14/09/2013  al 05/10/2013

Nicola Liberatore, il sacro, l’uomo, l’arte

A cura di: Guido Pensato

Nicola Liberatore, il sacro, l’uomo, l’arte

Scrive in catalogo Guido Pensato: Il divino e l’umano; il celeste, lo spirituale e il terreno: visti e rappresentati non come opposti. Accade anche in Nicola Liberatore che l’arte venga individuata e mostrata come il luogo della loro contiguità indissolubile e ineludibile; lo strumento che rende praticabile l’impresa di sottrarre all’oblio, alla smemoratezza, al degrado e alla morte i luoghi, i simboli, i segni, i linguaggi, che testimoniano di quell’incontro. E’ l’artista a porsi come l’artefice di quel salvataggio: sotto forma di un “recupero”, di una “appropriazione”: scoperta metafora di una più complessiva “salvezza”, che mostra, contemporaneamente e contestualmente, la (certa) precarietà e la (possibile) grandezza delle azioni dell’uomo. E’ esplicita in Nicola Liberatore la contiguità tra la corposa - talora sommersa e magmatica, ma sempre affiorante - materialità dell'umano e una interiorità, una spiritualità misteriose, recondite e inaccessibili agli occhi dell’uomo, ma presenti, proprio attraverso le forme che egli stesso – costruttore e artista - ha cercato di dare loro e di darsi. Una vicinanza che enuncia la labilità e l’arbitrarietà dei confini e delle lontananze che pretendono di separare quello che non può essere separato. E’ possibile infatti - e Liberatore ce lo segnala e mostra concretamente - che l’arte svolga un’azione a favore di tutto quello che rischia di perdersi dell’umano: memoria e cose tangibili, ricordi, tracce e opere. ritualità e della cultura materiale… Tutto l’universo di segni, gesti, idee, suggestioni, insomma, che sono il patrimonio interiore ma visibile di Liberatore: quello (quasi-) genetico legato al suo paese d’origine e al Gargano e quello della memoria e della cultura etnoantropologica e artistica, oggetti e frutto di riflessioni, ricerche e pratiche assidue di rielaborazione. Un patrimonio ricco e composito che l’artista ha assimilato ed elaborato, ma non “sistematizzato” come un ventaglio di aree disciplinari separate e distinte; avendole, viceversa, introiettate come coscienza profonda e creatività libera, capace di sintesi ora sontuose ora essenziali. E’ di qui che origina, infatti, un complesso processo ideativo e realizzativo capace di trasformare quel magma di sacro e profano, religiosità, quotidianità e festosità laica in opere in grado di definirlo, raccontarlo e rappresentarlo in una ricca gamma di declinazioni e “traduzioni”: tele e non-tele come preziosi brani di exultet o di codici; morbidi altorilievi e soavi edicole votive, polittici monocromi, pale d’altare sontuose e pagine di libri d’artista; ex voto che sembrano confezionati da mani angeliche a celebrazione della creatività umana; sculture di stoffa a tutto tondo, che sono – come statue o più complesse installazioni - …


Luoghi

  • Sede espositiva: Villa Soragna - Via Valli, 2 - 43044 Parma
             0521301226

    Orario e giorni di apertura: da martedì a venerdì 9.30-13.00/14.30-18.30; sabato10-13/15-18