19/03/2019  al 30/04/2019

Kaveri Raina "Linger to Gaze"

Kaveri Raina "Linger to Gaze"
Nascere a Nuova Delhi ed emigrare a soli 11 anni negli Stati Uniti è un evento troppo importante per non segnare un’esistenza. A quell’età si è già abbastanza grandi poter comprendere le differenze e saggiare sulla propria pelle l’amaro laccio del distacco. Queste sono esperienze comuni a chiunque emigri verso un paese straniero, ma un europeo che va in cerca di un futuro migliore negli USA può trovare in questo paese il conforto di tracce della propria cultura, ma non una giovane indiana. Le differenze sono troppo marcate
Allora si vive sospesi in una sorta di limbo dove si è praticamente tutto : Sei indiana, ma anche americana. Sei una donna indiana che vive nel paese dove è nato il femminismo. Sei un’artista che conosce le bellissime miniature indiane perché alle pareti della casa dei tuoi genitori c’erano delle riproduzioni, ma oggi ascolti i tuoi insegnanti che a Chicago al college, ti parlano degli eroi dell’espressionismo astratto e della Pop art. 
La pittura di Kaveri Raina è il risultato di un vissuto simile. Sceglie di essere una pittrice astratta ma nei suoi dipinti ti rendi conto che tutto ricorda qualcos’altro : è quella una testa ? La corona del dio Hanuman ? Quella forma gialla è davvero un limone ? E quella striscia rosa è forse uno dei bracci di Shiva che si protende lungo la tela ? Forme ibride che galleggiano sulla tela grezza, la stessa che lei da ragazza a Nuova Delhi, ha visto molte volte e che Kaveri Raina ha scelto come supporto principe del suo lavoro. L’arte così nobilita un materiale povero, umile rispetto al costoso lino d’Olanda o belga. La scelta della tela grezza con le sue maglie larghe, ha portato naturalmente l’artista a considerarne la trasparenza e la permeabilità. Kaveri Raina infatti dipinge su entrambi i lati del supporto facendo trasparire il colore sottostante nelle stesure fatte sul davanti. E’ un atto performativo dal forte contenuto simbolico. Il Retro (il passato) si vede e compare più o meno evidente, nella parte anteriore (il presente) del dipinto. La storia personale, il vissuto non si cancella, anzi non si vuole che si cancelli. Esso è indispensabile: serve a dare spessore e significato al presente. Allora i dipinti di Kaveri Raina diventano delle isole di pace dove il conflitto tra passato e presente trova una sua conciliazione. Dove l’immigrato, l’emarginato si reinventa il mondo e lo fa diventare comprensibile. 

Luoghi

  • Galleria Annarumma - Napoli - Via del Parco Margherita, 43 - 80121 Napoli
             081 0322317

    Director: Francesco Annarumma - Orario: mar-ven 16 – 19,30

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