13/01/2018  al 29/01/2018

Valeria Dardano "Delivery status notification _failure"

A cura di: Barbara Fragogna

Valeria Dardano "Delivery status notification _failure"
La Fusion - Inaudita presenta la PRIMA mostra personale di Valeria Dardano. La giovanissima artista nata a Catanzaro nel 1993 ha ottenuto nel 2017 la specializzazione in scultura presso l'Accademia Albertina di Belle Arti e vive e lavora a Torino.
La mostra è parte dei circuiti COLLA , NEsxT e ContemporaryArt Torino e Piemonte.
 
Oltraggio alla quiete
di Barbara Fragogna
 “Nessuno ha mai scritto, dipinto, scolpito, modellato, costruito o inventato se non per uscire letteralmente dall’inferno.” - Antonin Artaud
Delivery status notification _failure. La casella è piena, inesistente, fallata, recalcitrante, offesa, persa, abbandonata, finita e il messaggio ritorna, impotente, inutile, desolato, solitario, meschino, mogio, remissivo, stroncato al suo mittente _fallimento della comunicazione.
 
Per recepire con successo il lavoro di Valeria Dardano è fondamentale fermarsi, osservare attentamente nel timore (come un’antilope ruotare le orecchie per percepire i fruscii più deboli della belva in agguato), lasciarsi compenetrare dalla vischiosità e decidere quindi, in un attimo che potrebbe stare in bilico sull’orlo del “troppo tardi”, se scattare indietro o balzare nel magma. Abbandonandosi a quel Sé più onesto che è la pozza delle nostre debolezze e della nostra forza originaria sottostimata.  La minaccia perpetua dell’Ego annichilito che spinge prepotente per affiorare. Bolle di rivalsa, bramosia inetta, contraltare di ammansito silenzio che trabocca sinapsi urlanti.
Posso? Non posso? Si. Inviare messaggi telegrafici come goccioline d’umidità stalattitica che rimbombano i vuoti cavernosi dei meandri cerebrali. O, se vogliamo, dello spirito atavico dei primi Sapiens animisti.  Lo spirito invocato da Valeria è quello della terra tra la crosta e il nucleo, quello degli animali tra il pelo e il midollo, quello delle piante tra la radice e la linfa, lo spirito ancestrale della natura e del cosmo, della materia oscura, dell’ombra. La potenza della fragilità umana è racchiusa nella miseria dell’io, nella capacità di saperlo soppesare e relativizzare attraversandolo con l’autocoscienza. La capacità di amare la propria miseria, non abbandonarla all’indolenza, alla noia e al rigetto ma partire da essa per detonare il tappo della stasi favorendo l’esplosione della rigenerazione costante. Come il corpo che non è mai lo stesso e che muta ciclicamente anche la vita, nel pensiero e nei fatti, deve ritrovare il suo movimento fibrillante. La vibrazione è insita, l’immobilità è un’illusione.
Le masse scultoree modellate e ribollenti, nere, oscure sfidano la gravità (fisica e morale) per aiutarci a percepire la relatività del circostante. La domanda cui dobbiamo rispondere riguarda solo noi stessi ed è un bene perché nell’era della propaganda virtuale, in cui siamo indottrinati a potenziare il nostro ego-involucro ma a sentirci colpevoli di autoreferenzialità e il paradosso ci lacera, è solo con un’attenta analisi, uno stupore, una curiosità costante per ciò che va “oltre” noi stessi e una flessibilità di giudizio aggiornata e sapiente che potremo riconnettere la rete delle relazioni e quindi destinare il nostro messaggio senza ripulsa.
Il coraggio (e la forza) inconsapevole dei giovani è la capacità di stanare ed esporre con veemenza la tragedia dell’irrilevanza umana senza i filtri cinici dell’ironia disillusa, pomposa e sterile degli adulti gambizzati dall’esperienza. Magnifico!

Luoghi

  • Fusion Art Gallery - Piazza Amedeo Peyron, 9g - Torino
             +39 3493644287
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