Jolanda Spagno. Heima
A cura di: Gabriella Damiani, Francesca Marino e Flora Ricordy
Testo critico di Fabio De Chirico
Dopo la personale “KOMM Il medesimo differente” e in occasione della recente acquisizione nella Collezione di Arte Contemporanea della Farnesina, le opere di Jolanda Spagno sono nuovamente a Roma alla Galleria Fondaco di via degli Zingari con HEIMA (a casa, in islandese), sempre in collaborazione con la Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni.
Dieci lavori inediti realizzati dall’artista con la stessa tecnica utilizzata in Komm che nel 2012 ha conquistato il pubblico romano prima in fiera al Macro Testaccio e poi con la personale alla Galleria Fondaco. Ancora l’uso sapiente della matita e l’applicazione delle lenti olf (optical lighting film) conferiscono al lavoro della Spagno quel senso di algida sospensione emotivamente toccante che, come lei stessa racconta, riesce finalmente a farla sentire a casa quando pensa a … L’Islanda, gelido paradiso, paese di per sé sibillino nella rarefazione abitativa e nel silenzio mediatico, degno paesaggio e auspicato scenario per il lavoro dell’artista…, come ha scritto Carmelo Cipriani in Oltre il silenzio per “Sùrrealisma” (mostra personale, presso Galleria Orizzonti, Ostuni e E-lite studiogallery, Lecce 2013).
HEIMA porta avanti, in parte, il progetto di Sùrrealisma, che oggi può finalmente definirsi concluso, presentando un lavoro che si compone di dieci opere che Fabio De Chirico descrive come un’opera unica, … non di singole opere si tratta, ma di un unico grande racconto, un proustiano tessuto di immagini che si dispongono e si rimandano a vicenda, come paragrafi e capitoli di un’unica vicenda umana ed artistica.
HEIMA, ancora De Chirico, … è un progetto che ci introduce e ci traghetta in un paesaggio mutevole e articolato, un paesaggio assolutamente inedito, dove ogni cosa appare e scompare allo stesso tempo, mentre cerca lentamente di sedimentarsi nell’anima, alla ricerca di un approdo, mai definitivo in ultima analisi.
L’artista crea uno scenario di figure sospese, in cui le forme si muovono come avvolte in metafisica sospensione, tra l’essere e l’apparire, la vita e la morte, il ricordo e l’evocazione.
… Le immagini si accampano nell’instabilità della percezione, voluta e cercata per disarmare l’osservatore irrequieto e trascinarlo nell’inganno di una forma in cui spazio e tempo si mescolano per creare una pausa, una sospensione dal fluire incessante del vivere. L’artista infrange l’illusorietà iperrealistica del ritratto che ci guarda, come a dirci ‘io sono’, ‘io ci sono’, ‘anche voi siete’.
Sentinelle - volti femminili, in cui il pubblico può identificarsi – e Foreste - immagini di alberi che si moltiplicano - sono i protagonisti di HEIMA che raccontano un percorso interiore ricco di sfumature e variazioni sensibili al mutare dell’anima e della posizione dell’artista, ma anche dell’occhio del pubblico che diventa parte dell’opera perché per Jolanda Spagno … le opere, senza la partecipazione di chi le guarda, sarebbero altrove, come chi non le guarda, e cita Foucault: Il mio corpo, in realtà, è sempre altrove. … Il corpo è il punto zero del mondo, là dove i percorsi e gli spazi si incontrano. Il corpo non è da nessuna parte.
Dopo la personale “KOMM Il medesimo differente” e in occasione della recente acquisizione nella Collezione di Arte Contemporanea della Farnesina, le opere di Jolanda Spagno sono nuovamente a Roma alla Galleria Fondaco di via degli Zingari con HEIMA (a casa, in islandese), sempre in collaborazione con la Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni.
Dieci lavori inediti realizzati dall’artista con la stessa tecnica utilizzata in Komm che nel 2012 ha conquistato il pubblico romano prima in fiera al Macro Testaccio e poi con la personale alla Galleria Fondaco. Ancora l’uso sapiente della matita e l’applicazione delle lenti olf (optical lighting film) conferiscono al lavoro della Spagno quel senso di algida sospensione emotivamente toccante che, come lei stessa racconta, riesce finalmente a farla sentire a casa quando pensa a … L’Islanda, gelido paradiso, paese di per sé sibillino nella rarefazione abitativa e nel silenzio mediatico, degno paesaggio e auspicato scenario per il lavoro dell’artista…, come ha scritto Carmelo Cipriani in Oltre il silenzio per “Sùrrealisma” (mostra personale, presso Galleria Orizzonti, Ostuni e E-lite studiogallery, Lecce 2013).
HEIMA porta avanti, in parte, il progetto di Sùrrealisma, che oggi può finalmente definirsi concluso, presentando un lavoro che si compone di dieci opere che Fabio De Chirico descrive come un’opera unica, … non di singole opere si tratta, ma di un unico grande racconto, un proustiano tessuto di immagini che si dispongono e si rimandano a vicenda, come paragrafi e capitoli di un’unica vicenda umana ed artistica.
HEIMA, ancora De Chirico, … è un progetto che ci introduce e ci traghetta in un paesaggio mutevole e articolato, un paesaggio assolutamente inedito, dove ogni cosa appare e scompare allo stesso tempo, mentre cerca lentamente di sedimentarsi nell’anima, alla ricerca di un approdo, mai definitivo in ultima analisi.
L’artista crea uno scenario di figure sospese, in cui le forme si muovono come avvolte in metafisica sospensione, tra l’essere e l’apparire, la vita e la morte, il ricordo e l’evocazione.
… Le immagini si accampano nell’instabilità della percezione, voluta e cercata per disarmare l’osservatore irrequieto e trascinarlo nell’inganno di una forma in cui spazio e tempo si mescolano per creare una pausa, una sospensione dal fluire incessante del vivere. L’artista infrange l’illusorietà iperrealistica del ritratto che ci guarda, come a dirci ‘io sono’, ‘io ci sono’, ‘anche voi siete’.
Sentinelle - volti femminili, in cui il pubblico può identificarsi – e Foreste - immagini di alberi che si moltiplicano - sono i protagonisti di HEIMA che raccontano un percorso interiore ricco di sfumature e variazioni sensibili al mutare dell’anima e della posizione dell’artista, ma anche dell’occhio del pubblico che diventa parte dell’opera perché per Jolanda Spagno … le opere, senza la partecipazione di chi le guarda, sarebbero altrove, come chi non le guarda, e cita Foucault: Il mio corpo, in realtà, è sempre altrove. … Il corpo è il punto zero del mondo, là dove i percorsi e gli spazi si incontrano. Il corpo non è da nessuna parte.
Luoghi
www.fondaco.eu 06.4873050
Orari: martedì – sabato 10.00 - 13.00 / 16.00 - 19.00