05/03/2018  al 28/04/2018

Sophie Ko "Sporgersi nella notte"

Sophie Ko "Sporgersi nella notte"
Il titolo del progetto invita a gettare lo sguardo verso l’ignoto, a compiere un passo nell’oscurità, ad abbandonare le nostre presunte certezze per interrogare idee e immagini tanto familiari quanto estranee alla nostra esperienza quotidiana. In questa mostra Sophie Ko si confronta con concetti di “sacro”, “santo”, “terra”. Attraverso le proprie opere, l’artista intende mettersi in ascolto e riappropriarsi del senso connesso a queste nozioni all’apparenza inattuali. Questo è sporgersi nella notte. Fugare la paura, proteggere e guarire sono azioni che possiamo associare a chi è “santo”. Per quanto oggi possa risultare inattuale, l’idea di “sacro” mantiene in sé un carattere universale. Analogamente il senso di appartenenza a una stessa e unica terra sembra accomunare la maggior parte delle culture del pianeta. È allora possibile rendere visibile ciò che riconosciamo come il bene più alto, tessere una trama d’immagini che porti alla luce questo legame comune, che sappia tenere insieme simboli che definiscono paradigmi culturali differenti. Un primo capitolo di questo progetto Sophie Ko l’ha realizzato presso The Open Box con l’opera San Martino: un lavoro sul crinale tra pittura e installazione, creato con terra e pigmento puro. Un manto di terra disteso sulla Terra, aperto a creare un sentiero. Il celebre gesto con cui Martino di Tours incide il proprio mantello donandone metà a un povero concilia una rottura a un’azione unificante, un atto la cui forza salvifica continua a vibrare fino a noi. Per la mostra in galleria l’artista presenta un gruppo di lavori scultorei e installativi inediti. Realizzati attraverso il riposizionamento di oggetti esistenti e altri interventi minimali, ciascun pezzo dà forma all’apparato allegorico che definisce l’identità e le gesta di santi diversi. Uno specchio viene offuscato da una patina di pigmento dorato, negandosi così nella propria funzione riflettente. Accostati alla leggerezza e caducità di piccoli fasci floreali, un materiale cupo e pesante come il piombo viene plasmato per sviluppare la sinuosità di un drappeggio. Insieme a queste opere, l’artista presenta le sue Geografie temporali, in particolare il monumentale e metamorfico polittico Terra e cielo. Nelle opere che la compongono l’immagine e la pressione entrano in rapporto necessario con la forza di gravità, non solo come spinta disgregante, ma anche come principio formativo. La composizione del quadro è mutevole, la cenere o il pigmento cadono, il tempo segna il loro passaggio. Ma la temporalità di ciascuna Geografia temporale non coincide solo con la distruzione, con l’esaurirsi della vita: il senso dell’immagine non si consuma e la domanda dell’uomo dinanzi a essa continua a tornare. Come ha scritto Federico Ferrari, “quando tutto nel nostro tempo sembra diventato calcolabile, determinabile, dipendente dalla volontà umana, l’opera d’arte rende al mondo la possibilità che appaia l’ignoto”. Per noi oggi l’ignoto è la nostra stessa Terra, tutto ciò che è sporgersi oltre il mero funzionamento.

Luoghi

  • Renata Fabbri arte contemporanea - Via Stoppani, 15/c - 20129 Milano
             0291477463    0291477463

    apertura: martedì - sabato 15.30 - 19.30 mattina e lunedì su appuntamento

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