CARNELLO cArte ad Arte 2014. LA SFIDA CONTINUA …

CARNELLO cArte ad Arte 2014.  LA SFIDA CONTINUA …
CARNELLO cArte ad Arte 2014
LA SFIDA CONTINUA …
Annotazioni sull’XI edizione
Di Loredana Rea
 Un ciclo si è chiuso lo scorso anno con la decima edizione e uno nuovo si apre con l’undicesima.
Le premesse sono le stesse: la volontà di riannodare i fili di una tradizione antica della media valle del Liri, la manifattura cartaria, per recuperarla alla cultura e alla memoria attraverso le suggestioni offerte dall’arte. Anche l’entusiasmo non è venuto meno, perché l’opportunità di conoscere i percorsi di ricerca e gli approcci metodologici e progettuali delle nuove generazioni è ogni volta occasione per ipotecare il futuro. È cambiato solo il tema scelto come collante per questa nuova esperienza ricognitiva sui linguaggi dell’incisione declinati dai più giovani, con l’intento di attivare una valutazione sulla complessità della contemporaneità.
Limes confini culturali alla fine di un mondo è il territorio suggerito per il confronto di questo appuntamento espositivo. Rappresenta non solo una proposta di riflessione ma anche, e soprattutto, la possibilità di superare confini mentali e fisici, barriere costruite dall’uomo contro l’uomo, per aprirsi ad altre dimensioni di raffronto tra diverse culture e modi di sostenere la quotidianità, guardando oltre l’asfittico spazio del presente. Una proposta complessa nell’interpretazione, eppure foriera di spunti di grande interesse, che è stata accolta da decine di giovani incisori, a dimostrazione di una vitalità “sconcertante”, perché ancora troppo spesso completamente ignorata dalle maggiori rassegne artistiche internazionali, sempre più interessate a porre l’accento sulla spettacolarizzazione delle soluzioni operative ed espressive.
D’altra parte l’incisione, caratterizzata da una specializzazione tecnico-formale, che è sostanza, ragione di essere e limite, non offre nulla di particolarmente appariscente, piuttosto richiede una condizione di contemplazione e silenzio, in cui a dominare - come già affermava Baudelaire[1] -  è l’esigenza di un rapporto di lettura diretto, ravvicinato, che la colloca in una posizione laterale rispetto alla centralità dei dibattiti e delle elaborazioni critiche.
Non è alla moda, nonostante la realtà di premi importanti e il moltiplicarsi di esposizioni tematiche, che pure devono essere letti come il segno del radicamento dell’interesse per questo linguaggio, perché il compiersi della sua creatività è racchiuso in gesti e azioni, ritmati da una ritualità precisa, che difficilmente può essere infranta. Ha il sapore di una pratica alchemica, che richiede rispetto del rigore, non concede deroghe e non permette facili invenzioni. Tutto, infatti, si gioca nell’intervallo che separa la matrice dalla materializzazione sulla carta: il compiersi del doppio e della sua riproducibilità, a sottolineare che il senso e il valore di un’opera non sono legati solo all’unicità, quanto piuttosto alla capacità di rinascere continuamente con l’atto della visione.
La marginalità, costantemente denunciata, che la caratterizza, e che l’ha contraddistinta a partire dalla seconda metà del XIX secolo, anche se le ha offerto e continua a offrirle la possibilità di porsi come luogo privilegiato per le sostanziali verifiche sulle differenti problematiche dell’arte, ha finito con confinarla in una posizione di aristocratico distacco, che poco corrisponde all’originaria natura divulgativa e che anzi ha l’effetto di una discriminante emarginazione.
Non è difficile comprende che, stando così le cose, anche dopo aver tagliato il traguardo della decima edizione e aver contribuito a creare una realtà a cui fare riferimento, ricominciare a definire i presupposti di un premio di incisione riservato ai giovani artisti rappresenti una sfida, che non concede certezze.
È impossibile prevedere gli esiti, al di là di ogni presumibile difficoltà di ordine organizzativo, perché in una società, che va continuamente trasformandosi, sotto l’azione di una capillare medializzazione, l’arte dell’incisione propone alla difficile ricerca della propria identità altri strumenti di approfondimento, per tradurre nel segno della continuità e della trasformazione le tensioni, le inquietudini, i disagi che permeano il presente, reclamando attenzione, riflessione e azione.
Per questa nuova edizione la proposta espositiva, delineata dalla commissione scientifica, scegliendo tra le opere pervenute, con l’intento di esprimere la complessità di motivazioni e la pluralità di metodologie, che sono struttura primaria della ricerca artistica, sottopone all’attenzione del pubblico una selezione limitata ma certamente esemplificativa di differenti linee di tendenza, per fornire ancora una volta un’occasione di incontro e di confronto a quanti non abbiano superato la soglia dei quaranta anni. L’intento è suggerire la fertile mescolanza delle tendenze teoriche e operative, che animano i molti percorsi legati alle tecniche dell’incisione, e restituire il senso di quella molteplicità espressiva, perseguita con strumenti spesso molto differenti e nutrita da intenzionalità per lo più discordanti.
Questa XI edizione si offre, infatti, come spaccato sulla varietà degli orientamenti e delle sperimentazioni, sulla sedimentazione delle contaminazioni linguistiche, in un momento in cui la crisi di un sistema fondato sulla globalizzazione culturale ed economica lascia affiorare l’esigenza di una profonda riflessione su se stessi, a reclamare cambiamenti profondi di cui non è più possibile nascondere l’urgenza. Non è un caso dunque che i giovani incisori selezionati per la mostra del 2014 abbiano interpretato il tema proposto nella direzione di una riflessione sulla fragile realtà dell’esistenza, lasciando emergere che in questo tempo presente, scosso da contraddizioni insanabili, l’arte può e deve essere considerata come opportunità di sollecitare una differente attenzione all’articolazione della contemporaneità. Soltanto l’arte può sfidare le convenzioni legate alle leggi del potere e dell’apparenza, superare i confini divenuti barriere, costruite per contenere paure e conflitti, e proporre altre strategie contro l’estrema precarietà che sostanzia il divenire della quotidianità.
 
XI PREMIO INTERNAZIONALE DI INCISIONE
a cura di Loredana Rea

 Museo Civico, Piazza Mayer Ross, Sora (FR)
11-26 ottobre 2013
10,00-13,00   16,30-19,30
Inaugurazione sabato 11 ottobre ore 17,00
 
 
 
 
 
[1] Cfr. Charles BAUDELAIRE, L’acquaforte è di moda, in Scritti sull’arte, Einaudi, Torino 1992, pag. 323
 

Categorie correlate