CONVERSAZIONI D’ARTE: Incontro con l’artista Rita Casdia di Maria Vinella

CONVERSAZIONI D’ARTE: Incontro con l’artista Rita Casdia di Maria Vinella
Rita Casdia, d’origine siciliana e milanese d’adozione, indaga attraverso la video animazione e il disegno digitale - e anche attraverso la pittura e la scultura - mondi emozionali sospesi tra sogno e realtà, con uno sguardo arguto sulle dinamiche connesse alle relazioni umane. L’amore, il desiderio, il possesso, tramite disegni e sculture, narrano avventure incerte a volte plasmate dai vissuti personali e dagli impulsi onirici, a volte alterate dai meccanismi della quotidianità. Tra le mostre personali di Casdia: “It’s you”, presso la galleria Muratcentoventidue di Bari, “Good day bad day”, Nuvole Incontri d’Arte di Palermo; tra le mostre collettive: Premio Ariane de Rothschild, Palazzo Reale, Milano; 14° Premio Cairo, Museo della Permanente, Milano; Video.it, Fondazione Merz, Torino; Videoart Yearbook XII edizione,Chiostro di Santa Cristina, Bologna; Suspended territories and other italian stories, MUU Galleria, Helsinki. Premi: Nutrimenti celesti, nutrimenti terrestri, Filmmaker – Fondazione Cariplo, Milano, XIII International Image Festival, Manizales, Colombia (special mention for the video “Stangliro”), Movin’Up, GAI, Torino. Residencies: Pépinières européennes pour jeunes artistes MAP, PRIM Centre, Montréal, Québec, Canada, Pépinières européennes pour jeunes artistes, Okuparte arte_ y _ ciudad, Huesca, Spain, AQB, Budapest, Hungary.
 
- Rita Casdia, può raccontarci come si è sviluppata la sua formazione?
Ho studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Palermo e Arte e Nuove Tecnologie a Brera, a Milano. La mia formazione si è quindi sviluppata in un lungo arco temporale, necessario per poter esplorare il vasto territorio dell'arte visiva. Inoltre, la decisione di iscrivermi all’Accademia di Belle Arti, subito dopo il liceo, è stata dettata dal desiderio di diventare insegnante. Credo molto in questa professione perché bisogna occuparsi e confrontarsi, in prima persona, con esseri umani in evoluzione. Insegno Storia dell’Arte, Arte contemporanea e Storia del cinema. L’unica mia ambizione in questo mestiere è quella di trasmettere agli studenti la passione per l’arte e di conseguenza acuire il loro sguardo per arrivare alla profondità delle immagini che li circondano. Reputo l’insegnamento l’unica via per poter rifondare una società più consapevole, in Italia come in altri paesi, purtroppo l’insegnante si ritrova impantanato in una pozza di burocrazia e di griglie di valutazione.
 
-Lei si occupa di disegno, di scultura, di installazioni … come inizia il suo lavoro, da dove parte?
Per me, tutto parte da un’immagine che prepotentemente si affaccia nella mia mente. Di solito quest’immagine che reputo una “visione” sintetizza esperienze o riflessioni che non riesco a tradurre con un altro linguaggio.
Veramente ho sempre avuto una posizione di distanza rispetto alla suddivisione in categorie della mia produzione artistica. La necessità di non pormi dei limiti mi porta in modo naturale a far convivere una scultura affianco ad un video animato o ad un disegno. Le mie installazioni evitano quindi la polarizzazione verso un’immagine rispetto ad un’altra, con lo scopo di rendere lo spettatore libero di soffermare il suo sguardo nel punto che più lo cattura.
 
- Credo le interessi in particolar modo esplorare il mondo emozionale che circonda la vita di tutti noi … E’ vero?
Spesso mi soffermo sui conflitti che la parte razionale genera, frenando la parte istintuale del nostro inconscio. Se prima i miei soggetti erano situati in complesse dinamiche amorose adesso preferisco condurli direttamente nei loro conflitti interni. Utilizzo diverse tecniche, come ho accennato prima, devo però precisare che soltanto con la tecnica della video animazione riesco a mettere in scena le tematiche del mio immaginario. Inoltre nella video animazione convergono la scultura, la scenografia, il disegno, la fotografia e la pittura.
 
            - Quando è iniziata la sua attività espositiva? Come è stato il primo incontro con il pubblico?
Nel 2000. Con l’evento intitolato il Genio di Palermo, ideato e curato da Eva Di Stefano, affiancata da Paola Nicita e Ida Parlavecchio. Una manifestazione locale, perché rivolta alla scoperta degli studi aperti degli artisti della città, ma anche internazionale poiché oltre a far scoprire ai cittadini la presenza degli artisti, allo stesso tempo, gli studi venivano visitati da una giuria internazionale di altissimo livello. Avevo appena terminato l’Accademia ed essere coinvolta in questo evento mi ha dato l’opportunità di confrontare la mia ricerca con un pubblico composto da professionisti del settore, da appassionati o da semplici curiosi che non avevano nessuna conoscenza dell’arte contemporanea.
 
- Quanto è importante una buona visibilità dell’opera di un’artista? Quanto contano i premi, le residenze, le selezioni, i festival… le mostre?
Io ho vinto pochi premi, ma sono stata anche selezionata ad eventi di rilievo in ambito sia nazionale che internazionale e quindi il mio lavoro ha avuto una buona visibilità ed è questo l’elemento che per me conta maggiormente, insieme sicuramente alla vincita economica di alcuni premi che mi hanno permesso di finanziare i miei progetti video. Ma di fatto questo secondo aspetto è secondario poiché sono sempre riuscita a realizzare i miei progetti anche con pochi mezzi a disposizione.
Le mie video animazioni sono state presentate e selezionate nel 2014 al XIII International Image Festival, Manizales, Colombia, con il video Stangliro che ha ricevuto una menzione speciale, Il MOUSE E LA MATITA, a cura di Bruno Di Marino, Pescara Film Festival, Cinema Astra. Nel 2015: 17.KURZFILMFESTIVAL, backup selezione a cura di Felipe César, Bauhaus-Universität Weimar Filmmaker Festival 35, Spazio Oberdan, Milano. Poi, nel 2016, è stata la volta di Epicentri, a cura di Fabio Carnaghi, presso le Terme di Como Romane. E OBLIQUA Festival Lisbon, a cura di VisualContainer The End of Certainty, Muratcentoventidue, Bari.
 
- Progetti per il futuro? Nuove mete all’orizzonte?
Alla fine del mese di giugno presenterò a Palermo, al Caffè Internazionale di Stefania Galegati, una mostra dal titolo Numinosity a cura di Agata Polizzi. Sono anche in fase di progettazione per una prossima mostra che comprenderà buona parte della mia produzione video a partire dal 2005 fino ad oggi. Un progetto che mi piacerebbe realizzare in futuro è quello di raccogliere in un catalogo le mie opere ma solo il pensiero di doverlo strutturare in una forma cartacea, mi fa venire il mal di testa… Invece, attualmente, presso la galleria Muratcentoventidue di Bari curata da Angela Gonnella, c’è la mia mostra personale dal titolo It’s you.
 
- Ci dedichi il racconto di una tua opera?
Sono molto legata a tutte le mie opere, con esse sento un attaccamento fisico, quasi simbiotico proprio perché nascono dalla necessità di poter rendere visibile e quindi concreto il mio sguardo sul mondo e sul mio vissuto. Ogni video corrisponde ad un passaggio preciso, una dislocazione anche fisica che mi obbliga a vivere in prima persona quello che metto in scena. Dovendo scegliere, credo che il video “Id.” girato nel deserto centrale dell’Australia, sia stato fondamentale per arrivare ad avere uno sguardo adulto sulla mia esistenza. Questo passaggio non poteva che avvenire in uno spazio desertico e onnidirezionale, dove l’unico centro a cui fare riferimento nel bene o nel male risiede in se stessi.