EXTRABILIA - EXTRARTE

Un rinnovato concetto di esposizione d’arte contemporanea con opere disseminate nello spazio e nel tempo si sta progressivamente facendo largo nelle abitudini italiane. Così come accade da tempo nel resto d’Europa e nei paesi americani, l’arte assume la forma del viaggio, le mostre diventano diffuse, i lavori sono distribuiti sul territorio. Il concetto di museo all’aperto da essere eccezione diventa norma e le stagioni miti sono una preziosa occasione per realizzare progetti d’arte allargati ai contesti abituali del vivere collettivo.

 
 Di Maria Vinella
 
 
Un rinnovato concetto di esposizione d’arte contemporanea con opere disseminate nello spazio e nel tempo si sta progressivamente facendo largo nelle abitudini italiane. Così come accade da tempo nel resto d’Europa e nei paesi americani, l’arte assume la forma del viaggio, le mostre diventano diffuse, i lavori sono distribuiti sul territorio. Il concetto di museo all’aperto da essere eccezione diventa norma e le stagioni miti sono una preziosa occasione per realizzare progetti d’arte allargati ai contesti abituali del vivere collettivo. Come accade a “Extrabilia”, mostra diffusa distribuita tra terrazze panoramiche e passeggiate a mare, tra palazzi e chiesette, vicoli e piazze, angoli e scorci del Borgo Antico di Polignano a Mare, in Puglia. La mostra è notturna, visitabile dal tramonto all’alba e accoglie i bagliori delle installazioni luminose di dieci autori. Sfida suggestiva, l’esposizione è un’occasione insolita per ‘avere visioni’, guardando con sguardo incantato la realtà e scoprendo con meraviglia quanto sia incredibile ogni immagine che scorre sotto i nostri occhi.
Ad esempio, l’installazione luminosa “Blue Star” di Guido Corazziari, costringe l’osservatore a sollevare lo sguardo verso l’alto, non solo per ammirare l’inusuale coniugazione tra architettura rinascimentale e architettura stellare, ma per comprendere la natura dinamica e trasformista dell’arte contemporanea. Diverse forme, diversi contesti, nuove mutazioni: l’opera è sempre cangiante e sempre uguale a se stessa, metafora del nostro tempo e paradigma spaziale dei non-luoghi. Forme e figurazioni allusive all’immaginario collettivo sono quelle realizzate da Paolo De Santoli, che somma fantasia progettuale e cultura artigiana in personaggi immaginari dalle caratteristiche bizzarre, lampade-scultura evocative e dissacranti che si alimentano alle pratiche del recupero e riciclo per andare oltre la dimensione ovvia dell’estetico. L’opera “Pausa” di Patrizia D’Orazio è un omaggio al silenzio e alla contemplazione. Con la consueta eleganza leggera, l’artista riflette sul rapporto tra Natura e Cultura, Paesaggi e Architettura, attraverso una installazione luminosa (in ferro e led) dal carattere fortemente simbolico, con due sottili e altissime sedie affiancate da due leggii, collocate di fronte al mare, che invitano alla sosta il turista frettoloso. L’opera di Maria Martinelli, due light-box della serie “Gateways”, è dedicata ai paesaggi noti per le loro qualità turistiche e per le loro attrattive; invece “Adorazione” di Magda Milano (due edicole votive che si fronteggiano, una accoglie uno specchio, l’altra, un autoritratto fotografico dell’artista) è allusione al difficoltoso percorso di riconoscimento dell’io interiore.
L’installazione “Ferropiuma” di France Granito in ferro e neon raffigura una gigantesca piuma sospesa su una scogliera a picco sul mare, allusione provocatoria al dialogo impossibile tra peso e leggerezza, pieno e vuoto, luminosità e oscuritò, realtà e simulazione, vero e falso. Mentre l’opera di Pippo Patruno: “Nauta”è dedicata a ‘colui che naviga’, il Navigatore dei mari o – nell’accezione più contemporanea – il Navigatore virtuale, metafora molteplice della complessità della conoscenza: da quella del mito a quella della scienza, da quella dell’arte a quella della poesia...
Identico atteggiamento poetico è racchiusa nell’opera di Rosanna Pucciarelli “Settemetridicielo”. Qui, le suggestioni del cielo stellato sono racchiuse in un luminoso cubo di plexiglass, nelle cui trasparenze cristalline ritroviamo le problematiche ecosostenibili e le tematiche ambientaliste. La videoproiezione di Rosemarie Sansonetti intitolata “Blu” racconta il processo di continua dissoluzione che investe la materia e lo spazio, la materia fisica e corporea e la forma visibile, simulacri – ormai – di un mondo che corre verso la smaterializzazione. Infine, gioco ironico e simbologia animale si intrecciano nel serpentone luccicante di Patrizia Piarulli.
Disseminate nello spazio del borgo antico, le opere ci invitano alla riflessione sul delicato rapporto tra arte contemporanea e patrimonio culturale e ambientale, e, grazie al nostro sguardo, reinventano e ri-fanno la realtà ricordandoci quanto sia effimera la relatività della visione.
(Polignano a Mare, da luglio a settembre 2010)