04/06/2019  al 27/06/2019

Paul Ferman "Permanent Past"

A cura di: Jonathan Turner

Paul Ferman  "Permanent Past" STUDIO STEFANIA MISCETTI è lieto di presentare Permanent Past, mostra personale dell'artista australiano Paul Ferman.

Il progetto consiste in una serie di fotografie a colori in larga scala su carta e proiezioni che prendono in esame l'accumularsi di ventotto secoli di insediamenti romani. Incorporando foto della città scattate da lui stesso, siti archeologici, mappe stradali e scene manipolate di film italiani, americani e inglesi girati a Roma, Ferman passa al setaccio i sedimenti della città per rivelarne spettacolari periodi di grande conoscenza, creazione artistica, scienza e superstizione. In questo modo l'artista identifica le varie relazioni tra gli andamenti culturali, sociali ed estetici nell'arte contemporanea.

"Da artista che lavora principalmente con il mezzo fotografico, ho esplorato come lo stratificarsi di conoscenza e informazione possa essere integrato nella struttura fisica e concettuale delle immagini che creo" dice Ferman. "La mia ricerca si concentra su letture multiple, impressioni fisiche e inattendibilità della memoria. Tutto ciò a sua volta si riflette nei processi che adotto per produrre l'immagine. Ho creato lavori che collegano immagini della Roma contemporanea a quelle di significato storico. Diversi livelli svelano e nascondono elementi presi dal cinema, da forme architettoniche, incisioni e luoghi di pellegrinaggio”.

Permanent Past è costituito da due grandi paesaggi, un rotolo di carta con tre immagini, stampate come una striscia di celluloide, e una proiezione larga cinque metri di quattordici lavori montati in sequenza. I colori mostrano le vivide tinte di un circo, di una tonalità viscerale. L'osservatore deve estrarre dettagli dal collage visivo di Ferman, costituito da immagini tridimensionali sovrapposte, dai soggetti a volte riconoscibili, altre volte spettrali. Riconosciamo la scultura di Santa Cecilia del Bernini, una folla in Piazza San Pietro, le sponde del Tevere, automobili che attraversano un ponte, il volto bronzeo di Mercurio il messaggero, un treno che arriva in una stazione metropolitana, statue equestri e cardinali ammiccanti. Ferman prende in giro chi guarda. Quello che all’inizio sembra un insieme di statue di divinità in un contesto neoclassico si rivela poi un gruppo di ragazze di spettacolo in posa di fronte alla Rolls Royce di Berlusconi.

Le immagini di Ferman mostrano sicurezza, un senso di energia quasi insolente. Ci sono tracce di rifiuti e di paccottiglia. Alcune fotografie sono chiazzate e sovraesposte, con bagliori, candele e fari di autovetture.

Allo stesso momento numerosi sono i riferimenti cinematografici, iniziando da una scena di Cabiria, film epico in bianco e nero del 1916 su una battaglia delle guerre Puniche. La percezione e la memoria radicata delle nostre esperienze di Roma è temperata da eventi e comportamenti ritratti da molti film, ai quali Ferman fa chiaro riferimento: Tre monete nella fontana, Il ventre dell’architetto, Mamma Roma, Taxisti di notte, Ladri di biciclette, La dolce vita,
La grande bellezza, Spartacus, Il sacro GRA, Angeli e demoni, Roma città aperta, Quo vadis, Film d'amore e d'anarchia, Una giornata particolare, Vacanze romane, Io, Claudio. Nelle sue ultime serie Ferman punta al sentimentale e al sensazionale.

“In qualche modo la Roma di allora e la Roma di oggi sono la stessa cosa, ragion per cui ho stratificato così tanti elementi uno sull’altro” dice Ferman. "La storia si sovrappone alla finzione. Rappresenta l’evoluzione della mia ricerca e l'esplorazione di diversi aspetti della cultura italiana. Guardo Roma attraverso il prisma della teoria dell'eternalismo. Questa teoria sostiene che passato, presente e futuro esistano insieme nello stesso momento. Questa possibilità fu suggerita da Einstein e l'attuale pensiero scientifico lo ritiene probabile. Così, mentre dalla nostra prospettiva può sembrare che il tempo scorra o passi, nel modello dell'eternalismo non esiste uno specifico momento presente. Nella mia serie fotografica Permanent Past lo stratificarsi della storia è compresso nel nostro "presente". Parla di una città, su un villaggio, su un insediamento, su un terreno vuoto”.

Paul Ferman ha viaggiato ed esposto in Italia regolarmente dal 1995. Le precedenti serie fotografiche come Excavare (2010), San Motorino (2013) e Particle Decay (2017), testimoniano il suo interesse per la tradizione e la cultura italiana, e al tempo stesso le sue riflessioni sulla sincronicità del tempo, quando passato, presente e futuro entrano in collisione. Permanent Past allude alla peculiarità della situazione romana, in cui le rovine dell’antichità e la vita contemporanea coesistono.

Jonathan Turner, curatore
 

Luoghi

  • Studio Stefania Miscetti - Via delle Mantellate, 14 - Roma
             06 68805880    06 68805880

    orario:mar-sab 16-20 Ingresso libero

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