Nunzio: scultura come misura dello spazio

Sensibile e acuto innovatore del linguaggio scultoreo, Nunzio progetta da alcuni decenni opere basate sulla relazione estetico-sensibile con la materia. Materia che diviene, nei suoi lavori, mutevolmente, metamorfica, vibrante di energia fisica/concreta, quasi carnale, sia nei legni combusti, che nei piombi, nei bronzi, nei gessi, nelle stratificazioni complesse degli interventi su carta.


di Maria Vinella
 
            Sensibile e acuto innovatore del linguaggio scultoreo, Nunzio progetta da alcuni decenni opere basate sulla relazione estetico-sensibile con la materia. Materia che diviene, nei suoi lavori, mutevolmente, metamorfica, vibrante di energia fisica/concreta, quasi carnale, sia nei legni combusti, che nei piombi, nei bronzi, nei gessi, nelle stratificazioni complesse degli interventi su carta.
            Tra i principali protagonisti della Nuova Scuola Romana, scultore tra i più significativi del panorama artistico contemporaneo, Nunzio – che, ricordiamo, è stato di recente vincitore del “Premio Segno d’Oro” attribuito da Segno – ha sempre privilegiato il rapporto emozionale e al contempo concettuale con i materiali, accolti da forme compositivamente essenziali e percettivamente leggere, che per certi versi riconducono mentalmente ad aspetti della natura (come ebbe a dire Giuliano Briganti negli anni ottanta).
            Anche in occasione di questa personale (maggio 2012) alla Galleria Marilena Bonomo di Bari (con cui Nunzio collabora dal lontano 1978) – mostra inserita in un progetto espositivo di ampio respiro che propone, pressoché in contemporanea, altre due personali negli spazi romani della Galleria Valentina Bonomo e della Galleria Alessandra Bonomo – l’artista propone opere in legno combusto di grandi dimensioni, specificatamente realizzate per il luogo.
            Ancora una volta, con questi ultimi lavori, Nunzio trasforma la materia in forma, forma scultorea. E il legno della scultura in architettura dello spazio. Anzi, il legno diviene esso stesso spazio pieno che abita lo spazio vuoto, diviene superficie o volume, angolo o curva, vuoto concavo o pieno convesso, texture che assorbe la luce radente o lucida pelle che la rispecchia. Diviene architettura. Paesaggio. Essenza pregnante destinata ad alterare la percezione spaziale. Luogo consapevole della materia-origine di tutte le cose, capace di assumere sia le vesti dell’unicità dell’essere che le vesti dell’universalità del pensiero.
Galleria Bonomo, Bari