29/11/2017  al 20/02/2018

Kiki Smith "Quest"

Kiki Smith "Quest"
Kiki Smith, statunitense di origine tedesca, è considerata una figura di spicco nel panorama internazione dell'arte contemporanea e dalla fine degli anni '70 pone al centro della sua ricerca lo studio dellʼidentità e dellʼiconografia della donna. Nella prima parte della sua carriera artistica Smith si è rivolta allʼesplorazione della perdita e della morte attraverso la rappresentazione delle parti interne del corpo, in particolare gli organi, le strutture cellulari e il sistema nervoso. Negli anni successivi il lavoro di Smith si è evoluto per includere animali, oggetti domestici e narrazioni della mitologia classica, dando altresì grande importanza alla femminilità nella sua sfera intima e sociale. La carriera dellʼartista, che si sviluppa per quasi quattro decenni, è caratterizzata da una grande sperimentazione sia nella scelta di tecniche – pittura, scultura, disegno e stampa – sia nellʼutilizzo di materiali anche non tradizionali – dal vetro al bronzo, dalla porcellana alla ceramica, dal gesso alla carta, dai capelli al lattice sino alla cera d'api e l'oro.
In occasione di questo progetto vengono presentati disegni e sculture realizzati nel 2016 incentrati sul volto femminile. I titoli sia dei disegni – Gift, Sense, Utterance, Flurry, Seek, Pathology, Capture, Tilt, Hoping, Future Sense – sia delle sculture – Send, Surge, Receive, Transmission, Conductor, Foreseen, Shooting Start, Crescent Bird – suggeriscono azioni in svolgimento. La coscienza sembra proiettarsi fuori dal volto, presente con tratti fisiognomici simili in tutte le opere esposte ad eccezione di alcune di esse dove una mano, una stella e un volatile sono protagonisti. Le azioni suggeriscono uno scambio, dallʼinterno allʼesterno e viceversa, non svelando la verità sul nostro essere o il destino che ci aspetta quanto ponendo quesiti circa le modalità in cui facciamo esperienza del nostro corpo e del mondo, come ha affermato la stessa Smith: “Sono disegni di teste che parlano e vedono, ricevono e ascoltano, trasmettono e chiedono nel mondo”.
In entrambi i medium la linea è spezzata e interrotta evidenziando una fragilità e dematerializzazione che insistentemente ci ricorda la caducità della condizione umana. Ancora una volta astrattismo e figurativo vengono fusi nella narrazione dove la rappresentazione figurativa si sposa con il freddo rigore dellʼastrazione formale facendo emergere figure sospese in atmosfere eteree e senza tempo. I volti, pur rivelandosi fragili, vulnerabili e malinconici, rivelano una tenace forza vitale e simboleggiano la natura della coscienza dellʼuomo. Questi volti, esili e solitari, vivono situazioni indefinite, un mondo ove si fondono razionale e intuitivo, corporeo e invisibile.
Ciò che emerge è lʼesplorazione del luogo in cui scultura e pittura si congiungono confermando un lavoro che, seguendo un percorso variegato quanto coerente, enfatizza un corpo frammentato e fragile, ma sempre tangibile. La condizione umana è il fulcro centrale dellʼanalisi di Smith e la meditazione sulla vita è da sempre il cuore della sua ricerca artistica.

Luoghi

  • Galleria Raffaella Cortese - Via Alessandro Stradella, 1/4E 7 - 20129 Milano
             39 022043555     39 0229533590

    orario: da martedì a sabato ore 10-13 e 15-19.30 e su appuntamento

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