Echi d’arte dalla Val Gardena

Echi d’arte dalla Val Gardena
di Michele De Luca

Un interessante mostra al  Forum Artis Mvsevm di Sabbioneta. 
Le opere più recenti di trentacinque artisti di “Unika”

      La lavorazione del legno nella Val Gardena era nel XVI secolo un’attività complementare, svolta nei lunghi mesi invernali: era un lavoro primitivo d’intaglio di piccoli animali, oggetti di decoro e d’uso domestico, che, a partire da semplici figure ed oggetti casalinghi, si è sempre più sviluppata nella scultura d’arte nei diversi stili e maniere d’esecuzione fino ad arrivare ad oggi all’esecuzione e all’interpretazione in vasta gamma di opere d’arte sacra e profana. Nel 1872 fu fondata la scuola d’arte di Ortisei e nel 1907 quella di Selva. Nel solco di questa tradizione secolare si cplloca un’iniziativa artistico-culturale sorprendente e decisamente fuori del comune: nel 1994 è nata “Unika” nella consapevolezza di essere gli eredi di questa antichissima creatività che coinvolge la bellissima Val Gardena (in lingua ladina Gherdëina e in tedesco Gröden o Grödnertal) sbocco di civiltà, di culture e di lingue che ne fanno un’espressione davvero “unica” e originale dell’Alto Adige, nel cuore delle Dolomiti, grazie all’impegno di un compatto di vari artisti – scultori, doratori, policromatori e decoratori  – che vivono ed operano a Ortisei (dove ha sede l’associazione), Santa Cristina e Selva.
     Il gruppo comprende oltre quaranta artisti, di cui circa trenta partecipano ogni anno alla manifestazione “Unika. Scultori in fiera” ad Ortisei, che ha luogo ogni anno nella seconda metà d’agosto; pur condividendo matrici culturali e artistiche, che affondano in antiche tradizioni artigianali, gli artisti gardenesi hanno poi intrapreso e sviluppato percorsi assolutamente autonomi e originali. Unika, infatti, offre una vasta e straordinaria gamma di sculture e pitture, oltre all’impiego di tecniche assai diversificate: dall’artigianato artistico tradizionale all’arte contemporanea, dal figurativo all’astratto, con grande varietà dei soggetti, che spaziano dall’arte sacra a motivi assolutamente profani.
      Tra i compiti che si prefigge l’associazione vi è quello di “autopromuoversi” e di farsi conoscere anche fuori dal territorio della valle (che Pertini, solito nel trascorrervi le sue vacanze, definì come “la più bella del mondo”); in questa prospettiva acquista particolare importanza l’incontro e il “connubio”, propiziato da Augusto Medici della Contemporart di Nonantola (Modena), con l’iniziativa di proiettarsi nella promozione dell’arte contemporanea da parte di un comune (dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità) che vanta una straordinaria ricchezza artistica e architettonica, come Sabbioneta in provincia di Mantova, costruita tra il 1554 e il 1591 in base ai principi umanistici della “città ideale”, in cui, si voluto, per “aprirsi” al contemporaneo,  creare il  Forum Artis Mvsevm, che ha sede nell’ex Convento dei Servi di Maria (Piazza Libreria Grande, 1), dove è stata allestita la mostra “Gli artisti di Unika a Sabbioneta” con un’ampia selezione delle opere più recenti da loro realizzate.
     La parte da padrona la fa la scultura, in cui Hubert Mussner sa cogliere e interpretare nelle pose della “quotidianità” l’impeto straordinario della vita; Diego Deiana abbina il legno con la lucentezza dell’oro per dare calore al vigore plastico delle sue opere, specie nel “sacro”; Armin Grunt, il cui motto è “la semplicità crea la forza” per trasmettere grandi emozioni”; Norbert Insam da Trëbe, nell’opera  trasferisce il suo mondo onirico; Klaus Senoner, il cui percorso è improntato, da sempre, a dare al classico stile romanico un’espressione più dolce; Fabian Demetz, maestro “classico” della scultura lignea gardenese; Oswald Rifesser, traduce nelle sue opere, con sensibilità e passione, il fantastico e magico mondo naturale dolomitico; Georg Demetz Pilat, nel creare il suo repertorio plastico, al legno unisce il bronzo; Thomas Comploi, con i suoi bellissimi legni policromi di sapore quattrocentesco; Giovanni Demetz Sulé, originale nella sua scultura “minimalista”, sa cogliere in piccoli segni dell’uso comune simboli tradizionali di appartenenza originari del Tirolo; Gregor Mussner, con le sue sculture di carattere religioso, asciutte ma dense di carica simbolica e comunicativa; Vinzenz Senoner, con una scultura – ma anche pittura – tesa a coniugare il “classico” con invenzioni del tutto originali, attente alle lezioni dell’arte contemporanea; Eric Perathoner, la cui ricerca è tesa a cercare “forme nuove” per materializzare il suo mondo interiore, anche con l’impiego di materiali diversi dal legno; Lorenz Demetz, tra realismo e simbolismo, per trasmettere “emozioni”.
     E poi, Richard Senoner, tra espressionismo e forte urgenza estetica, con l’uomo al centro dell’attenzione; Walter Pancheri, tra scultura e pittura, crea opere armoniche in cui l’immagine sembra “sfuggire alla materia”; Otto Piazza, scopre la magia della pietra Bellerophon e la forza interpretativa del marmo; Alfons Runggaldier, con il legno, il ferro e il bronzi crea sculture filiformi, che riecheggiano Giacometti; anche in Gerald Moroder trova eco l’opera del grande scultore svizzero, che traduce nelle sue forme una concezione fortemente umanistica; sensibile interprete delle tradizioni ladine, Filip Moroder Doss, con i suoi bronzi rimanda agli esiti più importanti della scultura del Novecento italiano ed europeo; Adolf Andreas Kostner, fuori da riferimenti realistici affida alle sue sculture una valenza eminentemente simbolica; Samuel Perathoner utilizza forme “esagerate” per dare alle sue sculture forte espressività; Matthias Kostner, nella raffinata levigatezza del legno di castagno o di tiglio, dà vita alla realtà, strizzando l’occhio al simbolismo; Adolf  Vinatzer, capace di imprimere al legno di cirmolo la leggerezza e l’eleganza degli uccelli; Roland Perathoner, autore di piccole e animate “messe in scena” scolpendo legno di noce e di sequoia; Stefan Perathoner, maestro della terracotta, tra classicità  e contaminazioni pop; Egon Stuflesser, tra i più proiettati verso l’arte contemporanea, crea suggestive combinazioni tra legno e ferro; Livio Comploi, sensibile interprete di vita campestre o familiare, tra echi rinascimentali e modernità; Josef  Mussner Zorz, tra fantasiose creazioni e risonanze di “Valori plastici” fa rivivere la solenne umanità della nostra scultura antica; Klaus Insam, con grande attenzione all’elaborazione dei dettagli, fonde l’aspetto figurativo con la naturalità dei materiali. La pittura gardenese è rappresentata da Andrea Perathoner, le cui creazioni sono dipinti a bassorilievo con motivi fuori da ogni contesto storico-temporale; Sigmund Holzknecht, con i suoi paesaggi ad olio carichi di pace e nostalgia; Christian  Stl Holzknecht, con i suoi acrilici in cui soavità e leggerezza si coniugano con una densa espressività cromatica; Fabrizio Senoner, di tutti forse il più sensibile all’attualità, come dimostra il ciclo, veramente inquietante e “provocatorio, dedicato al sanguinoso attentato al “Charlie Hebdo”.       
     La storia ultraventennale di Unika è costellata di tanti sviluppi positivi, non ultimo il fatto di aver saputo offrire, e di continuare ad offrire, a diversi giovani artisti della valle, una “rampa di lancio” per la loro evoluzione creativa personale, spesso con risultati eccellenti, tali da assicurare una presenza sempre più importante dell’associazione sul territorio e un suo determinante contributo nella crescita delle prossime generazioni nella creatività e nella produzione artistica della Val Gardena. 
 

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