25/10/2016  al 18/11/2016

Rolando Hettner. Il disegno di una vita

Rolando Hettner. Il disegno di una vita Rolando Hettner è stato un protagonista significativo dell’espressionismo tedesco. Figlio di Otto Hettner, uno dei primi impressionisti in Germania (le cui opere fanno parte della collezione del MOMA di New York), Rolando si è formato all’Accademia di Dresda dove è stato prima allievo, poi assistente, di Otto Dix. Rifugiatosi in Italia con l’avvento del nazismo, e presa la cittadinanza italiana, ha trovato in Milano il luogo dove poter continuare la propria carriera artistica.

Il Museo del Novecento di Milano, anche a seguito di un grande lavoro sulla memoria da parte della famiglia Hettner, ha deciso di istituzionalizzare la presenza di questo importante artista nel nostro paese - acquisendo nella propria collezione 3 dipinti e 4 chine, particolarmente rappresentativi dell’intero corpus artistico - seguendo in ordine di tempo l’esempio della Germania, che ha voluto inserire Rolando e suo padre Otto nelle collezioni della Städtische Galerie di Dresda, città dove l’artista si è maggiormente formato. Le opere verranno presentate il 19 ottobre durante una conferenza stampa a cura di Antonello Negri, profondo conoscitore dell’opera di Hettner.

In contemporanea con l’acquisizione da parte del Museo del Novecento, la Galleria Hde ospiterà una mostra con una selezione di 32 disegni (china / tecniche miste) che copre la totalità della vita artistica di Rolando Hettner dal 1938 al 1977. Alcune delle opere in mostra verranno esposte per la prima volta. 



La produzione “grafica” di Hettner si è sviluppata sempre in parallelo a quella pittorica e ne mantiene la stessa potenza espressiva. In linea con le scelte espositive della galleria, la mostra napoletana presso Hde è dunque un’occasione unica per rileggere il lavoro di un grande artista la cui vita si è incrociata con quella di molti altri illustri “colleghi” del ‘900, attraverso i suoi disegni:
“Il complesso dei suoi lavori di grafica (…), si presenta a grandi linee riconducibile a due blocchi principali, divisi, appunto, dagli anni della ceramica: il primo nucleo comprende lavori tra i primi anni italiani e I'immediato dopoguerra, mentre il secondo dalla metà degli anni Sessanta arriva al 1978. (…) I temi dei lavori di questo periodo sono inevitabilmente legati, in maniera diretta o per allusioni, ai drammi di quegli anni: l'abbandono forzato della propria terra, il commiato, la guerra e le sue distruzioni, la solitudine e la povertà. Lo Hettner di questi fogli appare assai vicino, per modi e per intonazione complessiva, per il senso del racconto condotto per tagli di massima pregnanza, a Karl Hofer. (…) Nel periodo successivo e fino alla morte i disegni e le incisioni di Hettner si sono svolti del tutto in sintonia, pur nelle proprie specificità, con quel piacere del colore e quel gusto della materia cromatica che, in pittura, avevano gradatamente preso il sopravvento sulla precedente più controllata misura, portando l'artista a un'ardente e tragica figurazione visionaria: singolarissimo sviluppo, in un contesto italiano rispetto al quale Hettner era ormai sostanzialmente isolato, di una cultura pittorica radicatamente tedesca, la quale con prepotenza riemergeva. (…) Spostandosi dal mondo esterno, da un'umanità schiacciata dalla storia, alla riflessione su di sé e sulle proprie passioni, sui destini tragici di corpi e di anime, Hettner ritrova antiche radici: e le mette in pagina con esemplare senso della qualità compositiva ed esecutiva” (Antonello Negri)

Mentre l’evento di Milano chiude idealmente un ciclo importante nella carriera postuma di Rolando Hettner, attraverso il riconoscimento istituzionale dell’artista, Napoli rappresenta invece il primo di una nuova lunga serie di esposizioni nazionali e internazionali. 
Un percorso fortemente voluto e sostenuto anche dalla famiglia, come racconta il nipote, Luca Hettner: “La memoria storica è stata parte e fulcro dell’opera di mio nonno. Negli ultimi quindici anni abbiamo quindi lavorato - in primis mio padre Floriano, in seguito mia sorella Clelia ed io dopo la sua scomparsa - a dare la giusta collocazione dei suoi lavori nei due più importanti musei delle città in cui ha vissuto e lavorato: Dresda, dove Rolando ora è presente insieme con suo padre Otto alla Städtischen Galerie, e Milano, al Museo del Novecento. Affinché non soltanto la memoria storico-pittorica ma anche quella dell’artista restino nella storia dei paesi in cui ha vissuto: la Germania e l’Italia. Inoltre, in questi anni è stato condotto un lungo e completo lavoro di catalogazione delle opere e dei documenti con l’aiuto di collezionisti e storici, che ha permesso ad una serie di nuovi progetti di prendere finalmente vita.”

Luoghi

  • HDE FIORELLI - Via Giuseppe Fiorelli, 12 - 80121 Napoli
             +39 0815523005

    orario: mar - ven: h. 10/13 e 16/19 sab: h. 10/13 (possono variare, verificare sempre via telefono)

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