26/01/2013  al 09/03/2013

Marinella Pirelli

A cura di: Roberto Borghi

Marinella Pirelli

Meteore. Una serie di opere tecnologiche: da superfici trasparenti di grosse scatole, nelle quali una fonte di luce scorre su strati sovrapposti di metacrilato, emergono immagini simili a corpi celesti.


Presso la Galleria piacentina verranno esposti disegni, dipinti video e “opere luminose” – le Meteore appunto – che l’artista scomparsa nel 2009 ha realizzato tra gli anni Cinquanta e Settanta. A quattro anni di distanza dall’ultima mostra importante dedicata a Pirelli, ospitata dalla Fondazione Mudima, Meteore, allestita a cura di Roberto Borghi, è un’occasione importante per riavvicinare criticamente un’artista dai molti talenti, da collocarsi con più chiarezza nella storia dell’arte tardo-novecentesca. 
Meteore proseguirà sino al 9 marzo 2013. 

Meteore è il titolo di una serie di opere “tecnologiche” create da Marinella Pirelli all’inizio degli anni Settanta: dalle superfici trasparenti di grosse scatole, nelle quali una fonte di luce scorre su strati sovrapposti di metacrilato, emergono immagini simili a corpi celesti. L’aggettivo “tecnologico” deve essere necessariamente scritto tra virgolette, perché i dispositivi elettromeccanici con cui sono realizzati questi lavori che hanno al centro una forma luminosa circolare, ma dall’assetto variabile e dalle molteplici opzioni cromatiche, sono davvero semplici, quasi primordiali. 

L’utilizzo di strumenti meccanici, così come l’attenzione agli aspetti scientifici della dimensione iconica, ha indotto certa critica ad accostare sbrigativamente le Meteore all’ Optical Art. Tuttavia Marinella Pirelli non possedeva né l’entusiasmo per le tecnologie industriali né la tensione a scandire e dominare i processi percettivi che hanno caratterizzato le ricerche di ambito cinetico e programmato. «Quando si programma, si prevede, si predetermina, si prefigura», scrive Lea Vergine: le Meteore invece esortano ad abbandonare gli schemi visivi predeterminati, a lasciarsi coinvolgere in un dinamismo catartico. 

Forse il vero punto di contatto con quelle ricerche sta nel tentativo di manifestare ciò che la Vergine, nel catalogo della mostra L’ultima avanguardia. Arte cinetica e programmata, definisce «la seduzione della metafisica». Anche le opere di Marinella Pirelli, come quelle degli artisti optical, «ci ricordano assillantemente una realtà perduta, qualcosa come una vita anteriore al soggetto e alla sua presa di coscienza»: ma per rievocare questa condizione non abdicano alla loro pittoricità, non si assestano in una forma di «pittura senza disposizioni e sensibilità, di pittura senza qualità», com’è quella proposta dalle avanguardie cinetiche. 

Le Meteore scaturiscono da un itinerario creativo che ha nella pittura energica, magmatica e radicalmente espressiva praticata da Marinella negli anni Cinquanta il suo principio e il suo costante riferimento. Negli anni Sessanta nascono poi dipinti che, secondo Flaminio Gualdoni, «manifestano il bisogno di definire l’immagine come grumo di colore-luce, come nucleo d’addensamento di una partecipazione emotiva al dato visivo». Questo grumo tende sempre più ad acquisire una forma e una valenza cosmica, si profila come una sorta di rappresentazione dell’origine, dell’essenza dei processi generativi, a sua volta in fieri. 

Un frammento di appunti inediti di Marinella, databili attorno alla metà degli anni Sessanta, permette di comprendere qual è la consapevolezza da cui scaturiscono le Meteore: «Ricordarsi che è la luce il messaggio captabile – più potente e più mobile – nell’universo». 
La mostra presso Biffi Arte ricostruisce il percorso di intuizione e creazione delle Meteore attraverso disegni, dipinti e video in cui il «grumo di colore-luce» tende progressivamente a mutarsi, a diradarsi, sino a divenire immateriale e cangiante. 



Luoghi

  • Biffi Arte S.R.L. C/O Palazzo Marazzani Visconti - Via Chiapponi, 39 - Piacenza
             0523 1720408

    Orario: mar-sab 10.30-12.30 e 16-19:30, dom 16-19.30

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