12/06/2010  al 26/09/2010

PABLO PICASSO – La materia e il segno

PABLO PICASSO – La materia e il segno Una grande mostra giunge nuovamente a Otranto e si riaccendono i riflettori sul Castello Aragonese, cuore e anima della città. Sarà Pablo Ruiz Picasso a inaugurare la stagione artistica 2010. Un corpo espositivo di 83 opere tra ceramiche, oli, pastelli e incisioni per raccontare l’ecletticità del genio incontrastato del ‘900. La mostra ripercorre un arco di tempo molto vasto: dal 1904, con l’esposizione della prima incisione mai realizzatadal grande maestro - Il Pasto frugale -che fa parte della serie Suite des saltimbanques, per arrivare alla sua opera incisoria più famosa, la serie della Tauromachia (1957) e un corpo unico di 38 ceramichein cui il segno di Picasso è più che mai evidente e riconoscibile. La selezione è completata da 4 opere miste: un disegno a pastello del 1919 - Olga’s left profile - raffigurante la splendida moglie Olga (cm 14x7); Deux Femmes, gouache (tecnica del guazzo - cm 26x18) realizzata a Parigi nel 1920; Tête de femme, un olio del 1943 (cm 40x50), e ll pittore e la modella, disegno a china del 1971 (cm 21x33). La Suite des saltimbanques La preziosissima serie di quattordici tavole dedicata al mondo dei Saltimbanchi, realizzata nel 1904 e edita da Vollard nel 1913, dimostra il debito di Picasso nei confronti del post-impressionismo. La tecnica dell’acquaforte e della puntasecca, cui egli si affaccia per la prima volta, esasperano la sua sensibilità in un perfetto equilibrio tra malinconia e felicità solare. Vollard, che era il mercante degli impressionisti, amò certamente queste opere, forse neanche rendendosi conto di quanta distanza avesse posto l’autore tra i facili effetti decorativi e pittoreschi di questo mondo e una sconosciuta e segreta ansia umana, attribuibile alla sua origine spagnola o alla frequentazione di poeti come Apollinaire e Rilke. Con queste prove, così aperte alla socialità e all’indagine sull’umanità, Picasso offre precocemente tutte le premesse per gli sviluppi successivi dell’arte contemporanea, dimostrandosi in una sola volta grande divoratore di artisti (Puvis de Chavannes, Lautrec) e grande poeta. Nella serie spicca l’acquaforte Il pasto frugale. La Tauromachia Il più classico trattato sulla corrida fu scritto da Josè Delgrado nel 1796: in esso viene descritta la tradizione della tauromachia e Picasso, nel 1957, esegue 26 incisioni ispirandosi proprio a questo trattato. Il rituale della corrida era profondamente sentito da Picasso in quanto lo riportava alla propria origine, all’infanzia e lo avvicinava al popolo spagnolo. La Tauromaquia fu infatti incisa con grande entusiasmo – come sotto l’effetto di una corrida entusiasmante – ma anche come frutto di uno studio di una vita intera. Il medesimo tema ricorre anche in molte opere ceramiche, alcune delle quali esposte in mostra. La tecnica che Picasso usa è quella dell’acquatinta allo zucchero che gli permette di enfatizzare l’emotività delle scene, mentre la lotta fra l’uomo e il toro viene resa per mezzo di contrasti tra il bianco e il nero. Egli fa tesoro degli insegnamenti dell’uso del chiaroscuro della Tauromaquia di Goya che fa sentire toro, torero e pubblico attori di uno spettacolo corale, vissuto collettivamente. Le ceramiche Nel 1947, a Vallauris, antico centro di produzione ceramica della Francia Meridionale, nell’officina Madoura dei coniugi Ramiè, Picasso sperimenta questa arte antichissima che non abbandonerà più, fino alla morte. Solo nel primo anno realizza oltre duemila opere, ispirato dal “dono della metamorfosi” (sono parole sue) che contraddistingue la duttilità della materia e che egli, da inventore e non da artigiano, piega alle proprie esigenze espressive. Gli oggetti si animano, perdendo la funzione d’uso dettata dalle forme tradizionali, per l’effetto di una tensione alla trasfigurazione ricercata attraverso l’uso di tecniche miste, tra pittura, scultura e assemblaggio. “La ceramica, che nei primi momenti poteva sembrare un divertente viottolo secondario della sua arte, si trasforma in una strada maestra della scoperta artistica. La creatività picassiana si manifesta attraverso numerosi mezzi espressivi nei quali confluiscono con grande freschezza e audacia le tematiche della sua opera tarda, dalla sessualità alla mitologia, alla storia dell’arte. […] Dal modesto proposito di imparare a padroneggiare un’antica tradizione Picasso finisce per instillare nuova vita in un’arte multimillenaria fino a farla propria” (Marilyn McCully).  

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Luoghi

  • Otranto - Lecce
     

    Luogo: Castello Aragonese Note apertura: Orari: giugno e settembre 10-13 / 15-22; luglio e agosto 10-24. Aperto tutti i giorni.