03/02/2017  al 28/02/2017

Giampietro Cavedon "Evanescenti visioni"

A cura di: Manlio Gaddi

Giampietro Cavedon "Evanescenti visioni"
La pittura di Cavedon illustra un mondo che non ha ancora operato le sue scelte, che perciò non ha ancora tradito la sua originaria destinazione ed è ancora tutto disponibile, tra incantamenti ed allarmi, e consente di prevedere, almeno come segnali, le figure che oscuramente aspettano di veder comparire

"... Nonostante, infine, che nelle opere più recenti si riveli un desiderio sinora inedito di strutture regolate da una misura, e almeno da un ritmo architettonico, la pittura di Cavedon è un’azione drammatica. È l’espressione accorata di un racconto che si sviluppa fuori dal tempo e dallo spazio conosciuti, perché Cavedon ha reciso ogni legame con un presente storico, che gli può offrire soltanto situazioni e figure bloccate, coagulate, cristallizzate estranee quindi al suo sentirsi vivere in un continuo farsi, in un continuo e doloroso nascere. La pittura di Cavedon illustra infatti un mondo che non ha ancora operato le sue scelte, che perciò non ha ancora tradito la sua originaria destinazione ed è ancora tutto disponibile, tra incantamenti ed allarmi, e consente di prevedere, almeno come segnali, le figure che oscuramente aspettano di veder comparire.
Il discorso di Cavedon si sviluppa lungo un itinerario che segue puntualmente, anzi ricalca con estrema minuzia le modificazioni, anche le semplici 18fluttuazioni delle idee dell’artista e dei suoi sentimenti. Delle forme, anche, intorno al loro nucleo centrale, dal momento in cui Cavedon individua gli elementi primari del suo repertorio, le città, gli interni che ricordano ambientazioni alla Emma Ciardi, le fanciulle alla David Hamilton. Proprio nei delicati nudi femminili vengono espresse tutte le qualità proprie della sua sensibilità artistica, fuse in una dicotomia che si fa armonica in quel complesso di luce sfumata e incerta nelle tonalità crepuscolari, di intima penombra, di riservato pudore e di totale abbandono da parte della “fanciulla adolescente”. Il simbolo perfetto della bellezza allo stato puro, non ancora contaminata dal mondo adulto – che è di per sé un’opera d’arte – è catturata in immagini dal retrogusto morboso, in cui ogni atteggiamento perde di spontaneità, con richiami a Balthus ed ai racconti di Anne-Marie Villefranche.
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Luoghi

  • Arte Paolo Maffei - Via Angelo Riello, 5 - 35122 Padova
             +39 0498750896
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