20/07/2013  al 09/08/2013

Riconoscerti allo specchio - Cate Maggia

A cura di: Françoise Calcagno Art Studio

Riconoscerti allo specchio - Cate Maggia

Cate Maggia  ha sempre dipinto con varie tecniche sino a giungere all’elaborazione di una tecnica personale basata sull’ impiego di collage. Nel 2008 ha creato  lo Studio Ambre Italia, dove è stato costituito un gruppo di lavoro a cui hanno aderito vari artisti; lo Studio Ambre Italia è inserito nella rete di Ambre International che interagisce con le varie Associazioni affiliate presenti in: Cina, Francia, Inghilterra, Marocco, Spagna, Corea.
…Femmina penso se penso l’umano… scriveva Edoardo Sanguineti nella sua celebre Ballata delle donne. Tutto il lavoro di Cate Maggia richiama questi versi: osservatore e universo osservato hanno desinenza in “a”.
Lei, che inizia la sua opera con l’uso raffinato e sapiente del collage, pone al centro di ogni suo lavoro occhi e volti femminili: il suo sguardo, se ci appare inizialmente miope, incredulo, mutuato da una spessa colla opacizzante, si fa via via, quadro dopo quadro, sempre più limpido, chiaro e consapevole, a volte favolistico, a volte noir.
In Metallica la donna, tristemente resa burattina da una vita, da un luogo, da una condizione sociale o da un uomo, è legata con fili, non freddamente e tristemente metallici, ma di rosa e calda lana infiocchettati con piccole perle, messaggio fortemente ironico, tendente al sarcasmo di una vita forse imbellettata, ma di sostanziale prigionia.
La donna, madre, terra, vita, simbolo dell’esistenza stessa, viene associata alla condizione umana, al territorio martoriatdall’inquinamento, è messaggera del linguaggio dell’opera di questa artista che da alcuni anni concede maggiore spazio alla pittura: una progressione di grande interesse che passa attraverso un mutamento della tecnica che si fa voglia di sperimentare. Le scene si semplificano e, come in Volo di farfalle, il collage viene abbandonato, per lasciare spazio ad una protagonista realizzata con un insieme di materiali differenti, frutto del riutilizzo, essi stessi portatori di una storia. Colpisce un materiale in particolare guardando questi ritratti femminili: il cascame, un derivato dalla lana o dal cotone. L’artista lo manipola, lo lavora con la colla, lo trasforma e il tessuto, da mezzo per proteggere il corpo femminile dal freddo o dalla pioggia, ne diventa parte costitutiva, ne diventa capigliatura coloratissima, fluente e vaporosa.
È una donna in bilico, in gabbia, trattenuta per i capelli, che vede le ali della libertà esclusivamente nel riflesso della sua ombra (Ombra magica), ma sempre, in ogni caso, bella, eterea, mai abbruttita dalla vita: è capace di sopravvivere con la dignità della bellezza e della gentilezza.
Il riutilizzo di materiali già portatori di una vita propria, le colle, le resine, le stoffe, i pizzi, tutto nell’evoluzione dell’opera di Cate Maggia, iniziata con il collage, lascia presagire un debutto nella scultura e, con tutta la curiosità che suscitano i suoi ultimi lavori carichi di significati simbolici dati alle donne-figurino, l’attesa per ciò che ci saprà regalare e per i materiali con i quali ci racconterà le sue storie è molto forte.

Chiara Vignola


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Luoghi

  • Françoise Calcagno Art Studio - Campo del Ghetto Nuovo, 2918 - Venezia
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