12/09/2017  al 23/09/2017

Roland Kraus. Briciole di memoria

A cura di: Paola Iovine

Roland Kraus. Briciole di memoria
La pittura di Roland Kraus s’iscrive nella corrente dell’espressionismo astratto, nutrita al tempo stesso di spiritualità orientale e di iconografia arcaica.
La sua ricerca é di ordine spirituale, da cui deriva l’interesse per i miti orientali che lo riportano alle origini, agli archetipi sepolti nell’inconscio collettivo, alle forze basilari della vita.
Da qui anche la sua predilezione per la pratica della gestualità, in quanto tecnica che consente di versare sulla tela pura energia vitale, senza transitare per la mente, in un superamento di sé, uno stato di trance simile ad una danza sacra.
In effetti, solo la sintesi tra Oriente e Occidente gli offre un inizio di risposta alla problematica spirituale.
Nel 1985, trasferitosi da Berlino a Bruxelles, nell’atmosfera della città europea, tesa alla costruzione della casa comune, in superamento dei passati conflitti nazionali, percepisce la necessità di volgersi indietro, in un ultima valutazione del percorso di un figlio tedesco della guerra.
Scultura. Nascono cosi 8 stele di ricordo, denominate “ totem di lutto per una vita in piedi”.
Questa rivisitazione di un passato doloroso si realizza tramite una nuova materialità: cemento, legno bruciato, resti calcinati, frantumi di specchi.
Alcuni titoli:
Totem ’45, a monito degli orrori della guerra e della responsabilità della Germania,
Sé con antico dolore,
Stele delle illusioni perdute,
L’innato e l’acquisito
Altro aspetto del suo lavoro, i momenti più intimi, meditativi, vicini all’arte orientale, trovano espressione sul supporto cartaceo, sovente Fabriano, mediante tecnica mista, disegno, acquerello, pittura acrilica, carboncino.
I collages sono opere recenti, ricomposizione di antichi lavori lacerati e diversamente assemblati in un riutilizzo giocoso dei frammenti del passato in forme attuali.

A cura di Paola Iovine, Saint-Paul de Vence 2017 

Archetipi 
...Davanti alle tele di Roland Kraus si prova talvolta la sensazione di un abisso spaventoso che si spalanca dentro di noi, di un’esperienza che risale agli albori della civiltà, quasi sorta dal nulla...si produce un fenomeno risalente agli archetipi che pare attraversare i millenni per giungere fino a noi... per renderci partecipi dell’esperienza strana e sconvolgente rappresentata dall’eco del tamburo di uno sciamano...
E’ forse perché tenta, partendo da una forte esperienza emotiva, di concepire un’equivalente, sulla falsariga di ciò che avviene nel mito?
Il mito costituisce, in effetti, un mezzo analogo per spiegare l’universo colpendo l’uomo al cuore, ovvero nel più profondo dell’anima, dato che, in quanto esseri umani, conserviamo in noi la zona della memoria in cui sono sepolti gli archetipi...

Lazlo Fabian, Budapest 1986  

 

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Luoghi

  • Mutabilis - Via dei Mille, 25c - 10123 Torino
         
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