05/12/2010  al 13/02/2011

Enzo Cucchi - Ceramica

Enzo Cucchi  - Ceramica La mostra che il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza dedica a Enzo Cucchi, uno dei protagonisti della scena artistica contemporanea, è la prima che raccoglie esclusivamente l’opera in ceramica dell’artista.   Enzo Cucchi è uno degli artisti italiani più riconosciuti a livello internazionale. Il suo lavoro si caratterizza, all'interno di un fenomeno italiano destinato a sovvertire le tendenze dominanti di ambito concettuale come , per un forte espressionismo espressivo spesso calato sui soggetti, sui paesaggi e sui temi della sua terra d'origine (le Marche).la Transavanguardia   Fin dai suoi primi lavori, Cucchi ha utilizzato la ceramica, inserendola nei suoi lavori pittorici. Poi, questo mezzo ha trovato sempre più spazio nel suo lavoro riportando i prediletti temi iconografici in una dimensione scultorea che, nella versione ceramica, trova possibilità particolarmente consone e adeguate.   Cani, galli, cipressi, colline, grotte, nuvole, teschi, cimiteri di campagna, campane, croci, pecore, case e tori, ecco gran parte del repertorio iconografico di Enzo Cucchi.   Un repertorio mutuato dai ricordi della terra d'origine e da un territorio culturale e antropologico italiano visto attraverso il filtro della memoria. Su un rumoroso progresso Cucchi stende un velo di silenzio. E in questo stato di grazia riesce, di nuovo, a sentire i rumori infinitesimali di una multipresenza universale. Come la notte fa apparire le stelle nel cielo, così la raggiunta quiete fa sorgere le immagini oniriche della fantasia e il magico canto delle voci interiori. Innumerevoli apparizioni tornano a popolare la terra: sono teschi più vivi dei vivi, sono nuvole che incombono, sono radici che salendo sostengono le abitazioni degli uomini, sono grotte buie, sono animali che sussurrano, sono gocce di pioggia che cadono, sono acque che dormono, sono case che si allungano. Cucchi afferma: “L'arte dovrebbe ristabilire un rapporto fra le piccole cose, così come hanno fatto alcuni mistici e alcuni santi anche se in maniera diversa, ma che oggi possono essere mezzi che articolano il tipo di visione alla quale mi sono riferito”. Voci da cogliere con un segno, in un attimo.         Alcuni temi sono centrali nell'opera di Cucchi, tra questi quelle figure astoriche e senza tempo preciso che, pur banali e note a tutti, se indagate nella loro essenza tramite l'arte ci svelano che le cose più importanti sono proprio quelle inafferrabili e ineffabili.   L'artista: “Guarderemo sempre una mela o un teschio. E ciò apparirà sempre ovvio e strano al tempo stesso. Perché il mistero di queste forme mi fa paura? Se nei campi si guardano le zucche con un po' di intensità, appaiono abbracciate le une alle altre in modo mostruoso. È una cosa che si muove da dentro, una forma di mutazione interna, enorme, diabolica. Guarda una massa di terra, una grande montagna e pensa per un attimo al suo peso, al peso di tutta quella materia.  È spaventoso!”.   Cucchi non intende chiudere i conti con i problemi, risolverli. Le soluzioni non gli interessano perché illusorie e dogmatiche. Preferisce instillare dubbi e, con spericolate sperimentazioni, entrare in quel magma interno o interiore - che gli appare dionisiaco, impenetrabile, anche mortale - nascosto dietro le più solari e apollinee superfici. Cosciente che gli esseri, le cose e gli enti sono continuamente presi nel doppio giro di una sostanziale inconciliabilità, Cucchi ne dà conto assumendo il quadro, o la ceramica, non come un fine ma come uno strumento, come un deposito di energie, come occasione di contatti e relazioni sempre sul punto di una modificazione o di affermazioni subito seguite da contraddittorie negazioni. Non più orientamenti, non più direzioni privilegiate, non più distinzioni, non più ordini e gerarchizzazioni; pena lo scadere in quello che l'artista chiama mera opera decorativa.   In mostra al MIC alcuni lavori pittorici con inserti o addizioni in ceramica e oltre quaranta sculture in terracotta smaltata o dipinta a freddo, di media e grande dimensione, in cui i riferimenti figurativi si deformano e si estremizzano in consonanza con le urgenze interiori dell'artista.   Il catalogo, edito da Umberto Allemandi, ripercorre la vicenda ceramica dell'artista, comprese le installazioni e le opere monumentali.   La mostra e il catalogo sono realizzati grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.

Http://www.micfaenza.org

Luoghi

  • Viale Baccarini n°19 - Ravenna
     

    Luogo: Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza Note apertura: dal martedì al venerdì 9,30-13,30 sabato, domenica e festivi 9,30-17,30 tel: 0546 697311