30/04/2015  al 31/05/2015

Francesco Cervelli. Reshoring

A cura di: Eleonora De Filippis

Francesco Cervelli. Reshoring
La mostra, presenta alcune opere realizzate da Cervelli tra il 2009 e il 2014, il cui filo conduttore è il riposizionamento, la scompaginazione dei luoghi, il ribaltamento della visione. Al centro della ricerca la visione profonda, intima di luoghi del suo inconscio, studi d’artista di due maestri del Novecento: Willem de Kooning e Francis Bacon, immaginati e reinterpretati dall’artista con un intento di produrre nell’occhio di chi guarda un senso d’iniziale disorientamento, un corto circuito. 
Visitabile dal pubblico su appuntamento a partire dal 30 aprile 2015, la mostra a cura di Eleonora De Filippis presenta 14 oli su tela di diverso formato e un video dal titolo “Scattering”, presentato al Premio Michetti nel 2011. 

I mondi impossibili di Cervelli 
di Eleonora De Filippis 

Cervelli dedica una serie di opere su tela al tema del re-shoring, inteso come ri-posizionamento, ri-localizzazione, tema ricorrente nella sua produzione recente. Shore è una parola che offre molteplici significati: è lembo di terra che precede l’acqua, è battigia, è limite oltre il quale si raggiunge un’altra dimensione e la pittura di Cervelli è sempre a limite. 
Le opere in mostra prendono spunto dagli atelier di due grandi maestri del Novecento che in modo e in tempi diversi hanno lasciato un segno nella vita di Cervelli: l’olandese Willem de Kooning, padre dell’espressionismo astratto, e l’inglese Francis Bacon. 
Ma gli studi degli artisti, rappresentazioni dell’orizzonte interiore di ogni artista, con i loro oggetti, e soprattutto con i loro dettagli significanti, sono solo il punto di partenza per investigare le immagini della sua mente: spazi apparentemente silenziosi e immobili dove l’acqua, elemento ricorrente nella poetica dell’artista, è al contempo principio formale e strumento d’indagine. 
Cervelli ha tecnica, negli anni di formazione ha profondamente studiato l’arte “francese” tra Otto e Novecento e l’acqua ben si presta alla sua sperimentazione sia formale che interiore. L’acqua infatti permette all’artista di svelare in tempi successivi il suo gioco: raggiungere un’altra dimensione, il non-senso, produrre nello spettatore confusione e smarrimento per svelare poi i suoi mondi impossibili. 
La serie di scale dal titolo: “About Bacon”, ad esempio, offrono nella successione visioni molteplici: le scale diventano porte, passaggi che aprono su giardini, alberi viola dai toni naifs, acque lacustri popolate da alghe, flutti in movimento. Cervelli torna più volte su questo tema che trae spunto da una scala realmente presente nello studio londinese a South Kensington di Francis Bacon. Ma a partire dalla “caverna dell’antimateria” in cui lavorava il grande artista irlandese, Cervelli li svuota e si concentra su pochi elementi. Tagli prospettici e giochi ottici, non-senso e ricerca formale sono gli elementi primari della sua ricerca. 
Sicuramente nell’opera e nella memoria di Cervelli è presente il ricordo di certi temi surrealisti che egli elabora in un modo del tutto personale e fortemente emotivo e comunicativo. Cervelli legge, interiorizza questi luoghi, li consuma e li fa rivivere senza tuttavia tralasciare una vena ironica che è pur sempre presente nelle sue opere e che ricorda certe situazioni magrittiane se non dada. 
Nella serie dedicata agli studi di de Kooning, Cervelli riesce a cogliere l’atmosfera di vecchie meravigliose foto d’atelier realizzate dai grandi fotografi amici dell’artista olandese. In “Good morning Broadway”, lo studio newyorkese dell’artista come rappresentato dal fotografo Rudolph Burckhardt negli anni quaranta, viene svuotato e allagato. Cervelli ne coglie l’essenza e lo fa suo, inserendo i medesimi oggetti che abitavano lo studio dell’artista secondo le sue immagini mentali. Ecco che il “Metapsiche” tele, sedie e sgabelli non poggiano più sul pavimento ma si ammassano, come attratte da una forza magnetica, al centro di uno spazio vuoto, il cui pavimento è anche in questo caso allagato. 
L’acqua raggiunge anche le finestre nella serie di tele del 2013, dal significativo titolo “Transfert”. Anche in questo caso il processo inconscio dell’artista lo porta a traslare un’immagine mentale nell’immagine reale riprodotta sulla tela. 
Questo processo seducente e allo stesso tempo estraniante è reso più esplicito nel video “Scattering”. Il video, il primo realizzato dall’artista, rappresenta il processo continuo di “riempimento” e “svuotamento” di una stanza. Lo spazio è lo stesso luogo – non-luogo raffigurato nella grande tela “831 Broadway remake” che si trova di fronte. Parte di una serie dedicata allo studio a Broadway di de Kooning, che - in questo caso – egli ha provveduto a ricostruire minuziosamente in scala per poi riprenderlo con la telecamera attraverso un vetro, in momenti diversi del processo. Gli oggetti ci appaiono improvvisamente, prendono vita, salgono in superficie, scompaiono nello spazio e nel tempo dell’inconscio, in un’atmosfera il cui unico elemento sonoro è il rumore sordo dell’acqua. 

Luoghi

  • Corso440 - Via del Corso, 440 - Roma
             06 21118139

    orario:dalle ore 15,30 alle ore 19,30 su appuntamento - ingresso libero

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