01/04/2017  al 15/10/2017

Walter Valentini "Il rigore della geometria, le fratture dell’arte"

A cura di: Mario Botta, Roberto Budassi, Enzo di Martino, Marzia Ratti, Gian Carlo Torre

Walter Valentini  "Il rigore della geometria, le fratture dell’arte" La Spezia rende omaggio a Walter Valentini con una grande mostra antologica allestita nei luminosi ambienti del CAMeC. È un’occasione davvero speciale per ripercorrere gli oltre quarant’anni di intensa attività artistica dell’autore marchigiano (Pergola, 1928), cresciuto nell’aura e nella cultura urbinate e poi trasferitosi definitivamente a Milano, dove ha sviluppato appieno il suo impareggiabile, multiforme, talento artistico. Se è a Urbino, alla storica Scuola del Libro, cioè all’ombra delle ingombranti e magnifiche presenze di Piero della Francesca, del Laurana, di Fra’ Luca Pacioli, che Valentini riceve l’imprinting classico e la ‘misura’ rinascimentale, è invece a Milano che si forma la sua cultura astratto-concreta, il suo specifico interesse per le superfici come evento pittorico dotato di senso autonomo e pregnante. Valentini nel panorama italiano è di sicuro un caso a sé stante per l’originalità e la coerenza del linguaggio e per le sapienze artigianali che supportano le idee inventive.
Il percorso espositivo parte da storiche tavole della metà degli anni Settanta – Campo orizzontale A, 1975; Omaggio a Paolo Uccello, 1975; Io e te, 1974 -, per toccare la serie delle superfici incise dal tempo – campeggia all’entrata della mostra La stanza del tempo di oltre cinque metri di larghezza – per condurci, quindi, fino agli inediti gessi del 2016, passando fra sculture, incisioni, disegni e terrecotte che costellano il suo iter produttivo.
“A ripercorrere il sentiero della ricerca di Valentini si capisce bene che quella attuale è una condizione ideativa in atto dall’inizio degli anni Ottanta, dal momento cioè in cui le sue opere abbandonano la superficie distesa della pittura – dove però la struttura compositiva dell’immagine era già esplicitamente matura, ai bordi della pura astrazione - e giungono invece a manifestarsi con sorprendenti rilievi spaziali e lancinanti scavi materici”, scrive Enzo Di Martino nel testo critico in catalogo.
Gli elementi fondanti della sua poetica sono subito evidenti: la cultura artistica del Rinascimento, fatta di armonia e di equilibrio; il senso dello spazio e delle proporzioni proprio dell’architettura; le ricerche astratte dei costruttivisti russi e dei grandi maestri dell’astrazione e dello spazialismo; l’esigenza di dare rappresentazione al finire del tempo, al cosmo, alla memoria; la suggestione e la grande sensibilità per i tanti materiali usati.
La dimensione di crisi e le incertezze del presente, gli spazi cosmici in cui è evocata la fine del tempo vivono nelle superfici violate delle sue tavole, segnate dai danni del tempo e dal mistero del perenne dinamismo dell’universo. In questo modo rompono, reinterpretandola in chiave attuale, la ‘divina proporzione’ classica.
In mostra si susseguono oltre 130 lavori, che spaziano dalle tavole, alle carte, alle sculture, ai gessi, alle terrecotte refrattarie, alle grafiche ossia a tutti i generi, i materiali e le tecniche in cui si rivela la prodigiosa maestria esecutiva dell’autore e il suo linguaggio così unico e originale. Una sezione è inoltre dedicata ai suoi famosi libri d’artista che l’hanno visto alle prese coi poeti del presente e del nostro illustre passato: autonome opere d’arte che invitano non solo alla consultazione ma anche all’apprezzamento dei fogli incisi con perfette architetture tipografiche, vere e proprie poesie visive che si accompagnano alle parole dei testi. 

“L’impressione che coglie l’osservatore è quella che i tracciati grafici siano messi in atto per rispondere a verifiche di calcoli matematici complessi che richiedono appropriate competenze; sono schemi geometrici fatti di immagini che padroneggiano la composizione dell’opera con gerarchie e proporzioni pensate per i singoli temi.
Il “miracolo” artistico risiede semplicemente nella sensibilità, nella misura e nelle proporzioni con le quali l’artista compone intuitivamente lo spazio dell’opera, collocando differenti figure geometriche in funzione di armonie che ritiene opportune” (Mario Botta).

Luoghi

  • CAMeC – Centro Arte Moderna e Contemporanea - Piazza Battisti, 1 - La Spezia
             0187 734593     0187 256773

    Orari: da martedì a domenica, 11.00 – 18.00; chiuso il lunedì

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