Artisti inglesi alla Galleria ArteOra di Foggia

Le ultime tendenze dell’arte contemporanea prodotta dalla società globale evidenziano uno scenario creativo animato da performer, pittori, illustratori, designer, grafici, fotografi, accomunati dalla comune spinta all’innovazione, dall’uso delle tecnologie più moderne, dall’abitudine al confronto internazionale.
Il corpusdelle opere che producono sconvolge le nostre abitudini percettive, muta le comodità interpretative, confonde le logiche iconografiche.

L’ELP Studio
Le ultime tendenze dell’arte contemporanea prodotta dalla società globale evidenziano uno scenario creativo animato da performer, pittori, illustratori, designer, grafici, fotografi, accomunati dalla comune spinta all’innovazione, dall’uso delle tecnologie più moderne, dall’abitudine al confronto internazionale.
Il corpusdelle opere che producono sconvolge le nostre abitudini percettive, muta le comodità interpretative, confonde le logiche iconografiche. Cresciuti nella moderna bulimia da immagini e nella cultura iperfigurativa, e alimentati da un consumo visivo onnivoro e cannibale, i giovani autori fondono mondi fantastici e realtà di strada, spazi delle periferie e caos metropolitano, antropologia dei margini e centralità identitaria, per creare l’arte del futuro.
Un’arte composita, miscellanea di opere effimere che registrano gli eventi passeggeri della vita, gli interventi negli spazi pubblici, le coreografiche e accurate performance, le manipolazioni mentali del quotidiano, le incursioni nel sociale e nel politico, il riutilizzo di materiali riciclati, le forme di comunicazione virtuale, ecc. Viste in tal modo, le operazioni estetiche appaiono come pezzi di un esteso puzzle collettivo, che – nell’epoca della “scaricabilità” – nega i concetti di stile e di linguaggio, di unicità e di copyright, per affermare invece il valore di una cultura artistica che “crea” operando in community, aperta allo scambio con il sistema dell’arte e della cultura, ma soprattutto con il pubblico.
E’ con questo spirito di collaborazione e di comunicazione, di sperimentazione e di innovazione, che lo Spazio ArteOra apre la nuova stagione espositiva con la mostra “Link”. O meglio, in maniera più completa, “LINK:  East London Printmakers Studio meets Italy”.  L’articolato evento espositivo  accoglie le proposte di artisti dell’ East London Printmakers Studio, appartenenti a differenti nazionalità e culture.
L’ELP Studio
, situato ad Hackney, nel cuore della scena artistica londinese, è uno spazio di promozione visiva attivo da più di un decennio,  che conta alcune centinaia di membri. Forse il più famoso a Londra, e certamente tra i più importanti in Gran Bretagna, coordina una intensa attività artistica realizzata sia da artisti affermati che da giovani promesse, e produce opere che fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche e private (dal Victoria & Albert Museum alla Tate Modern, ecc.). Nel variegato panorama londinese, polo educativo tra i più importanti del mondo, esso è sede di un mix culturale alimentato da molteplici background, fervido luogo di trasformazioni continue e di fermenti dinamici, dove le idee e i progetti si fondono e si confondono, si confrontano e si diffondono.
I giovani artisti selezionati per la mostra “LINK” propongono testimonianze emblematiche dell’esperienza creativa condotta nell’ELP Studio, opere significative che evidenziano la vivacità di un ricco contesto di promozione delle energie dei nuovi talenti. Difatti, il tema filo conduttore della mostra è il “link”, termine che tradotto in italiano significa “contatto”, in questo caso  inteso con l’ampia accezione di incontro , unione, collegamento. L’evento italiano dell’ “ELP Studio” (che per la prima volta espone in Italia i lavori dei propri artisti), costituisce l’incontro materiale di contenuti, messaggi, tecniche e processi artistici differenti, occasione di  scambio mentale e reale tra ambienti e culture, desideri ed esperienze. Tutto questo prezioso fermento è evidente nelle numerose opere in mostra:  grandi serigrafie, incisioni su carta, tecniche miste su vari supporti bidimensionali, libri d’artista, video, installazioni, ecc.
 
Gli artisti di LINK
Fabio Coruzzi, che vive e lavora a Londra da 12 anni, laureato alla University of the Arts London, lavora con la pittura e la serigrafia, la fotografia per designers e l’illustrazione. Printmaker freelance, si ispira nei propri lavori alla graffiti art e ama fondere sulla superficie bidimensionale dell’opera la pittura, il disegno, la serigrafia, mescolando tecniche come l’acrilico e l’acquerello, i pastelli a olio e l’inchiostro; l’ambiente urbano è la sua fonte di ispirazione principale, poiché stratifica materiali e messaggi estremamente differenti. Afferma che gli piace scrivere sul già esistente: “come i graffitari scarabocchiano sui muri delle strade, così io amo scrivere sulle fotografie, cancellare parole e poi aggiungerle”. Provocatorio e ironico, il suo linguaggio descrive scenari di critica sociale, e riflette quasi specularmente la realtà culturale della nostra società metropolitana, stretta, come lui stesso dice, tra il catrame e il cemento. Figure anonime, spazi caotici, scene di vita urbana, uomini e donne nei luoghi di lavoro, atleti e pubblico alle partite sportive, traffico cittadino..., nelle opere di Coruzzi la vita scorre incessantemente, e l’artista non fa altro che testimoniarlo fedelmente.
L’arte è un misterioso laboratorio di alchimia socio-culturale per Jacki Baxter, che si occupa di Art & Design (studi alla Middlesex University e Camberwell College of Art) e lavora come Food Stylist in campo pubblicitario. Nei suoi lavori, punto di partenza essenziale sono gli oggetti della vita domestica di tutti i giorni, i cui colori, forme, consistenze materiche assembla in composizioni di natura morta pulite e ordinate. La presenza dell’ordinarietà e di tutto ciò che è banale e comune rappresenta per Baxter un modo per ricondurre l’arte alla vita quotidiana.
L’eleganza segnica caratterizza le opere di Chiharu Kaido che, nei suoi lavori, predilige i soggetti figurativi naturalistici. Difatti, l’artista alimenta la propria visionarietà con forme dal valore fortemente simbolico, connotate da una sensibilità compositiva tipicamente orientale, fatta di spazialità ariosa e tonalità tenui, ritmi pacati e colori limpidi.
Steeve Edwards
è attratto dalle immagini a bassa risoluzione che alimentano il web, poiché in esse scopre un impensabile e debordante carico di esibizionismo, disperazione, erotismo, humour ... Predilige l’iconografia della “mascolinità” che associa al concetto di “virilità” e che scruta con sguardo ossessivo e voyeurista, svelando immagini di nudo dall’alone intimista o confessionale o feticista. Nel passaggio dal luogo informale del virtuale al luogo estetico della tecnica a stampa, Edwards esercita acutamente il proprio ruolo di selezione e controllo, restituendo valore all’immaginario “usa e getta” del consumismo planetario del corpo umano.
Peter Rapp
, londinese di adozione, predilige le tecniche illustrative e prende spunto, nelle sue opere, dalle narrazioni del presente storico esasperatamente intriso di politica, guerra, religione, integralismi di ogni genere e tipologia. I suoi interessi per i temi del sociale lo conducono ad attribuire ruoli ed identità specifiche – di carnefici o di vittime – alle proprie figurazioni deformate ed esasperate, strette in spazi claustrofobici intrisi di neri e di grigi, in perenne oscillazione tra ironico sarcasmo e humour nero, cupa follia ed esistenziale tragicità.
Proviene dalla University of the Arts London Michael Lemmetti, che si occupa prevalentemente di illustrazione e fotografia. Interessato alla eterna fugacità della cultura dei nostri tempi, opera un ossessivo recupero dei materiali più differenziati, fotografando reperti, collezionando immagini, raccogliendo oggetti. In tal modo arricchiste instancabilmente il proprio vocabolario visivo, molteplice e onnivoro, nutrimento incessante e variegato per il suo lavoro grafico.
Il londinese Nick Morley , laureato alla Sheffield Hallam University (Fine Art) e presente in numerose collezioni pubbliche inglesi, gioca con una visionarietà estremamente moderna. Nei suoi soggetti, prevalentemente figurativi (soprattutto ritratti) , predilige l’aspetto ludico delle bizzarre icone della nostra comunicazione visuale: omini in divisa militare, in costume pop, in abiti tradizionali di varie etnie, giovani imberbi e vecchioni barbuti, eroi e lottatori, cowboys e cacciatori, oppure animali desunti dalle simbologie nazionaliste. Attraverso cromie accese e tratti netti, dettagli decorativi, inquadrature della figura tipicamente cinematografiche (mezzi busti e piani americani), eliminazione di ogni connotazione ambientale, dà risalto ai soggetti con un disegno nitido ed essenziale, che ben si addice alle tecniche dell’acquaforte e dell’acquatinta.
Wuon Gean Ho
, laureata in Storia dell’Arte, ha studiato tecniche di stampa tradizionale in Giappone. Nella propria produzione artistica si serve di serigrafia, incisione, intaglio, e usa tale mix per realizzare opere che focalizzano l’attenzione soprattutto sull’iconografia animale e vegetale. La leggerezza del suo segno grafico è occasione, per lei, di indagare i mondi onirici e quelli della memoria. Autrice di bellissimi art books, riesce – soprattutto tramite l’incisione – a realizzare composizioni che fondono suggestioni floreali e flessuosi corpi femminili, accolti in spazi molteplici e realtà spezzettate.
Jairo Zaluda
e Nicola Green lavorano insieme realizzando complicate installazioni e performance. La loro pratica originale sta nel reinterpretare l’immaginario sociale mediante la manipolazione digitale mescolata alle tecniche di stampa tradizionali (come la serigrafia) e la rifinitura in tridimensionale (spesso completata con svariati materiale riciclati, pittura con acrilici, interventi di fiamma ossidrica, ecc.). In tal modo, combinando le apparenze scultoree (3D) con la superficie piatta del bidimensionale, realizzano operazioni artistiche la cui essenza stratificata si affida all’accavallarsi caotico del flusso temporale. Scarti di poster, muri scrostati, tracce di messaggi pubblicitari, vecchie simbologie propagandistiche, richiami alla cinematografia del passato: ogni piccola storia lascia una traccia e una nuova possibilità interpretativa.
Lydie Gallais
crea spazi pittorici sospesi tra astrazione e figurazione, coperti da pennellate dense e campiture frammentate, cariche di colori caldi e segni-scritture emotive. La accesa passione cromatica è sensibilmente evidente – in particolar modo – nella ultima serie di serigrafie, spesso ispirate al movimento impressionista.
Katja Rosenberg
stratifica spazi ambigui dove confusamente convivono allusioni al disegno infantile e scritte dal sapore diaristico, gestualità segnica e scenari multicromatici allusivi alla realtà contemporanea delle nostre metropoli. Laureata in Illustrazione, si occupa anche di dare corpo visivo al misterioso e magico immaginario infantile. Un serbatoio di creatività infinita alimentato da raffigurazioni appartenenti al mondo delle favole e dei miti, che l’artista recupera e reinterpreta alla luce della visualità moderna.