CONVERSAZIONI D’ARTE: Incontro con l’artista Caterina Giansiracusa di Maria Vinella

CONVERSAZIONI D’ARTE:  Incontro con l’artista Caterina Giansiracusa  di Maria Vinella
Il media non è vincolante nel mio lavoro. Ciascun progetto segue uno sviluppo proprio. Ho realizzato sculture in marmo e serie di fotografie digitali, video e acqueforti, sculture in metallo, serigrafie, disegni, raccolte di racconti, diari … In genere mi lascio liberamente ispirare da quello che vedo e dalla vita di tutti i giorni. ...............................


Caterina Giansiracusa vive e lavora a Torino. Si è formata in scultura e arti visive all’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino e al Burg Giebichenstein Kunsthochschule a Halle (Saale), in Germania. Nel 2016 ha partecipato al progetto OpenGround2016, azione di formazione per artisti e curatori ideato da State of Concept (Atene) e Lettera27 (Milano) a cura di Cristina Perillo e Myrto Katsimicha. Nel 2015 ha collaborato con il collettivo DeviAzioni partecipando con l’installazione reLIVE a Smartrams1 a cura di Daniela Petrone e a per/FORMARE, un progetto di MASBEDO, a cura del Dipartimento Educazione della Fondazione Merz. Nel 2013 ha curato insieme ad Annalisa Zegna il progetto sperimentale A.N.G.A.R. in residenza presso Villa Mossa a Occhieppo Superiore-Biella.

 
 
Caterina Giansiracusa come comincia il suo percorso di lavoro nel mondo dell’arte contemporanea?
Ho iniziato a interessarmi di arte sin da piccola. Ho sempre viaggiato molto: ogni estate, con i miei genitori, andavo in vacanza in luoghi diversi e visitavamo molti musei. Non ricordo una mostra in particolare, ma un insieme di opere che si susseguono intervallate da scorci di città. … credo di aver messo insieme molti musei europei in un unico ricordo. Forse il primo ricordo organico e strutturato è la Casa-Museo di Salvador Dalì. Tutto è cominciato così … Poi ho studiato al liceo artistico e successivamente mi sono iscritta all’Accademia Albertina di Torino.
 
            Lei si è formata in scultura, ma non sempre le sue sono opere scultoree …
Sì. Il  media non è vincolante nel mio lavoro. Ciascun progetto segue uno sviluppo proprio. Ho realizzato sculture in marmo e serie di fotografie digitali, video e acqueforti, sculture in metallo, serigrafie, disegni, raccolte di racconti, diari … In genere mi lascio liberamente ispirare da quello che vedo e dalla vita di tutti i giorni.
 
         Quali sono le tematiche delle sue opere e dei suoi progetti espositivi? A volte lei presenta cicli di opere unite da un fitto intreccio di rimandi e rinvii. Non lavori definitivi e conclusi in sé ma piuttosto appunti, frammenti, intenzioni …
Il mio lavoro parte dai movimenti dei corpi nello spazio per indagare le strutture sociali che regolano la vita degli individui e, più nello specifico, le relazioni che intercorrono tra un determinato luogo e gli abitanti e tra gli abitanti stessi.
Sono molto interessata alla capacità/necessità di prendersi cura dei luoghi e degli spazi in cui viviamo e alle dinamiche che regolano la vita delle comunità e l’appartenenza degli individui alle stesse.
 
            L’ultima personale, intitolata Appunti di topologia, ospitata dalla Galleria Nuova Era di Bari, ha presentato una ricerca visiva partita dall’osservazione dei movimenti del corpo nello spazio, con una significativa attenzione per lo spazio abitativo e per la vita quotidiana. Credo che tutto ruoti attorno alle nuove definizioni di paesaggio (soprattutto urbano) e ambiente collettivo.
La mostra ha accolto alcuni lavori di questo ultimo periodo. Si tratta fondamentalmente di studi, appunti e ricerche spaziali. Le opere erano divise in tre sale, una al piano superiore, con lavori principalmente grafici anche se realizzati su supporti molto diversi tra loro (carta velina, marmo, metallo smaltato) e due al piano interrato dove si trovava un lavoro fotografico e il video di una performance work in progress.
Il video è frutto della collaborazione tra me e un ballerino (Emanuele Piras) e fa parte di una serie di video-performance realizzate chiedendo a diversi danzatori di confrontarsi con un mio lavoro grafico (appunti di topologia - partitura per un movimento, esposto al piano superiore della galleria).
L’opera è pensata per essere una vera e propria partitura per un movimento libero del corpo, è divisa in cinque parti, ciascuna interpretata da un danzatore diverso. Sicuramente proseguirò le mie ricerche su questo tipo di lavoro.