08/09/2015  al 18/10/2015

Moira Ricci. Capitale Terreno

A cura di: Emanuela De Cecco

Moira Ricci. Capitale Terreno
La mostra “Moira Ricci. Capitale Terreno” rappresenta l’ultimo step del progetto “Dal territorio alla terra. Progetto per un museo di fotografia diffuso”, che intende anticipare la fisionomia e l’identità del Museo di Fotografia Contemporanea nella sua nuova accezione a rete. Collocata in chiusura del semestre di Expo, la mostra è dedicata a un tema strettamente collegato all’Esposizione Universale: la civiltà contadina, le sue narrazioni, le sue leggende, la sua profonda crisi contemporanea. 
La giovane artista, Moira Ricci (Orbetello, 1977) da alcuni anni è diventata un’artista molto stimata sia in Italia sia sulla scena internazionale per la sua originalità e genuinità. Il lavoro che l’ha resa nota e l’ha consolidata come artista è 20.12.53-10.08.2004, realizzato tra il 2004 e il 2009, dedicato alla madre perduta in giovane età. 
Nata nella campagna maremmana, è sempre rimasta fedele alla cultura della sua terra, studiandone le tradizioni più antiche e radicate, approfondendone i significati simbolici e costruendo storie immaginarie intorno ad essa. 
Impiegando la fotografia, il video, l’installazione come media privilegiati, Moira Ricci recupera vecchie immagini da album di famiglia e piccoli archivi privati, raccoglie testimonianze visive e sonore, riprende personali ricordi infantili per destinarli a nuovi significati. La sua opera, basata sulla attenta rielaborazione digitale di immagini esistenti e su riprese video di scene di vita quotidiana, sortisce un effetto di intenso realismo. 
Nelle sue storie, spesso di impronta autobiografica, intreccia la propria identità individuale a quella della comunità a cui appartiene, studia il legame originario con il territorio, unisce l’invenzione tecnologica alla rivisitazione delle immagini popolari. 
In questa mostra vengono raccolti e presentati insieme per la prima volta a Milano due grandi progetti recenti dell’artista: Da buio a buio, 2009-2015 (comprendente quattro storie: La bambina cinghiale, Il Lupo Mannaro, L’Uomo Sasso, I gemellini), e Dove il cielo è più vicino, 2014. 
Nel primo progetto, il ciclo Da buio a buio, alcuni personaggi immaginari frutto della fantasia e delle narrazioni contadine vengono fintamente “documentati” dall’artista attraverso fotografie, video, registrazioni sonore totalmente inventate ma assolutamente “reali” nella verosimile realizzazione. 
Nel secondo progetto, Dove il cielo è più vicino che comprende grandi fotografie a colori e due videoproiezioni, l’artista racconta della terra in crisi, sempre meno coltivata, immagina l’abbandono dei poderi da parte dei contadini impoveriti, delusi e oppressi da sentimenti di inadeguatezza alla vita contemporanea, che trasformano un trattore in astronave per andarsene dalla terra tanto amata e raggiungere il cielo. 
L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara e l’Associazione Culturale dello Scompiglio di Lucca. 

 

Luoghi

  • Spazio Oberdan - Viale Vittorio Veneto, 2 - Milano
             02 77406302

    orario: 10-19.30, mart e giov 10-22, chiuso lun

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