04/05/2019  al 20/06/2019

Georgie Friedman, Kristina Kvalvik, Kristina Paustian "Polar Lands"

Georgie Friedman, Kristina Kvalvik, Kristina Paustian "Polar Lands" La galleria Muratcentoventidue Artecontemporanea prosegue il suo percorso espositivo con la mostra collettiva, Polar Lands, che vede la partecipazione di Georgie Friedman, Kristina Kvalvik, Kristina Paustian.
Le artiste riflettono su temi di drammatica attualità come la difesa degli ultimi ambienti naturali non ancora sfruttati dall’uomo, il pericolo incombente del riscaldamento globale, la sensibilizzazione verso il problema della sostenibilità ambientale e del cambiamento climatico, la dialettica tra natura e civiltà.
Georgie Friedman (USA) è una giovane artista americana i cui progetti includono video installazioni su larga scala, video singoli e multi-canale e diverse serie fotografiche. Ha vissuto, lavorato ed esposto negli Stati Uniti, in musei e università. I suoi lavori si concentrano su un tema, i processi naturali e il rapporto uomo natura, e le reciproche influenze, che hanno una lunga tradizione nel documentarismo oltre che nel campo dell'arte.  La natura messa in relazione con le caratteristiche e i limiti dell’uomo contemporaneo sono al centro della sua ricerca. Mettendo  in scena potenti condizioni atmosferiche o la forza dell’oceano indaga sull’impatto psicologico e sociale di fenomeni naturali di lieve e di grave entità in relazione alla fragilità e inadeguatezza umana.
Utilizza la fotografia, il video, il suono, l'installazione, l'ingegneria e la fisica della luce, tutto per creare nuove esperienze per gli spettatori.
In Rising Tide, l'acqua dell'Antartico si eleva digitalmente sopra le gelide montagne dell'Antartide. Il video procede attraverso tre paesaggi con cumuli di neve in diminuzione. L'acqua lentamente si alza, trasformando le valli in baie, le montagne in isole e il suono dell'Antartide in mare aperto. Questo territorio, difatti, si distingue per essere al momento uno dei luoghi al mondo ove più fortemente si avverte il cambio climatico a causa dello scioglimento dei ghiacciai. Per gli artisti sensibili al problema dunque, l’Antartide si configura come un luogo di particolare ispirazione ove mettere a punto le loro ricerche.
Nei suoi lavori Kristina Kvalvik affronta questioni che si riferiscono a ciò che appare sconosciuto, inspiegabile, misterioso e pone l’accento sui limiti della nostra capacità di osservare la realtà e interpretarla, suggerendo che spesso ciò che vediamo, è ciò che ci aspettiamo di vedere, frutto della proiezione di desideri e di paure.
I suoi video contrariamente alla chiusura prospettica dei film d’intrattenimento, presentano una struttura narrativa aperta all’interpretazione dello spettatore e i suoi personaggi prendono forma dalla prospettiva di chi osserva piuttosto che da quella di chi è osservato. Inoltre tutti gli elementi classici su cui si basano i film di genere sono decostruiti e riutilizzati creando un effetto allo stesso tempo familiare e disorientante.
Nell'installazione video Uplands, tre diverse immagini del paesaggio sono giustapposte l'una con l'altra per formare un terreno immaginario, in continuo cambiamento. Il progetto esplora il paesaggio artico e prevede un futuro universo distopico. La tundra stessa è un'area completamente piatta senza alberi, e le impronte che lasciamo dureranno per secoli. Poco può sopravvivere in quest’altopiano, dove distanza, scala e prospettiva si dissolvono. Com'è la vita in questa immensità e chi può viverci?
In questa video installazione ritmata, in cui vediamo le tracce dell'esistenza umana, percepiamo una dimensione mistica e poetica. La colonna sonora di Pål H. Lillevold combina rumori fittizi del paesaggio con un sottotono melodico intermittente. Il paesaggio sonoro è pesante e ipnotico, come sentire il battito del cuore mentre inspiri ed espiri. Le immagini sembrano quasi corporee: s’intravedono visi sul fianco della montagna; la natura ha una personalità. E quando queste immagini iniziano a vibrare, gli spettatori hanno la sensazione che qualcosa stia per accadere.
Kristina Paustian, nata nel 1985 a Omsk in Russia, si è laureata in Belle  Arti e Media a Berlino.

I suoi lavori di video arte sono stati accolti in festival e spazi espositivi internazionali, tra cui Les Rencontres Internationales (Parigi, Toronto, Berlino), Torino Film Festival (TFF), European Media Art Festival Germany, Kuandu Museum of Fine Arts di Taipei, Berlin Art Week, Victoria Art Center di Bucarest e Deutscher Künstlerbund.
Oggi la pratica artistica di Paustian riguarda video arte, film e installazioni. Nella sua arte cerca sempre di trovare e preservare una particolare costante umana. Questa costante (se esiste) va ben oltre le barriere linguistiche, i confini geografici, i concetti collettivi e sociali o le strutture politiche.
L’artista presenta la video installazione interattiva 3d, Towards The Zero Point  realizzata nell’ambito di una residenza d’artista a Roma,  esposta per la prima volta al Media Art Festival nell’ambito della mostra The power to change the world e  presentata al Museo MAXXI nella sezione “Residenze d’artista”.
Towards The Zero Point è dedicata ai temi della conquista e dell’appropriazione, le strategie del progresso di civilizzazione dell’uomo. L’artista ha avuto l’idea di guardare indietro nella storia trovando come esempio la conquista del polo nord, un territorio molto ambito da diversi Paesi che però potrebbe presto scomparire dalle cartine geografiche, soprattutto a causa dello sviluppo economico di questi stessi Paesi.

La battaglia per la conquista del polo nord è iniziata nel XVIII secolo: il luogo è assolutamente particolare perché non si può portare via nulla, né vi si può lasciare qualcosa che si possa ritrovare in futuro. Raggiungere il Punto Zero (90°) è più un tentativo legato all’ego e alla necessità di essere i primi che non un fattore di civilizzazione.

Nel XXI secolo, dopo che si è scoperto che il 30% delle risorse petrolifere mondiali si trova sotto i suoi ghiacci, tutti i Paesi geograficamente confinanti ne hanno rivendicato il diritto di proprietà.

Poiché al momento il polo nord esiste ancora come territorio, il visitatore dell’installazione è invitato a fare un viaggio in 3D e a mettere la sua bandierina sul Punto Zero geografico, sempre che riesca a raggiungerlo.

 
 

Luoghi

  • Muratcentoventidue Artecontemporanea - Via G. Murat, 122/b - Bari
             393.8704029

    Orario di apertura: dal martedì al sabato, dalle 17 alle 20

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