13/10/2015  al 27/10/2015

Tomaso binga. Biographic oggettuale - Tre di Fiori

tomaso binga. Biographic oggettuale - Tre di Fiori
L'artista si racconta: 

IO, tomaso binga, 
sono nata a Salerno nel secolo scorso, ma vivo e lavoro a Roma. Ho iniziato a lavorare nel campo artistico fin dai primi anni sessanta, ma sono uscita allo scoperto solo nel '71, nel pieno del fervore femminista, assumendo in arte, ironicamente e provocatoriamente, un nome maschile. Da allora la mia ricerca si è sviluppata, sempre con grande coerenza, nell'ambito della scrittura verbo visiva e della poesia sonoro-performativa. 
Benché docente/sempre/presente presso l'Accademia di Belle Arti di Frosinone, ho partecipato a innumerevoli manifestazioni tra mostre, rassegne e festival di poesia sonora e performativa, in molte città italiane e straniere. 
Dopo le prime esperienze di scrittura desemantizzata (1970), ho proposto sagome del mio corpo come lettere alfabetiche “Scrittura Vivente” (1976), avvalendomi anche del mezzo fotografico. 
Una mia dichiarazione di poetica, esplicativa del mio lavoro di quegli anni, così declamava: 
"Non sono un uomo/Non sono una poetessa/Scrivo ma non so leggere/Il mio corpo è anche il corpo della parola". Ed ancora: "Contro il costume che attribuisce un significato maschile al lavoro dell'artista, io sono una cartuccia e va…sparata ! 
Urlavo, attraverso un megafono, nelle performances sempre dello stesso periodo. 
Nel '78 sono approdata alla Biennale di Venezia con una nuova esperienza scritturale: 
il "Dattilocodice". Nell' 85 ho stipulato un armistizio tra Scrittura e Pittura con il "Biographic" che ho presentato alla XI Quadriennale di Roma. Armistizio stroncato nel '91, con l' inizio della guerra del golfo, dalla forza irrompente della scrittura poetico/performativa di "Riflessioni a puntate", evento epistolare-sonoro di denuncia sociale, durato un anno. 
In questa straordinaria serata presento l’opera “Tre di Fiori” dell’ultimo periodo del biographic denominato “Biographic oggettuale”. Si tratta di un lavoro formato da tre grandi fiori ciascuno dei quali è formato da tre pannelli di tela su cui è scritto, con colori acrilici e pennarelli, TRE DIFI ORI. Inoltre dell’opera sono state eseguite tre varianti di dimensioni diverse. 
Nel Biographic l’elemento nuovo non è più la carta ma la trama grossa della tela per cui la scrittura, per osmosi, diventa pittura ed è il supporto che l’assorbe, dilata e conduce permettendo alla mia mano un fare più disteso e ampio. 
Un grande schermo dove le immagini, sagome di lettere-personaggi, sembrano palpitare e sparire per poi riaffiorare come tracce in movimento, dove l'archetipo e il futuribile, l'arazzo e il computer, il passato e il presente si mescolano in una sorta di ballata senza fine. 
Ma è soprattutto nel MIO lavoro poetico-performativo che esplode tutta la mia vis creativa, dove il significato e il significante s’intrecciano e si alternano in un continuo e controllato gioco di prevaricazioni, per debellare il tragico del quotidiano con ironia, denuncia e dissacrazione. Con le mie performance “femminismo poetico anni’70” ho partecipato a tutte le battaglie per i diritti dei più deboli, delle donne e degli artisti anche attraverso il costante lavoro dell’Associazione culturale “Lavatoio Contumaciale”, che dirigo in Roma dal 1974 e della “Fondazione Filiberto Menna” in Salerno che gestisco, in qualità di Vice Presidente, dal 1992. 

Luoghi

  • Bibliothè Contemporary Art Gallery - Via Celsa, 4 - 00186 Roma
             39 066781427

    Orario apertura galleria dal lunedì al sabato dalle 11 alle 23

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