AUTORITRATTO: Alessio Larocchi si racconta - Redazione

AUTORITRATTO: Alessio Larocchi si racconta - Redazione
P(i)etra
 
La formazione della perla nell’ostrica avviene perché il mollusco reagisce ad uno stimolo come forma di difesa verso un’intrusione. Un elemento estraneo, infatti, provoca irritazione e l’animale lo isola in una specie di sacca e secerne una sostanza lenitiva per rivestirlo dando così origine alla perla che diverrà l’elemento più prezioso della conchiglia.
La perla è così catalizzatrice di opposte reazioni. Indesiderata all’inizio, in quanto corpo estraneo, dopo paziente elaborazione viene accolta. Ospitata.
Due considerazioni.
La perla nasce da una non accettazione.
Il mollusco non genera la perla per sedurre. Lo fa per proteggersi.
 
Il sasso da me raccolto durante una passeggiata nell’estate del 2006 ha innescato un analogo processo creativo. Intorno ad esso si è costruito, per giustapposizione di altre pietre, il primo muro della Norma Standard’s home*.
Questa prima pietra anonima è stata tuttavia riconosciuta. Così lontana eppure così vicina è sentita essenziale per ogni successivo sviluppo, corpo estraneo su cui costruire l’idea di casa.
Approccio anaffettivo ad un progetto non estetizzante. Un fare non partecipato, non compiaciuto, filtrato e pulito da ogni eccesso emotivo e ideologico, un disegno che diffida di immagini strumentalizzate, ostentatamente seduttive e persuasive. Volgarmente agghindate.
La perla è una sorpresa fortunata quanto inaspettata, mai un fine programmato.
Il mio scopo è difendermi dalla finzione amorosa. Dal trucco emotivo.
La perla, se sarò fortunato, si manifesterà, imprevista, su ceneri anaffettive.
 
 
* L’idea del progetto Norma Standard’s home si sviluppa intorno ad una pietra rinvenuta nell’estate del 2006 in una zona boschiva del Passo Carpinelli in Garfagnana (Toscana).
La motivazione della raccolta va sicuramente cercata nelle sue composite caratteristiche morfologiche che ne fanno una forma per certi versi contraddittoria: anonima, condivide il suo stato con tante altre pietre, ma la particolare frammentazione le conferisce una certa artificialità da modello tridimensionale da scatola di montaggio.
L’interesse di questo sasso consiste proprio nell’apparire artificialmente assemblato. In contraddizione con la casualità naturale, lascia intravvedere una progettualità costruttiva. Metafora di ciò che cerco, un segno capace di perdersi tra gli altri eppure riconoscibile. Parzialmente s-definito.
Segno a partecipazione distaccata, insieme comune e particolare, estraneo e intimo, capace di dare la giusta prospettiva all’immagine e scongiurare il rischio di un troppo emotivo. Predispongo così un salutare abbassamento delle personali difese immunitarie favorendo complicità con corpi estranei.
 
 
Penso che per comprendere bene una cosa bisogna conoscerne il contrario.
Pertanto il mio interesse verso impersonalità e anaffettività è rivolto ad una ridefinizione antiretorica della stessa affettività.
Considero tradite le immagini strumentalizzate dall’emozione a fini seduttivi. Forme appariscenti – esibizioni da bancarella – per conquistare, colonizzare.
Frequento l’anaffettività e la utilizzo nei miei progetti per svelare l’inganno, la trappola emotiva solitamente preparata per indurre alla coatta partecipazione, alla totale identificazione con ciò che è proposto, meglio, imposto.
Elaboro strategie di raffreddamento che scongiurano un ingenuo e subìto coinvolgimento, attivo filtri dissuasori che permettono di riappropriarsi di una visione critica.