08/05/2015  al 30/06/2015

E. Cacciola, G. Griffa e C. Morales ! La linea analitica dell'arte. Pittura Analitica

A cura di: Claudio Cerritelli

E. Cacciola, G. Griffa e C. Morales ! La linea analitica dell'arte. Pittura Analitica
Dopo una prima mostra sulla Pittura analitica con la presenza di cinque artisti, ora Valmore studio d'arte propone un secondo appuntamento sul tema presentando altri tre esponenti, Cacciola, Griffa e Morales, che esprimono la necessità di un azzeramento del linguaggio artistico per cercare una nuova modalità espressiva frutto di analisi e autoriflessione.
Negli anni '70 pur facendo ancora della tela il loro strumento di lavoro,  riflettono sul processo del loro operare e teorizzano le loro riflessioni, ponendosi così di diritto in quella che il critico Filiberto Menna definì posizione “analitica dell'arte”.
Enzo Cacciola attua un continuo processo di ricerca analitica prendendo in esame esclusivamente la “superficie”, in cui prevale la matericità dell'opera ottenuta usando materiali inediti (cemento, asbesto, acciaio) concepiti normalmente per uso industriale.
Egli analizza in modo sistematico il suo operare esprimendo una metodologia che intende ricondurre le singole azioni ai loro principi fondamentali e descrivendo nei dettagli il processo operativo del suo lavoro.
Giorgio Griffa  rifiuta fin dalla fine degli anni'70 l'uso del telaio e traccia i suoi segni sulla “tela grezza e libera”. Con un gesto di concentrazione passiva lascia una traccia in uno spazio perennemente incompiuto. Egli affida la sua poetica ai mezzi tradizionali della pittura intesi non come materiale da plasmare ma per la loro gamma di sedimenti storici, di conoscenza e di peso  culturale; l'esecutore si pone sullo stesso piano dei mezzi che concorrono a formare il lavoro. La tela non è uno spazio compiuto e definitivo ma un frammento di uno spazio indefinito e in espansione e ogni segno è di per sé esemplare e irripetibile.
Carmengloria Morales compone sempre un dittico di uguale dimensione. Interviene su una delle due parti con un gesto di pura pittura determinato assieme dall'artista e dallo strumento usato (pennello, matita, spazzola). L'altra parte del dittico rimane sempre vuota creando una dialettica significante in cui la pittura esamina se stessa rendendosi credibile.
Il suo lavoro simboleggia l'estensione della crisi attraverso una simmetria asimmetrica, potenzialità creativa e vuoto, tentando di ricondurre il suo lavoro a legge strutturale primaria.

Luoghi

  • Valmore studio d'arte - Contra' Porta S. Croce, 14 - 36100 Vicenza
             0444.322557
  • Categorie correlate