14/06/2013  al 11/08/2013

Sguardi sul tempo. Percorsi nella fotografia d’autore

A cura di: Carlo Sala

Sguardi sul tempo. Percorsi nella fotografia d’autore

Un percorso dalle origini fino ai
grandi contemporanei della fotografia per
rileggere i grandi cambiamenti
culturali e sociali della storia

Ad aprire la terza edizione di F4 / un’idea di Fotografia, il festival promosso da Fondazione Fabbri è l’esposizione Sguardi sul tempo. Percorsi nella fotografia d’autore. La rassegna, curata da Carlo Sala, proporrà oltre duecento lavori dalle origini del medium fotografico fino ai nostri giorni, provenienti dalla collezione privata di Dionisio Gavagnin, finora rimasta inedita al pubblico. La selezione qui esposta è un percorso volto a raffigurare i cambiamenti culturali e sociali della storia tramite l’occhio privilegiato della fotografia con opere, tra gli altri, di Henri Cartier Bresson, Robert Capa, Candida Höfer, Robert Mapplethorpe, Félix Nadar, Man Ray, Thomas Ruff e Sebastião Salgado.
Ad aprire la prima esposizione un intenso dialogo tra alcuni dei maestri delle fotografia che in momenti differenti hanno raffigurato la condizione sociale dell’uomo: l’alta borghesia di Félix Nadar si confronta con la volontà classificatoria che emerge nei volti della gente comune del tedesco August Sander, ma anche con le immagini patinate uscite dalle riviste di moda di Robert Mapplethorpe e Irving Penn. Le visioni ideologiche dell’uomo sono incarnate dalle forme generose della donna italica vista da Elio Luxardo o dalle atlete ritratte dalla fotografa del Führer, Leni RiefenstaHl alle Olimpiadi di Monaco nel 1936.
Il novecento si apre con la carica dirompente e sovversiva della avanguardie storiche: l’inconscio surrealista è testimoniato dalle distorsioni di André Kertész, i graffiti di Brassaï, le bambole di Hans Bellmer o i celebri ritratti “solarizzati” di Man Ray; ma anche l’antiaccademismo del movimento Dada con i collage di Raoul Hausmann o le visioni razionali del Bauhaus.
A continuare questo ideale percorso un’ampia sezione è dedicata alla fotografia sociale e documentaria con alcuni dei grandi maestri europei e americani. Autori che hanno lavorato in contesti al limite, dalle scene del Bronx a New York di Weegee ai vari fronti di guerra come lo sbarco dei tanks in Cina raccontato da Robert Capa negli anni Trenta, la Cipro descritta da Donald McCullin o l’invasione dell’Ungheria documentata da Mario De Biasi nel ‘69.
La fotografia è anche specchio del proprio tempo che narra eventi epocali: ecco apparire gli scatti realizzati dalla NASA l’11 luglio 1969 per celebrare lo sbarco sulla luna; ma anche fatti che hanno segnato le coscienze collettive come l’attentato al presidente Ronald Reagan colto da Sebastião Salgado e le scene di mafia della palermitana Letizia Battaglia. Un nucleo di lavori che sanno anche tracciare i tratti identitari dei luoghi e delle genti che li popolano, dall’America di Walker Evans, all’Italia di Mario Giacomelli fino alla Francia narrata da narrata da Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau attraverso le scene del quartiere Les Halles e il celebre ritratto dell’emarginato Coco, volto carico di umanità e sintomatico dell’amore per gli ultimi.
La fotografia italiana è documentata come un mosaico di varie esperienze, partendo da una delle immagini simbolo del dopoguerra, “Il Tuffatore” di Nino Migliori. Un’Italia dai tanti volti che alterna immagini rurali e nostalgiche di Gianni Berengo Gardin, Enzo Sellerio e Fulvio Roiter fino alla Dolce Vita colta da Tazio Secchiaroli. Quest’ultimo, il re dei fotografi “paparazzi”, è presente con le sue immagini più note in cui ha colto furtivamente lo spogliarello dell’attrice Aichè Nanà nel celebre locale “Il Rugantino” a Roma; sempre a documentare quegli anni, le fotografie di scena di Franco Pinna sui set dei film di Federico Fellini.
Ma anche la stagione della mutata coscienza del paesaggio con Luigi Ghirri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Guido Guidi, Franco Fontana e Walter Niedermayr a testimoniare l’abbandono della visione cartolinistica che a lunga aveva accompagnato il belpaese.
Una parte cospicua della mostra racconta delle ricerche degli anni settanta, con un rinnovato impegno linguistico che per alcuni si traduce attraverso l’uso delle immagini di archivio come per Franco Vaccari e Mario Cresci con i celebri “Ritratti reali”. Ma anche l’uso del corpo come forma di emancipazione e scardinamento degli assetti sociali con Vito Acconci, gli azionisti viennesi Hermann Nitsch, Gunter Brus e Arnulf Rainer, l’intimità di Gina Pane, fino ai lavori di Cindy Sherman con uno dei celebri camuffamenti della serie “Murder Mystery”.
Le tensioni delle contemporaneità appaiono sotto una pluralità di declinazioni come le analisi rigorose degli autori della scuola di Düsseldorf con i lavori di Thomas Ruff e  Candida Höfer. Un percorso che vede le tensioni grottesche di Joel Peter Witkin, la forza simbolica di Andres Serrano e le variegate umanità raccontate da Nan Goldin o Wolfgang Tillmans. A concludere le prospettive più attuali sull’arte italiana, specchio di un ibridazione culturale e sociale, testimoniata tra gli altri dai lavori di Vanessa Beecroft, Stefano Cagol, Silvia Camporesi, Francesco Jodice e Alessandra Tesi.

Evento promosso dalla Fondazione Francesco Fabbri e Fondazione Cassamarca. Con il patrocinio di FIAF, Landscape Stories, TRA e Enzimi, con il supporto di Associazione Amici Fondazione Fabbri, FAST e Galleria Michela Rizzo, Venezia. Rassegna inserita in RetEventi Cultura Veneto realizzata da Provincia di Treviso e Regione del Veneto.


Luoghi

  • Casa dei Carraresi - Via Palestro, 33 - 31100 Treviso
         0422513150

    Orari di apertura: da lunedì a domenica, 10.00 – 21.00.

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