22/04/2015  al 22/05/2015

Patrizia Molinari. Angkor 2015

A cura di: Manuela De Leonardis

Patrizia Molinari. Angkor 2015
La serie Angkor 2015 è stata realizzata da Patrizia Molinari durante un viaggio in Cambogia nel gennaio 2015. L’autrice isola frammenti del bassorilievo del corridoio del tempio di Angkor Wat, riformulando con un suo ritmo narrativo la sospensione temporale, l’incertezza che attraversa il mito e la storia.  
Angkor 2015. Il viaggio, il racconto.  
Gli episodi dei racconti epici del Ramayana e del Mahābhārata, testi sacri della religione induista, si snodano lungo le pareti del corridoio esterno del tempio di Angkor Wat, il più vasto monumento religioso al mondo. Un complesso architettonico intrappolato nella natura della giungla e miracolosamente preservato dalla distruzione dei Khmer rossi, la cui costruzione per mano del re khmer Suryavarman II, che lo dedicò a Vishnu, risale al 1113-1150 d.C. Oggi Angkor Wat è il sito archeologico più visitato e fotografato della Cambogia (note, ma non per questo meno suggestive, le immagini dei fotografi Kenro Izu e Steve McCurry): malgrado ciò reca le ferite della guerra civile nei campi minati che, tuttora, lo circondano.    
    
Il passato emerge dalla semioscurità del corridoio del tempio. Come un rotolo antico, come una moderna strip, prendono forma attraverso il linguaggio scultoreo del bassorilievo storie di uomini, tra angeli e demoni, divinità femminili e maschili, guerrieri, animali, schiavi e sovrani. Forti e deboli camminano insieme, fianco a fianco, tra nascite e morti, nel ciclico rinnovarsi delle stagioni.   La narrazione procede per strisce orizzontali, sovrapposte. La pietra di arenaria vira nelle tonalità rosate che recano tracce ancora visibili di rossi, gialli, neri. Parti lucide illuminano vaste sezioni opache, rese più brillanti dallo strofinamento di mani che nel tempo hanno accarezzato la pietra.  Un crescendo di espressioni, scavate con estrema raffinatezza nei blocchi di arenaria, svelano l’atemporalità di emozioni e sentimenti: paura, gioia, stupore, fatica, dramma. Questa mappatura la ritroviamo nelle immagini fotografiche di Patrizia Molinari.  L’artista, accompagnata nella sua visita del sito dallo studioso Claudio Bussolino ha modo, così, di avvicinarsi alla mitologia e alla storia di questo complesso straordinario che nel 1992 è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.  Usa l’iPhone per memorizzare quanto appare davanti a suoi occhi. Uno sguardo reso più consapevole dall’introduzione del suo cicerone. La galleria più esterna misura 187 per 215 metri ed è aperta verso l'esterno del tempio, il bassorilievo che la accompagna è fitto di composizioni gremite di figure in movimento: la battaglia di Lanka e la battaglia di Kurukshetra sono seguite da scene storiche con la processione in onore di Suryavarman II, e poi i 32 inferni e i 37 paradisi della mitologia indù. Proseguendo per la galleria ad est si trova la grande creazione del mare di latte, accompagnata dalla rappresentazione di 92 figure di Asura e 88 di Deva. La galleria a nord, infine, mostra la vittoria di Krishna su Banasura e una battaglia tra dei. Le immagini della Molinari sono “appunti di viaggio”: hanno la stessa freschezza delle pagine fitte di scrittura che riempivano i diari dei viaggiatori del XX secolo, primo fra tutti quello del naturalista, entomologo ed esploratore francese Henri Mouhot che di Angkor, che visitò nel 1860, ha lasciato traccia nei disegni e nelle descrizioni pubblicate nel suo libro Voyage dans les royaumes de Siam, de Cambodge, de Laos et autres parties centrales de l'Indochine. Ogni scatto corrisponde ad un sentimento, che empaticamente coinvolge l’autrice. “Straziata dalla povertà della  Cambogia, indignata per la distruzione operata dai Khmer  Rossi nell'assordante silenzio dell'Occidente, tanto più la bellezza dei monumenti è diventata per me, un’emozione insuperabile.”, afferma l’artista. Isolati, i frammenti del racconto vivono autonomamente rispetto alla coralità dell’insieme. Allegorica rappresentazione dell’uno e del tutto nella storia dell’uomo.  La sospensione temporale, l’incertezza che attraversa la storia, sono presenti nelle immagini poco nitide, stampate su fogli di carta giapponese.  L’aspetto materico del supporto cartaceo asseconda la traduzione di questo palinsesto visivo, in cui si respira la stessa atmosfera magica della camera oscura: il momento in cui l’immagine affiora nel liquido per lo sviluppo nella bacinella.  All’origine della vita, l’elemento liquido, attraversa da sempre l’intera poetica di Patrizia Molinari. 
(Manuela De Leonardis)       

Luoghi

  • ACTA INTERNATIONAL - Via Panisperna, 82-83 - 00184 Roma
             064742005

    direzione : Giovanna Pennacchi - orario: dal martedì al sabato ore 16.00 – 19.30

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