CORPO A CORPO DI GEOMETRIE

A cura di: Piero Varroni

CORPO A CORPO DI GEOMETRIE  Pensando alla pittura riteniamo che tutto possa essere dipinto, su qualsiasi supporto. Vediamo inoltre, solitamente, installare, catalogare, scomporre, accumulare, realizzare video. È il linguaggio che fa la differenza. La libertà e la totalità delle esperienze, sono essenziali all’arte.
 di Piero Varroni
 
Pensando alla pittura riteniamo che tutto possa essere dipinto, su qualsiasi supporto. Vediamo inoltre, solitamente, installare, catalogare, scomporre, accumulare, realizzare video. È il linguaggio che fa la differenza. La libertà e la totalità delle esperienze, sono essenziali all’arte.
Quando si parla di Libro d’Artista, sembra di essere ancora isolati in un recinto di futile giocosità.
Il libro d’artista, oltre ad avere alle spalle, nobili testimonianze, con esemplari di straordinario valore e bellezza, è attivo e considerato più che mai oggi, in un’epoca caratterizzata dalla serialità produttiva e dalla sovrabbondanza di proposte consumistiche.
Il libro d’artista cammina in parallelo, accrescendone il livello, sia alla letteratura che all’arte.
La sua riconoscibilità è prima di tutto nella fisicità, nell’essere un prodotto amanuense; da cui l’importanza dei materiali, in special modo del tipo di carta – realizzata secondo antiche procedure manuali – la cosiddetta carta a tino. Il libro d’artista va apprezzato quindi, nella consistenza tattile, nel particolare tipo di suono/rumore e di odore; infatti, non nasce per essere letto in modo tradizionale, ma accarezzato, annusato, ammirato. “Sentito” prima di essere capito.
 
Il libro d’artista obbliga a una visiona etica del fare artistico, poiché non può prescindere, né dall’impegno artigianale – e conseguente messa in opera di tipo “liturgico” – né dalla centralità dei contenuti: è al contempo, concetto, esperienza estetica e poetica.
Con questi due presupposti il libro d’artista può diventare oggetto di “culto” e di cultura.
 
All’artista e allo scrittore o poeta – autori dell’opera – è dato il compito di realizzare un giusto equilibrio delle parti, in piena autonomia di linguaggio.
 
Equilibrio che possiamo osservare nel libro “non ancora e già” di Rosella Restante, con un testo di Mimmo Grasso. L’autrice, in due tavole di ragguardevoli dimensioni, dà forma ai due estremi concettuali deducibili nel titolo: “non ancora” e “e già”. In esso, forme essenziali in nero e grigio, creano un corrispettivo visivo di staticità e di dinamicità evocate dal titolo.
Nel libro “Uscita d’emergenza” (di Piero Varroni), della stessa dimensione, la forma traduce il testo poetico (sempre dello stesso autore) in sequenza ritmata contraddetta da elementi grafici in dialettica opposizione, che determinano un nucleo tensivo. 
 
Ognuno di questi esemplari è la prova dell’impegno – nei termini di procedimenti lenti e accurati – nella conciliabilità tra l’unicità del lavoro artistico e un’attenta pratica artigianale. 

Categorie correlate