05/07/2013  al 28/07/2013

Edgardo Mannucci e Salvatore D'Addario

A cura di: Giuseppe Salerno

Edgardo Mannucci e Salvatore D'Addario

Dopo che alle ore 8, 16 minuti e 8 secondi del 6 agosto 1945 Little Boy fu sganciata su Hiroshima Edgardo Mannucci intravide nell’incontro e nella fusione dei metalli le migliori possibilità di rappresentazione di quel sentire indotto dallo sprigionarsi dell’energia atomica nello spazio. Deflagrazioni le sue che, ben oltre la coscienza dell’artista e l’evocazione di un dramma patito dall’umanità, divennero metafora dell’essenza propulsiva dell’arte e assursero a rappresentazioni possenti della genesi dell’universo, dei suoi equilibri e del suo turbinoso, incessante divenire. 
La Città di Fabriano dedica nella sua terra natale a Edgardo Mannucci, artista di spicco dell’arte italiana del ‘900 (Fabriano 1904 - Arcevia 1986), questa seconda edizione della rassegna nella quale presentiamo di lui un lavoro poco conosciuto, lungamente custodito in un deposito e recentemente restaurato da Fabrizio Maffei, scultore fabrianese. 
“Inferno, Purgatorio e Paradiso”, questo il nome dell’opera monumentale la cui struttura a base triangolare risulta dalla congiunzione di tre grandi pannelli rettangolari di ferro, sarà esposta nella suggestiva cornice del chiostro della Pinacoteca Molajoli. 
Un contesto importante le cui sale del piano terreno accolgono, per l’occasione, un’esposizione di opere di Salvatore D’Addario, giovane allievo e amico di Mannucci.
Ho spesso pensato che la terza dimensione, quella dello spazio reale che diviene mentale, si trovi in talune rappresentazioni artistiche ad essere imbrigliata in superfici che a stento sembrano trattenere la materia che le determina. 
E’ questo che provo di fronte a certi lavori datati di Salvatore D’Addario dove piccoli segmenti del quotidiano affogati in soluzioni magmatiche ci rendono con forza il senso di costrizione di un pensiero che anela invece a librarsi nello spazio. Spazio nel quale riscopriamo oggi, con questa esposizione di opere recenti, le forme d’un tempo, finalmente libere, che con equilibri sottili vanno ad impegnare elegantemente il vuoto. 
Un percorso coerente quello di D’Addario il cui pensiero già nei fogli attraversati da sottili tratti di matita preludeva a quell’animo spaziale che la frequentazione di Mannucci avrebbe contribuito a far pienamente emergere. 
La frequentazione e ancor più l’amicizia sono fondamentali cinghie di trasmissione dei valori. 
Il loro fu un rapporto intenso costellato di episodi che hanno lasciato segni indelebili nel cuore di D’Addario; segni che insieme ripercorreremo in un incontro con l’artista che ci aiuterà a meglio conoscere sotto il profilo umano la personalità di Mannucci


Luoghi

  • Pinacoteca Civica Bruno Molajoli - Via del Poio, 18 - 60044 Fabriano - Ancona
             0732 709255

    Orario: mar-dom 10-12 e 16-19, lunedi' chiuso

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