“Prismi e ombre” di Alberto Biasi

A cura di: Maria Vinella

“Prismi e ombre” di Alberto Biasi

“Prismi e ombre” di Alberto Biasi

 

di Maria Vinella

 

Nel centro storico di Molfetta, negli spazi suggestivi del Torrione Passari e della Chiesetta della Morte, è possibile ammirare sino a febbraio 2013 la mostra dell’artista Alberto Biasi. L’artista padovano, classe 1937, inizia l'attività di pittore e scultore nel 1959. Nel 1960 forma il Gruppo N e nel 1961 è fra i promotori del movimento europeo Nuove Tendenze, nel '62 fra i fondatori dell’ Arte Programmata. In quel periodo lavora collettivamente e firma Gruppo N opere come "trame", “rilievi ottico-dinamici" ottenuti per sovrapposizioni di strutture lamellari, "forme dinamiche" ottenute per torsioni, “foto-riflessioni” in movimento reale, “ambienti” a percezione instabile. Dopo lo scioglimento del Gruppo N inizia a lavorare su forme e spazialità cangianti e su movimenti armonici, realizzando un numero consistente di opere dal titolo "politipo".

Negli anni settanta abbina elementi lamellari in torsione e parti in movimento reale, mentre intorno agli ottanta e novanta arricchisce ulteriormente i “politipi” con inserimenti di forme e cromatismi di forte suggestione figurale. In questi ultimi, per contrasto tra la plasticità cangiante del minirilievo e la bidimensionalità della pittura, le nuove immagini vivono con e per chi le guarda e appaiono evocative di un continuo divenire.

Importante appare l’ultima evoluzione del suo lavoro, quando nel passaggio del 2000 elabora una sintesi delle ricerche precedenti e crea gli “assemblaggi”, soprattutto dittici e trittici prevalentemente monocromatici, d’impressionante effetto plastico e coloristico.

La mostra pugliese, a cura di Gaetano Centrone, in collaborazione con Marco Meneguzzo e la galleria Allegra Ravizza di Milano, propone un itinerario urbano attraverso luoghi storicamente emblematici “illuminati di arcobaleno o di luce nera”, tappe significative del lavoro di Alberto Biasi.

Scendendo all’interno del Torrione Passari il visitatore, di fronte ai cinetismi del grande“Light Prisms”, potrà immaginare di immergersi nei colori dell’arcobaleno e averne una visione spettacolare a 360 gradi. In “Light Prisms” la mutevole composizione di raggi, che appaiono, svaniscono e lentamente si saturano, cambiando colore attraverso l’intera scala cromatica (dal rosso al violetto) introduce il visitatore alla percezione degli “arcobaleni invisibili” presenti nella luce bianca, ma che sfuggono normalmente all’occhio, abituato a distinguerli solo se filtrati o riflessi dalla materia. Nel buio quest’opera si trasforma in metafora della conoscenza. Così come metafora della meraviglia della capacità di percezione dell’occhio umano sono altri quattro grandi lavori ospitati sempre nel Torrione Passari, nelle salette superiori.

Invece, la fascinazione dell’installazione “Eco”, riferita alla leggendaria Ninfa morta di consunzione per amore verso Narciso, assume un nuovo significato in rapporto alla Chiesa della Morte. Il lavoro, di dimensioni ambientali, si compone di bianche tele fosforescenti, illuminate da luce di Wood, che - in un coinvolgente gioco tra l’essere e l’apparire - interagiscono con i visitatori trattenendone temporaneamente le ombre delle sagome corporee come in un effetto-eco, non sonoro ma visivo.

 

 

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