Andy Warhol e la città di Napoli. Di Serena Zullo

Andy Warhol e la città di Napoli. Di Serena Zullo
Andy Warhol. Vetrine
Moltissimo interesse sta suscitando la mostra dedicata a Andy Warhol, che il PAN, Palazzo delle Arti di Napoli, ospita nei suoi spazi dal 18 aprile 2014. La mostra, curata dal più che noto Achille Bonito Oliva e organizzata dall'associazione Spirale d'idee, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, raccoglie circa 180 capolavori del re della Pop Art e sarà visibile al pubblico fino al prossimo 20 luglio.
Il titolo della mostra "Vetrine" è stato scelto in quanto l'idea guida del curatore è stata quella di mettere in scena il forte e costante legame che Warhol ha mantenuto con il mondo commerciale delle case discografiche, del merchandising e delle grandi catene di supermercati. La mostra si suddivide in quattro parti: la "sezione vetrina" con serigrafie delle Campbell's soup e le t-shirt realizzate dalla Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, la serie Ladies e Gentlemen del 1975, acquistata qualche anno dopo dal gallerista napoletano Lucio Amelio, la serie di quadri con tema il Vesuvio ("Vesuvius") e la serie di Marylin del 1967 e del 1985.
Altro aspetto importante che si cerca di far emergere attraverso l'esposizione di questi quadri è il legame dell'artista con Napoli, un legame nato intorno agli anni '70 grazie all'amicizia con i due napoletani Mario Franco e Lucio Amelio. Infatti proprio al rapporto con quest'ultimo si deve la nascita del famoso Headline Work (Fate Presto), un'opera per cui Andy Warhol ha reinterpretato, nello stile della Pop Art, la prima pagina de "Il Mattino" del 26 novembre 1980, che parlava del terremoto in Irpinia tre giorni dopo l'accaduto. Questa tragedia ispirò nuovi capolavori all'artista che sono, anch'essi esposti in questa mostra: parliamo della già citata serie Vesuvius, quadri in cui l'immagine del Vesuvio viene ripetuta ossessivamente utilizzando sempre colori diversi. La mostra espone, inoltre,  ritratti di personaggi illustri, come ad esempio Graziella Lonardi Buontempo, Ernesto Esposito, Peppino di Bernardo, Salvatore Pica e naturalmente Joseph Beuys in quanto i due si incontrarono per la prima volta a Napoli nel 1980 in un noto locale jazz, il City Hal Cafè.
In definitiva la mostra vuole rintracciare i legami di una velata empatia tra l'underground bello e dannato della città di New York e la creatività popolare della bella Napoli che vive il costante contrasto tra morte e rinascita, tra arte e kitsch.
La mostra è visibile dal 18 aprile al 20 luglio 2014, dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle 19.30 e la domenica dalle ore 9.30 alle 14.30 presso il PAN, Palazzo delle Arti Napoli, via dei Mille 60. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito www.mostrawarholnapoli.it

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