16/03/2017  al 25/05/2017

Fabio Pasini “Zdhat’ Dalle Alpi alla Siberia”

Fabio Pasini   “Zdhat’ Dalle Alpi alla Siberia”
Un'esposizione in cui Fabio Pasini, presenta e interpreta i luoghi della memoria della Grande Guerra. Sono paesaggi fermi nel tempo capaci di suscitare riflessioni ed approfondimenti. Dopo aver camminato sui sentieri del "Fronte italiano" ed aver fissato i paesaggi con la sua macchina a foro stenopeico, si è spostato nella grande Russia percorrendo decina di migliaia di chilometri in treno e osservando un paesaggio di impressionate vastità.

“Le montagne sono per me da sempre sinonimo di bellezza e felicità. Qualche tempo fa, ho sentito il desiderio di raccontare la drammaticità nascosta dietro a queste icone di bellezza. Mi sono soffermato su alcuni luoghi simbolo del fronte italo-austriaco: luoghi selvaggi e meravigliosi, scenari che incantano, oggi come un tempo, ma che cent’anni fa si trasformarono in teatri di atrocità. Ho ricercato un’opera scarna, volevo immagini semplici che sapessero sussurrare e che fossero delicate e coinvolgenti e, soprattutto, lontane dallo stereotipo pubblicitario. La ricerca di minimalismo mi ha portato ad una scelta estrema, il foro stenopeico: una scatoletta di legno, con un piccolo forellino grande come la punta di un ago. Quindi, fotografare senza lenti, senza la possibilità di poter inquadrare, senza la possibilità di programmare i diaframmi. Lo stesso procedimento della camera oscura: fasci di luce attraversano il piccolo foro e vanno ad incidere il materiale fotosensibile. Sono tanti puntini, tanti piccoli cerchi, uno vicino all’altro che vanno a formare l’immagine. La fotografia risulta poco nitida, morbida, tutti questi puntini formano circoli di confusione che a volte rendono evanescente la materia dura della roccia, altre volte lasciano il paesaggio sospeso”.
Con queste parole Fabio Pasini descrive la sua ricerca fotografica e introduce la mostra che ne è l'esito. Una fotografia che tende a restituire l'emozione di uno sguardo oltre al paesaggio ritratto.
Con la stessa tecnica sono stati ritratti altri luoghi di memoria, lontani dal fronte italo-austriaco, eppur ad esso legati. Infatti, Fabio Pasini ha seguito i diari e i racconti dei “dimenticati della Grande Guerra”, uomini inviati a combattere in Galizia e qui caduti oppure fatti prigionieri e tradotti in Russia.
Seguendo queste tracce si è spinto fino ad Arcangelo a nord ovest e a Vladivostok a est lungo la transiberiana. Da questi porti iniziarono i ritorni: storie ancor più straordinarie ed eccentriche. I primi avvennero doppiando Capo Nord e proseguendo lungo le coste norvegesi e scozzesi, poi via terra a Londra quindi la Francia ed infine l’Italia. Quelli successivi, nel ’18, videro, da subito, il rientro dei soldati inabili al servizio militare che, dopo aver attraversato il Pacifico e l’Atlantico ed aver vestito quattro divise di altrettante nazioni, raggiunsero l’Italia. Gli ultimi rientri seguirono verosimilmente sempre la stessa rotta: le coste della Cina, dell’Indonesia, la traversata del Mar Rosso quindi il Mediterraneo e l’Adriatico.
Ancor oggi Fabio Pasini ha ritrovato situazioni che riportano ad alcuni passaggi dei diari: l’accoglienza della gente e l’aiuto spontaneo delle persone comuni, l’estensione e lo spazio infinito.

 

Luoghi

  • Le Gallerie – Piedicastello - Piazza di Piedicastello - 38122 Trento
             0461 230482

    Orari: da martedì a domenica ore 9.00-18.00 - Lunedì chiuso (ad eccezione dei lunedì festivi)

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