16/01/2016  al 29/01/2016

MICROCOSMI

A cura di: Rita Pamela Ladogana

MICROCOSMI
Opere di Maria Francesca Angius, Ermanno Leinardi, Adelaide Lussu,
Keshav Malla, Italo Medda, Mirella Mibelli, Efisio Niolu, Giuseppe Pettinau
 
Piccole storie, luoghi capaci di custodire mondi e di rivelare l'universo creativo di ciascun artista. Valenze iconiche, forme simboliche, valori del segno, impegno rigoroso nel processo della formatività. E ancora metafora di un viaggio simbolico nelle molteplici dialettiche dell'arte,  tra realtà e invenzione, percorsi creativi sui sentieri delle progettualità linguistiche e metodologiche contemporanee.
 
*Maria Francesca Angius, ha intrecciato nel suo percorso formativo musica e pittura. Allieva di Caterina Lai ha esposto  in diversi contesti ed happening. La sua produzione spazia tra scultura e pittura, prediligendo la sperimentazione di materiali diversi, dalla tela al legno, dalla carta alla ceramica e in ultimo la stoffa, utilizzando china, olio,  acquarello, acrilico per dare forma alla sua storia pittorica. I quadri sono narrazioni, visioni di città ideali e paesaggi interiori (....). secondo una lettura di Veronica Cocco-
*Ermanno Leinardi (†2006), artista noto a livello internazionale, aderente al Movimento Concretista è tra i fondatori del "Gruppo Transazionale". Ha fondato il Museo Comunale d'Arte Contemporanea di Calasetta. Le sue opere sono caratterizzate dalla “O” e seguono uno stile astratto-geometrico che ha trovato sempre un grande consenso di critica- “Un quadro - diceva - è il prodotto di varie transazioni che fanno procedere l’artista durante la sua esperienza. Un’opera transazionale è un’opera in divenire".
*Lalla Lussu parte da una suggestione di Redon: «L'arte è un fiore che sboccia liberamente fuori da ogni regola». I fiori sono un simbolo privilegiato per l'artista, che li coltiva nel suo creativo giardino non solo acquerellato. Le sue installazioni invitano a un percorso di forme concrete e colorate: gemme, pistilli, corolle, erbe e cortecce, cromature direttamente ricavate dal fervore capriccioso di una natura ricca di forme, vita, bellezza (....) secondo una lettura di Mauro Manunza.
*Keshav Malla, dal Nepal a Cagliari, via Mosca, Strasburgo, Tokio, Parigi e altre capitali..... con  opere che ci "strappano al mondo stretto della nostra personalità, risvegliano in noi il sentimento di partecipazione alla totalità dell'universo (...) si tratta del 'sublime' e non del 'bello', poiché il sublime mette l'uomo in presenza dell'infinito.(Fernand Fournier )"
*Italo Medda, Poeta della finesse, secondo una definizione di Placido Cherchi (Umbriafiere, Perugia 1996) (...) I riferimenti a Klee sembrano essere dovuti. Ma in Medda c'è altro. Le forme dai contorni nitidi, dai colori opachi ci trascinano in un ambito del significante da cui ha attinto lo stesso Mirò, a volte danno proprio la sensazione, per alcuni particolari, di essere davanti a un'opera del maestro surrealista, ma la loro preziosità, la meticolosità e il senso del decorativismo ci proietano in una dimensione dell'animo dall'indole klimtiana (....) (Diego Gulizia, Un luogo possibile, Galleria Comunale di Montedoro, 2000)
* Mirella Mibelli (†2015) "fissa nei suoi arditi acquerelli l'eterno fluire degli elementi primari, aria e luce,  che riverberano il profilarsi inatteso e improvviso del mare, quello che lascia dietro di sé solo un fantasma d'ombra e la percezione di un movimento e di una forma", secondo una lettura di Maria Dolores Picciau (Tracce nell'acqua - Condaghes Edizioni).
* Efisio Niolu, venute meno le preziosità materiche dei primi lavori, elabora attraverso l'uso pittorico della carta intelata, inizialmente infranta da fratture e da strappi, un iconismo arcaico e ancestrale di cui è possibile rintracciare affinità con la grande tradizione isolana di Costantino Nivola e di Maria Lai. Nella produzione successiva al 2000 accentua l'uso della forma geometrica, realizzando prevalentemente opere su carta, anche di grandi dimensioni, trovando da subito una singolare collocazione nell'ambito di un'arte neoconcretista dal sapore inaspettatamente lirico ed evocativo. Nei lavori recenti (2010 - 2015) introduce macchie di colore scuro di evidente derivazione orientale portando al massimo grado la sintesi compositiva dei suoi quadri.
*Giuseppe Pettinau, " La pittura Informale ha forse distrutto il simbolo in nome del segno, o non ha invece prodotto un' "apertura" del simbolo stesso, mettendo in relazione concetti e sfera intuitiva corporeo sensibile, fino ad anticipare le nozioni di "corpo di sangue" e "corpo senza organi" di Gilles Deleuze? Credo proprio che sia questa seconda ipotesi ad essere più attendibile, anche se va detto che in alcune sue manifestazioni la pittura Informale è stata prodiga di lacerazioni poco dialettiche, di frammentazioni esasperate sino al crollo di un orizzonte razionale capace di controllarne le traiettorie vitalistiche. Spero di aver contribuito, con la mia pittura, a rendere visibile tale conflitto".

Luoghi

  • Spazio G28 - Via Ada Negri, Palazzo Marini, 28 - Cagliari
     
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