Marco Gastini e i suoi “Duetti”

Marco Gastini e i suoi “Duetti”
di Maria Beatrice Crisci
Il grande artista torinese trasforma  in un raffinato ambiente cosmico la Galleria Nicola Pedana di Caserta
“La mia pittura aspira alla trasparenza e alla sospensione, vibra e si libra all’interno, non è mai data una volta per tutte e non è mai dichiarata esplicitamente”. Così scrive il grande artista torinese Marco Gastini. Settantasette anni portati benissimo, Gastini è un vero vanto della cultura italiana con qualificati riconoscimenti internazionali. La sua personale “Duetti” è stata inaugurata presso la nuovissima sede di Nicola Pedana Arte Contemporanea a Caserta. Il progetto espositivo sembra coinvolge lo spettatore con un pensiero artistico incentrato su elementi archetipici del gesto, del segno e della materia, verso lo spazio sia fisico che mentale come luogo d’azione della pittura. Le opere si attirano in tensione con rimandi ed echi di colore e di materia,coinvolgendo tutti i lavori in un percorso ambientale. Accomunano tutte le opere i materiali eterogenei tradizionalmente non pittorici che con la loro fisicità espressiva rendono partecipe l’attenzione percettiva dello spettatore attraverso una forte tensione sensoriale. Duetti è dedicato alle tre coppie di grandi lavori che costituiscono il corpo centrale dell'esposizione, tre coppie di gemelli omozigoti. “Hanno gli stessi cromosomi perché – ci racconta l’artista - sono fatti della stessa materia, verrebbe da dire della stessa sostanza dei sogni. In effetti è come se i sogni si materializzassero di volta in volta nell'ardesia, nella terracotta o nell'alluminio fuso. E l'idea che l'atto creativo si concretizzi in un parto bigemino fa ricorrere alla mente il gioco dell'arte e il suo doppio, la specularità dell'opera che si specchia in se stessa” . L’artista poi aggiunge: “Dagli anni ’70 in cui lavoravo solo su materiali minimi, tela bianca con matita o carboncino, successivamente nell’80 ho deciso di smettere e ho realizzato due grandi quadri blu e da allora questo blu ha continuato a starmi addosso. Con questo colore ho usato del materiale diverso come pergamene, segni che diventavano oggetti vitali come carrubbe che raccoglievo e mettevo direttamente sulla tela. Man mano il materiale ha iniziato a crescere così sono arrivato al legno, ai tronchi di legno, le pietre, per arrivare alle ardesie e all’alluminio e alle terracotte”.  Insomma, l'artista ha sempre il suo altro dentro e fuori di sé in una continua schizofrenia creativa. Di tutto questo c'è consapevolezza e Gastini lo esprime replicando materiali e immagini. L’esposizione rimarrà aperta fino al 10 maggio 2015. In occasione del vernissage è stato presentato il catalogo con testi di Valeria D’Urso.
Biografia - Marco Gastini è nato nel 1938 a Torino, dove vive e lavora. Dalla fine degli anni Sessanta sviluppa un’originale ricerca sulla pittura, indagata negli elementi che ne determinano il grado espressivo essenziale: il segno, la presenza spaziale, l’azzeramento cromatico. Nelle opere degli anni Ottanta compaiono il colore e un frequente impiego di materiali tradizionalmente non pittorici, taluni anche carichi di un vissuto umano, come legno, metalli, minerali, pergamena; i titoli perdono il registro minimale per diventare narrativi o evocativi. Dagli anni Novanta continua la contaminazione fra materiali eterogenei che interagiscono fra loro e con l’ambiente, talvolta in scala monumentale, per creare coinvolgenti campi di energia e irradiare una tensione nello spazio che ingeneri emozioni nello spettatore. In Italia, Gastini ha esposto le sue opere nelle principali città e in particolare ha lavorato a lungo con la Galleria Martano di Torino e con il Salone Annunciata di Milano. Ha ideato installazioni site-specific, come a Castel Burio (1987) o a Siena (1997); ha partecipato alle Biennali di Venezia del 1976 e del 1982. Fra le mostre degli ultimi anni si annoverano quelle tenute alla Galleria dello Scudo di Verona (2008-2009), alla Galleria Giorgio Persano di Torino (2007), alla Galleria dell’Oca di Roma (2005).  All’estero, sin dagli anni Settanta, ha preso parte a diverse collettive sulla situazione dell’arte italiana e ha tenuto esposizioni personali in numerose gallerie: tra le altre, Annemarie Verna di Zurigo, John Weber di New York, Walter Storms di Monaco di Baviera. Musei italiani e stranieri gli hanno dedicato grandi mostre antologiche.

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