14/02/2015  al 21/03/2015

Peter Linde Busk. Gentlemen

Peter Linde Busk. Gentlemen
Monitor è lieta di presentare la seconda mostra personale dell'artista danese Peter Linde Busk, che nel corso del 2014 è stato incluso nel catalogo '100 Painters of Tomorrow' di Kurt Beers, pubblicato da Thames and Hudson (2014). Con il titolo sottilmente ironico di Gentleman, la mostra mette insieme diverse componenti della pratica artistica di Busk, includendo nuovi dipinti su lino in larga scala, ceramiche, litografie e acqueforti. 
Le nuove ceramiche di Busk sono presentate in piedi su blocchi da macellaio. Smaltate di bianco, queste forme distorte, contorte e dissestate appaiono piuttosto come versioni danneggiate del soggetto ritratto. In questo senso esse potrebbero essere intese come segnate dalla vita; un motivo portato avanti anche attraverso i blocchi usati come plinti, la cui superficie non può completamente essere liberata dalla violenza che vi è stata messa in scena in passato. Questa allusione ad una ferita passata è messa in rilievo in maniera ancora più nitida solo quando appare evidente che ai blocchi stessi sono stati aggiunte protesi come se fossero le estensioni delle gambe. Simili a zoccoli, queste estensioni conferiscono ai blocchi una qualità animalesca, pur conservando il loro retaggio di grande dolore. 
L'apparenza brutale delle ceramiche di Busk è in tema con il processo di battitura, modellazione e cottura con cui esse sono state create. L'artista sottopone alla nostra attenzione cimeli afflitti e visibilmente in agonia, che sono - letteralmente e metaforicamente stati all'inferno e tornati. In questo senso, la sua serie di quattro rilievi a forma di testa, allestiti su una base ovale decorata, diventano macabri trofei. 
Un proverbio assiro che Busk aveva in mente durante il processo di produzione getta maggiore luce sulle opere. Il proverbio recita 'Paura della capra dal fronte, del cavallo da dietro, dell'uomo da tutti i lati.' Mentre il proverbio si legge in un certo senso come un avvertimento, le opere in mostra forniscono la prova del perché tale cautela dovrebbe essere verbalizzata. 
Più esattamente la sua nuova serie di dipinti vuole offrire uno sguardo su come potrebbe apparire il mondo, se fosse ignaro di tanta prudenza. Busk, tradizionalmente, ha sempre preso in prestito elementi dal teatro, quali la fallacia patetica: l'intenso modello utilizzato come atmosfera del lavoro comunica gli stati psicologici. In questo caso in particolare le figure sono contenute e isolate all'interno di un mondo di immagini sinuose. 
Ogni dipinto di questa nuova serie rappresenta la relazione tra uomo e donna. Nel 'Paradiso perduto' di Milton, Adamo segue Eva nel peccato perché sono legati gli uni agli altri per tutta la vita dalla carne. Allo stesso modo le figure di Busk sono messe in co - dipendenza mediante corpi esili e distorti in posture struggenti la cui co-dipendenza intrecciata sembra suggerire una sorta di fatalismo. 
La resa dei dipinti in sottili bagni di strati traslucidi conferisce una sensazione di già 'assorbito' che ricorda delle illustrazioni sbiadite o degli affreschi. Come per le ceramiche , vi è la sensazione che quello che stiamo vedendo qui non è l'originale, ma una versione della raffigurazione che è svanita nel tempo, o che ha letteralmente perso qualcosa per diventare un'impressione degradata di un sé, che un tempo era più brillante. Non sorprende quindi che l'arbitro di questa spirale verso il basso, sia stato indirizzato verso l'uso di un'immagine come la cornice rossa e 'serpentosa' che le circonda. 
Una grande xilografia, intitolata You Must Lead the Dance With Me, the Letter of Indulgence Does Not Help You, ritrae un pifferaio magico. Diviene evidente attraverso questa opra, che ciò viene mostrato attraverso le opere è un grido lontano dei gentiluomini che potrebbero essere stati una volta. Questi sono gli esseri lesi che ritornano sul palco come se fossero stati convocati. Un grande ceramica a forma di tempio simile ad una campana, suggerisce che questa lesione potrebbe tradire radici più sinistre, rispetto alle quali l'ironia del titolo della mostra' Gentlemen' fa sembra tutto ancora più amaro. 

Luoghi

  • MONITOR - Via Sforza Cesarini, 43A-44 - Roma
             06 39378024     06 39378024

    orario: mar-sab 13-19

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