22/03/2019  al 17/05/2019

Stefano Soddu "carta, ceramica e ferro"

A cura di: Marilisa di Giovanni

Stefano Soddu "carta, ceramica e  ferro" Stefano Soddu porta nella sua sperimentazione e nel suo lavoro antiche sensazioni nate dalla sua infanzia in Sardegna, dalla sua esperienza diretta accompagnando il padre nelle fonderie, e dai ricordi dei materiali, dei diversi minerali dai colori di varie sfumature.
Più tardi utilizzerà questi stessi materiali, rocce, terra, sabbia, pigmenti sfruttandone le proprietà nelle sue opere, sperimentando composizioni, reazioni, accoppiando forme diverse che forgia a suo piacimento, sfruttando insieme al metallo il cemento, più duttile, intervenendo col colore a stemperare e riscaldarne la freddezza.
Soddu è attratto dal lavoro manuale, dalla necessità di “sporcarsi le mani” nel continuo dialogo con la materia da cui nascono forme che sono il risultato di una costruzione mentale a lungo elaborata o semplicemente l'accostamento casuale e spontaneo di cui sa cogliere la poeticità ma anche il messaggio di comunicazione: è giusto ricordare la “penna” facile e di piacevole lettura tra le diverse attività di Soddu che sa rendere, attraverso diversi ritratti schizzati con le parole, vicini, vivi e presenti diversi artisti che frequentano la galleria Scoglio di Quarto.
Da diversi anni utilizza il pigmento in polvere che diventa l'anima malleabile, docile nell'essenza ma forte nei colori e quindi nel messaggio :in una opera tra le più riuscite, le “Celle dell'anima” (2002), questa materia utilizzata in una ricca gamma di colori è incorniciata da una griglia grigia di metallo scuro da cui come da una ferita fuoriusciva, simbolo di un messaggio poetico e mistico. La forma modulare che spesso inquadra le opere rivela un nuovo modo di intendere la scultura in uno sviluppo orizzontale, rigoroso e geometrico, in un rapporto calcolato tra pieni e vuoti. Questa struttura offre un senso organico alla composizione contrapponendo superfici diverse, da valore e significato alla materia, determina con chiarezza lo spazio e la forma in esso contenuta.   
In una recentissima serie, inedita, usa una preziosa carta raffinata su cui imprime un segno corposo e spesso di graffite nera con un indubbio effetto estetico e nella diversa disposizione della composizione la forma della rifrazione dell'immagine crea un'opera di sensibilità artistica e di lavoro progettuale :qui la carta su cui interviene con una sovrapposizione di materia tattile e ricca di vibrazioni che accompagna il segno crea un volume   nero, denso che si muove di vita propria nello spazio bianco della carta che è materia viva per la sua stessa composizione, con assoluta autonomia che calamita lo sguardo, ponendosi tra pittura e scultura ancora intesa in senso piano. Le carte assumono un ruolo nuovo nella sua produzione, presentandosi come lavori assolutamente autonomi che potremmo definire “carte tattili” con un richiamo e una vicinanza con Pino Spagnulo nel momento in cui ”abbandona il sistema scultura compiuto per entrare nel progetto, per accostarsi all'idea che ne sta all'origine.” (S:Pegoraro ,Carte e sculture,2002/2003).
Il connubio ferro e pigmenti è stato usato da Soddu in una installazione in cui è ripetuto un modulo rettangolare che mostra, in uno di questi. un pigmento rosso. L'opera introduce un nuovo campo di ricerca in cui i singoli pezzi uniti in un ampio spaziosi si compongono in una narrazione fatta di elementi geometrici e materia.
Contaminazione tra diversi materiali formano i quadri dipinti di un nero fondo ma vibrante e cosparsi di materia polverosa altrettanto nera creando sovrapposizioni che accolgono la luce attraverso il diverso spessore delle superfici differenziate; è come un frammento di territorio che a volte si spalanca in una voragine che rivela segnali di energia a lungo repressa che emerge a forza perforando e rompendo la materia più spessa accuratamente lavorando e plasmando le pieghe e le tracce. Come per tanti artisti della sua generazione il suo impegno è sulle ricerche dell'idea di pittura o scultura nel suo farsi, nella contaminazione dei generi e delle materie per giungere ad una forma e questa si rivela, in queste opere di pittura-scultura, o nella terracotta, frammenti di architetture stratificate, luoghi della memoria, traccia del tempo, testimonianza dello spazio senza più una connotazione; non lavoro di scavo, ma accettazione di una realtà che è stata altro, di cui vengono accolti i resti. 
Marilisa Di Giovanni

Luoghi

  • RARTE - Via moretto, 28 - Brescia
         3400653999
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