28/01/2014  al 09/02/2014

Elvis ha lasciato l'edificio

A cura di: Rachele Burgato, Valentina Lacinio, Giulia Morucchio

Elvis ha lasciato l'edificio

15 artisti dal Laboratorio di Arti Visive IUAV in mostra. A partire dal linguaggio del paradosso costruito su giochi linguistici, visivi e di concetto, si percorre la ricerca del limite, inteso come confine stabilito o come deriva.
Artisti in mostra: Susanna Alberti, Edoardo Aruta, Marzia Avallone, Pietro Bonfanti, Gaia Ceresi, Lorenzo Commisso, Valentina Furian, Yulia Knish, Leonardo Mastromauro, Graziano Meneghin, Guido Modanese, Francesco Nordio, Serena Oliva, Fabio Valerio Tibollo, Laura Tinti. 

La mostra, ispirata dall'esperienza di Laboratorio di Arti Visive IUAV con la supervisione di Alberto Garutti e Caterina Rossato, viene ospitata nello spazio della Fondazione BLM che intende in questo modo rinnovare l'attenzione ai luoghi di formazione del territorio. Lo spettacolo dell'arte si articola come un trucco di magia, tra l'artista e il pubblico viene sigillato un patto, la condivisione di un momento preciso: è il tempo dello show, entro il quale l'audience chiede di essere meravigliato e alla fine del quale non resta che "andare a casa".  Ultimo giorno della 55° Biennale di Venezia, la mostra chiude. E anche per quest’anno la città ha vissuto il suo momento: Venezia culla delle esposizioni. La cultura mette in scena se stessa, e l’Arte dei grandi artisti internazionali fa la sua comparsa come una star, come acclamata regina del palco. Ma allo scadere del tempo, cosa rimane? I riflettori sono spenti e sembra “non esserci altro da vedere”, ma non è così. Dietro il sipario restano i giovani artisti, le nuove generazioni pronte a sigillare un nuovo patto con il pubblico, a offrire un ulteriore evento visivo, limitato ma denso. A partire dal linguaggio del paradosso costruito su giochi linguistici, visivi e di concetto (Lorenzo Commisso, Leonardo Mastromauro, Laura Tinti), si percorre la ricerca del limite, inteso come confine stabilito (Francesco Nordio) o come deriva (Graziano Meneghin), come tracciato liquido che dà spazio all’ubiquità (Edoardo Aruta) o come imprescindibile vocazione all’esaurimento (Valentina Furian), o ancora come fobia paralizzante (Guido Modanese) che richiede un rituale di espiazione (Serena Oliva). 
I concetti di limite e paradosso si intrecciano poi con l’eterno quesito dell’identità, che si rinnova continuamente (Susanna Alberti), che chiede di essere problematizzata (Pietro Bonfanti) e accudita (Marzia Avallone), reinventata (Yulia Knish), ridefinita (Gaia Ceresi) o rievocata (Fabio Valerio Tibollo).

 


Luoghi

  • Fondazione Bevilacqua La Masa - Dorsoduro, 2826 - Venezia
             041 5207797    041 5208955

    Dal mercoledì alla domenica dalle 10.30 alle 17.30

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