodice e il Premio per il fotogiornalismo a VII Photo Agency.
Tra le tante mostre certamente da visitare è Viaggio in Asia, aperta a Palazzo Ducale fino al 29 gennaio. È un un'ampia retrospettiva, che ripercorre l'appassionato viaggio di Kenro Izunei luoghi sacri del continente, iniziato nel 1979.  Gli scatti permettono di cogliere l’assunto del fotografo giapponese, secondo il quale la fotografia "non è mera forma d'arte, bensì una ricerca costante nella propria vita, per trovare il significato più recondito dell'esistenza stessa".Sempre negli antichi spazi del Palazzo Ducaleè aperta al pubblicoTokyo Baburu di Francesco Jodice, che con fotografie di grande formato e intenso impatto emozionale, coglie l'intima essenza di questa città, interpretata come un immenso organismo, in cui il paesaggio urbano e quello umano rincorrono un obiettivo comune, quello della crescita ad ogni costo. Nello stesso luogo anche Qui? O là?, già presente alla Biennale di Shanghai del 2002, realizzata dalla coppia cinese Lin Tian Miao e Wang Gongxin. In un gioco continuo di rimanti e allusioni, che suggeriscono la possibilità di sovvertire i canoni della normalità, le immagini in bianco e nero rappresentano scene emblematiche di Pechino. L'architettura antica, gli hutong, gli edifici rasi al suolo e le nuove costruzioni, i palazzi di regime e il paesaggio naturale diventano sconcertanti sfondi per eterei personaggi vestiti con costumi creati con materiali inusuali.
Palazzo Guinigiospita la VII Photo Agency, una delle più importanti agenzie di fotogiornalismo del mondo, che compie 10 anni. Per celebrare l'anniversario ha ideato e coprodotto in anteprima assoluta con il festival la mostra VII Looks East, che esplora il continente asiatico attraverso la selezione delle migliori fotografie realizzate da tutti i fotografi dell'agenzia.
Al Real Collegio altre tre mostre di grande spessore. La prima I cinema itineranti dell'India è un reportage realizzato dal fotografo indiano Amit Madheshiya, che ha vinto il World Press Photo 2011 nella categoria Arts and Entertainment.  Il tema di grande fascino è l’occasione per gettare uno sguardo sulla complessità della realtà indiana, in cui tradizione e modernità si fronteggiano. Per circa sessant'anni, infatti, le compagnie di cinema itinerante hanno allietato le fiere religiose delle zone rurali dell'India occidentale e oggi, nonostante l'accanita competizione della dilagante TV via cavo e dei lettori video, il cinema itinerante rifiuta di arrendersi senza aver combattuto per la propria sopravvivenza. La seconda Felice Beato e la scuola di Yokohama presenta una selezione di antiche e preziose immagini realizzate da Felice Beato e dai suoi seguaci. Personaggio fra i più interessanti della storia della fotografia, Beato approdò a Yokohama nel 1862, dove aprì un laboratorio di fotografia all'avanguardia e istruì abili artisti giapponesi a colorare a mano le sue riprese, assicurandosi un enorme successo. Nel suo studio la maestria della pittura giapponese si unì alla cultura occidentale per creare sui toni sfumati degli acquerelli immagini uniche. La terza L'India: aristocratici e antichi palazzi stimola l'immaginazione: antichi palazzi, luoghi di stupefacente architettura sono stati colti dagli obiettivi Samuel Bourne, mentre i ritratti di aristocratici di alto lignaggio, realizzati tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso, provengono dallo studio Photo Service di Nuova Delhi, per ricostruire idealmente la vita in India vista attraverso gli occhi di una classe sociale privilegiata. A questa è necessario aggiungere la sezione video con Onward, onward, onward! e Rainbow, le due video installazioni dell'artista cinese Jang Zhi, che affronta vari aspetti della società contemporanea del suo paese: il consumismo, la solitudine, la frenesia.
Da non perdere infineSpettacolo Nostalgia alla Chiesa dei Servi, con cui l’autore Enrico Genovesi ha vinto il Roberto De Carlo Lucca Photo Contest 2011. Gli scatti raccontano la storia di una famiglia italiana anomala, che possiede il fascino d'altri tempi. Marito e moglie insieme ai loro cinque figli sono impegnati in una semplice e coinvolgente rappresentazione itinerante. Muovendosi con una carovana e abitando in carri di legno ogni giorno mettono in scena una quotidianità venata di nostalgia.