15/09/2016  al 08/11/2016

Giovanni Kronenberg

A cura di: Testo critico di Alessandro Rabottini

Giovanni Kronenberg
 
“Un cristallo di rocca e una perla nera, una bolla di vetro e una pelle di muflone, un torchio antico e una conversazione tra astronauti, grandi spugne di mare grezze e del profumo, una malachite lavorata, un corno d’alce con argento, un dente di capodoglio ricoperto di fuliggine. "Questi sono gli elementi che troviamo nelle opere raccolte da Giovanni Kronenberg per questa mostra: elementi che l’artista ha collezionato nel tempo, con i quali ha convissuto, a volte, per lunghi periodi prima di trasformarli in lavori. Il suo intervento è spesso minimo – una lieve modifica, più spesso l’aggiunta di un oggetto o di un materiale incongruo – come a voler privilegiare l’emergere di una qualità che gli elementi raccolti già possiedono".
"Molte delle opere di Kronenberg – e non soltanto quelle presenti in questa mostra – sono legate da questo filo rosso, dal fatto di essere manufatti o reperti naturali rari e quindi preziosi, spesso oggetto di collezionismo. E la rarità, si sa, ha una stretta relazione con il tempo, come se da esso discendesse, perché le cose rare sono, in un certo senso, quelle che sono sopravvissute". "Il possesso stesso – come il collezionismo privato di certi reperti – è una forma di desiderio, del desiderio di fare propria la tassonomia, di assumerla in sé portandosi letteralmente a casa un frammento di quel tempo da cui proveniamo ma che non raggiungeremo mai. Quindi da una parte un tempo oltre l’umano e, dall’altra, strumenti umani che di quel tempo parcellizzano, isolano, studiano e conservano frammenti. Questo pulviscolo è lo spazio del lavoro di Giovanni Kronenberg, all’interno del quale materiali e reperti sono prima assunti e poi lavorati a volte da maestranze altamente specializzate – come nel caso della malachite – altre volte soggetti a più semplici e lievi alterazioni". "La costruzione di una grammatica combinatoria è l’operazione alla base del lavoro di Giovanni Kronenberg, una grammatica che opera sulla lenta sedimentazione di qualità evocative che gli oggetti possiedono di per sé e sulla successiva alterazione di quelle stesse qualità attraverso forme di intrusione". 
"Gli oggetti e i materiali che Kronenberg combina tra loro sono carichi di passato ma non generano narrazioni, contengono molteplici dimensioni del tempo ma non raccontano storie. Possono essere definiti “poetici” nella misura in cui la poesia può essere compresa come una lenta forma di cesellatura delle parole a partire da un materiale crudo che è l’intuizione interiore". 
 
Brani estratti dal testo critico di Alessandro Rabottini 

Luoghi

  • Z2o project - Via della Vetrina, 21 - Roma
         

    Apertura: mar-sab 10.30 - 19.30 o su appuntamento

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